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L'antica "vaporiera" di Castelvetrano in mostra al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa

del 2017-11-18

Il siciliano che da appassionato delle ferrovie o da turista che apprezza il fascino dei treni si trovasse a visitare il bellissimo Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, non potrà mancare di notare una piccola locomotiva che, allineata in esposizione con tante altre imponenti locomotive a vapore, sembra quasi una riproduzione in scala ridotta. In realtà questa piccola vaporiera da sola riassume decenni di storia ferroviaria siciliana.

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  • Se poi il visitatore viene da Castelvetrano e si sofferma con un minimo di attenzione non potrà che sobbalzare, anche con un po’ di orgoglio, leggendo sulla fiancata del pancone anteriore la scritta “Dep. Loc. Castelvetrano”.

    Si tratta infatti della locomotiva a vapore a scartamento ridotto R302 019 che, insieme ad un solo altro esemplare, sopravvive dopo la fine del servizio decretata con la chiusura, avvenuta il 31 dicembre 1985, della linea da Castelvetrano a Sciacca, ultima tratta della rete complementare FS a scartamento ridotto della Sicilia. Il gruppo di locomotive R302 fu progettato espressamente per la rete complementare siciliana e costituì la evoluzione delle R301 che già circolavano dal 1912.

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  • La modifica sostanziale riguardò l’adozione del surriscaldatore Schmitt che consentì di aumentare la potenza dai 320 CV delle R301 a 420 CV, con un aumento di solo 1,5 t del peso totale (da 36t a 37,5 t) rispetto alle progenitrici. La velocità massima di entrambi i gruppi era di 50 km/h, valore che in verità raramente veniva raggiunto sulle tortuose ed acclivi linee siciliane.

    Anzi, i racconti di chi ebbe la ventura di viaggiare sui convogli trainati da queste piccole vaporiere ci tramandano, addirittura, vere e proprie passeggiate dei viaggiatori che, nei tratti in cui le salite rallentavano vistosamente il treno, potevano sgranchirsi le gambe e raccogliere la verdura prima di risalire sul treno …. in corsa (si fa per dire!).

    I primi 22 esemplari delle R302 uscirono dagli stabilimenti della “Costruzioni Meccaniche” di Saronno nel 1922 mentre altri 20 esemplari furono assemblati tra il 1927 ed il 1928 dalla “Costruzioni Meccaniche e Navali” di Napoli. Contrariamente a quanto a volte si legge, anche in testi specializzati, nessuna R302 proviene dalla trasformazione di R301. Alcune locomotive R302 vennero inviate in Africa durante il periodo coloniale, in Libia ed in Eritrea: tra il 1922 e il 1936 furono trasferite in tutto 13 unità, delle quali nessuna sopravvive. Sul finire degli anni ’40 le FS sperimentarono l’uso della nafta sulle locomotive a vapore e tra queste anche le R302 che, per le ridotte dimensioni del forno, ben si prestavano a tale sistema.

    Tra le modifiche apportate a queste locomotive la più vistosa fu certamente la collocazione di un serbatoio di forma squadrata tra il duomo e il fumaiolo (il leggendario “cubo”). Il carbone continuò comunque a servire durante lo stazionamento e l’accensione e veniva depositato in un contenitore di legno in mezzo alla cabina davanti alla boccaporta, riducendo di fatto lo spazio in cabina. Le R302 mantennero fino all’accantonamento il sistema di alimentazione a gasolio, abbandonato nel 1956 nelle locomotive a scartamento normale. Le R302, nel corso della loro lunga e faticosa carriera, trainarono di tutto, dai treni passeggeri (anche con 4 carrozze) ai misti e, soprattutto, convogli merci, specie dopo l’arrivo nel 1950 delle automotrici RALn 60 prodotte da Fiat Ferroviaria, che rappresentarono l’unico tentativo di ammodernamento del servizio sulle linee siciliane a scartamento ridotto.

    Le più confortevoli automotrici scalzarono quasi subito dai turni sui treni passeggeri le vaporiere, con la “tragica” conseguenza che tutte le carrozze in poco tempo furono demolite.  Le R302 svolsero gli ultimi servizi nel 1982 e quindi furono accantonate definitivamente. Le unità giunte sino a noi, dopo la colpevole demolizione nel 2000 di tre esemplari superstiti ancora presenti a Castelvetrano, sono solo due: la R302 038, monumentata  dentro la ditta ASI s.p.a di Marcon in provincia di Venezia e, come abbiamo detto all’inizio, la R302 019, esposta al Museo Nazionale di Pietrarsa.

    Nella bella foto di Baldassare Ingoglia, memoria storica del deposito di Castelvetrano, si vede proprio la R302 019 accesa al deposito di Castelvetrano, in compagnia della R301 027 attualmente preservata presso la sede dell’Associazione Carristi d'Italia di Marsala. Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, inaugurato nel 1989, è il più importante polo museale ferroviario italiano.

    Da qualche anno è gestito da Fondazione FS Italiane che ne ha potenziato l’attività, curando il restauro dei padiglioni e aprendolo anche alla utilizzazione per eventi e per scopi promozionali, con un notevole ritorno di immagine oltre che economico. I numerosi e vari esemplari di locomotive esposti nel museo comprendono quindi anche la nostra, sicilianissima, piccola R302 019.

    Lo stesso visitatore siciliano che si sarà emozionato vedendola, adesso si starà chiedendo cosa significhi il vicino stallo vuoto con un curioso “doppio scartamento”: quattro rotaie annegate nella pavimentazione a formare un binario a scartamento ridotto coassiale con un binario a scartamento normale. Uno spazio che è destinato a rinforzare la rappresentanza sicula a Pietrarsa: finalmente arriverà la RALn6012? Ricordiamo infatti che anche le automotrici RALn60 furono costruite espressamente per la rete complementare siciliana. La RALn6012 è attualmente ricoverata, dal 1998, presso la stazione di Villarosa e potrebbe trovare la sua collocazione definitiva e prestigiosa presso il Museo di Pietrarsa, ricevendo in questa occasione i carrelli prelevati dalla RALn6003 che qualche anno fa è purtroppo andata perduta per un incendio al deposito di Castelvetrano.

    Settimo Marineo

     

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