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A Selinunte "riaffiora" un Battistero di epoca bizantina. Verrà presentato all'arrivo di Vienna Cammarota al Parco Archeologico

del 2018-05-09

Immagine articolo: A Selinunte "riaffiora" un Battistero di epoca bizantina. Verrà presentato all'arrivo di Vienna Cammarota al Parco Archeologico

“A distanza di 10 anni riportiamo alla luce il Battistero risalente al V-VI secolo, scoperto nel 2004 e mai mostrato alle tv. Esso, negli anni immediatamente successivi alla scoperta, per impedirne il deterioramento e per una migliore conservazione in attesa di trovare una soluzione per la sua ostensione, è stato ricoperto con della sabbia.

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  • Ora, dopo un decennale oblìo, il fonte è stato riscoperto per avviare le procedure necessarie al suo restauro, finalizzato ad una corretta conservazione ed all'avvio di uno studio per un sistema di copertura che possa preservarlo dalla distruzione e per presentarlo alla visita in tutta la sua magnifica bellezza. Lo faremo con una testimonial di eccezione, Vienna Cammarota, la prima donna al mondo, Guida Ambientale Escursionistica che sta riscrivendo il viaggio dello scrittore tedesco Wolfgang Goethe”. Lo ha annunciato, Enrico Caruso, Direttore del Parco Archeologico di Selinunte.

    “Si tratta del primo Battistero Paleocristiano dove si praticò il Battesimo per immersione.Il Battistero di Selinunte, scoperto nel 2004, si trova all'interno di un edificio del tardo antico, se non addirittura bizantino.

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  • Si tratta di un modello molto originale di vasca battesimale "ad immersione", secondo la liturgia allora praticata. Profonda circa m 1,60 – ha continuato Caruso -  la fonte è composta da ben tre livelli concentrici sovrapposti di veri e propri gradini, dal disegno diverso, incentrati su un cilindro cavo, l'inferiore, posto al centro di una croce greca (secondo gradino) circondata da un motivo foliare a quadrifoglio, il livello superiore. Il disegno originale di questa vasca si inquadra in un sistema di analoghe vasche ben attestate in Tunisia e, in Sicilia, nelle isole di Pantelleria e Marettimo.

    Evidentemente il percorso dall'Africa alla Sicilia trova un posto speciale a Selinunte il cui fonte, pur in presenza di una rifinitura a cocciopesto e non a mosaico come nei più elaborati modelli africani, si rivela tra i più originali proprio per la commistione di forme semplici, coniugate tra loro in un risultato di forte comunicatività e di chiara impostazione formale ed escatologica.

    Il fonte battesimale, proprio per le analogie con gli esempi tunisini, potrebbe essere del V-VI sec. d.C. Esso, negli anni immediatamente successivi alla scoperta, per impedirne il deterioramento e per una migliore conservazione in attesa di trovare una soluzione per la sua ostensione, è stato ricoperto con della sabbia. Ora dopo un decennio lo riportiamo alla luce.

    Quando il fonte era coperto, infatti, i visitatori del Parco dovevano accontentarsi della sua fotografia mentre oggi la sua visione potrà rappresentare da sola uno spettacolo di forte impatto sul pubblico sia per la sua importanza - si tratta della testimonianza dell'esistenza di una Selinunte tardo-antica e bizantina, finora ignorata se non negata - sia per la sua magnifica bellezza, in un sito posto alla sinistra del fiume Modione (antico Selinus) e che fa da pendant con i santuari della Gaggera, noti per la presenza di piccoli ma importanti luoghi di culto, attivi a Selinunte dal VII sec. a.C. al VI sec. d.C”.

    Sarà, dunque, Vienna Cammarota, Guida Ambientale Escursionistica AIGAE, a “riportare alla luce” uno dei simboli del Cristianesimo esistente nel cuore del Parco Archeologico di Selinunte.

    Lo scrittore tedesco Wolfgang Goethe nell’Aprile del 1787 arrivò a Castelvetrano.

    “Goethe soggiornò in una locanda che sorgeva dove poi sarebbe stato costruito il Teatro “Selinus” – ha continuato Caruso – ma non rimase favorevolmente impressionato dal paese, Castelvetrano e di scrisse: “Selinunte trovasi rovinata metodicamente”. Lo scrittore tedesco poi decise di non vedere la parte archeologica e dunque non vide Selinunte.

    Con l’arrivo di Vienna Cammarota andremo a riscrivere il viaggio di Goethe. Vienna varcherà la soglia del Parco Archeologico, arriverà al Battistero, avrà modo di visitare i Templi e tra questi il Tempio di Hera, ma avrà modo di ammirare la mostra “Abitare a Selinunte” dove è possibile vedere la Selinunte di 2700 anni fa, grazie ad una ricostruzione virtuale e vedrà anche i Padiglioni della BIAS e la mostra Thois Theiois con in esposizione i tanti reperti archeologici rinvenuti di recente. Tutto questo non c’era all’epoca di Goethe ed invece il turista oggi può ammirare a Selinunte, numerosissimi insediamenti politeisti ma anche il simbolo del Cristianesimo e farlo nel cuore di questo Parco Archeologico, vera porta sul Mediterraneo. Di fronte abbiamo la costa africana”.   

    Per la stampa appuntamento Domenica 13 Maggio alle ore 15 e 30 – zona Biglietteria del Parco Archeologico di Selinunte – a disposizione saranno le auto elettriche che condurranno al promontorio.

    Vienna in arrivo a piedi. Ha da poco lasciato Gibellina Vecchia.

    “Sono entrata nel labirinto di Burri, il famoso Cretto di Gibellina. Cretto significa fenditura – ha dichiarato Vienna Cammarota che a piedi sta attraversando la Valle del Belice colpita dal terremoto nel 1968 – ed è così perché questa ferita, apertasi nella notte tra il 14 ed il 15 Gennaio di 50 anni fa, credo che non si sia mai rimarginata. Ben 181 anni prima, era il 1787, a passare per quei posti, fu lo scrittore tedesco Wolfgang Goethe che avrebbe poi descritto benissimo anche quei paesaggi rurali. Ecco il “Viaggio in Italia” scritto dal tedesco rappresenta una vera ed importante fotografia, memoria di quel mondo. 

    E’ un enorme sudario, dove ogni pietra è testimonianza di quanto accadde quella notte ma quelle pietre ci parlano e sono in grado di raccontarci storie di persone, quelle stesse persone che abitarono Gibellina e persero la vita nel cuore della notte. Alberto Burri decise di realizzare l’opera proprio con quelle pietre, macerie di una vita che non c’era più. Ed ecco che ritroviamo le strade ed i rilievi del paese, Gibellina e proprio come in un sudario ritroviamo anche le forme del corpo. Le fessure ripercorrono le strade, le piazze del paesino che fu ed andandoci sembra di riascoltare voci e sentire profumi ma persi nel nulla. Infatti il nulla c’è perché l’opera di Burri testimonia che la mancata attenzione per il territorio, la mancata prevenzione e messa in sicurezza di edifici porta solo al nulla”.

    Ora in cammino verso Castelvetrano e poi Selinunte.

    “C’è tanto da raccontare in questa Sicilia ricca di arte, di storia, archeologia ed accoglienza – ha concluso Vienna Cammarota – ed oggi sarò ancora costantemente in cammino verso Santa Ninfa prima, poi Castelvetrano e finalmente l’atteso Parco Archeologico di Selinunte che invece Goethe non visitò. Andremo a riscrivere simbolicamente il suo viaggio e credo che oggi, nel 2018, lo scrittore sarebbe stato ben contento di visitare anche la parte archeologica di Selinunte, meta poi ambita del Gran Tour”.  

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