Due studentesse del Classico a Parigi dopo il successo al concorso letterario offerto dal "Movimento per la vita"
di: Alessandro Indelicato - del 2016-03-18
Due giovanissime studentesse del Liceo Classico G. Pantaleo di Castelvetrano hanno preso parte al viaggio a Parigi vinto grazie al concorso letterario offerto dal "Movimento per la vita ", un movimento che promuove e difende il diritto alla vita e la dignità di ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale.
Un'esperienza formativa a 360 gradi, all'insegna dell'amicizia, della riflessione e della cultura, che ha visto coinvolti giovani di tutta Italia. Un soggiorno che ha permesso un momento di crescita entrando a contatto con altre realtà, partecipando al Forum Internazionale #UNDENOUS ( Uno Di Noi ), i cui temi centrali sono stati principalmente utero in affitto e tutela dell'embrione, e al quale hanno preso parte Ministri e Parlamentari di nazioni differenti.
Molti giovani, provenienti da ogni parte d'Italia, hanno avuto poi la possibilità di essere "parlamentari per un giorno ", simulando una seduta parlamentare con delle vere ( o quasi ) "proposte di legge".
Del Liceo Classico di Castelvetrano a prendere parte al Concorso dal Titolo "Essere figli: una sfida, un'avventura" sono state Viviana Biundo della V A e Francesca Polizzi della V C.
La studentessa di Poggioreale Viviana Biundo ha trattato, al centro del suo elaborato, l'importante tema dell'adozione. A parlare in prima persona è una ragazza di 17 anni che è stata prima abbandonata dai genitori e successivamente adottata. Per essere genitori, si legge nell'elaborato, non deve obbligatoriamente esserci un legame di sangue.
Un vero genitore è colui che cresce un figlio amandolo con tutto se stesso, biologico o adottato che sia, che assume dentro di se e verso la società il compito di crescere un bambino, accudirlo e tutelarlo.
Al centro invece del racconto di Francesca una sorta di autobiografia del difficile ruolo di "figli" e tutto ciò che comporta nella complessa società moderna spesso accusata di esser poco vicina alle esigenze dei figli.