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L'Aurora di Castelvetrano: rito medievale sentito dalla cittadinanza. Il video

di: Nino Centonze - del 2012-03-15

Immagine articolo: L'Aurora di Castelvetrano: rito medievale sentito dalla cittadinanza. Il video

A Castelvetrano le celebrazioni della Settimana Santa iniziano nel pomeriggio della Domenica delle Palme quando va in processione la statua di Maria Addolorata che, secondo la tradizione, cerca il figlio mentre questi, entrato a Gerusalemme, si appresta a vivere gli ultimi giorni di vita terrena.

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  • Un rito particolare si celebra la Domenica di Pasqua nelle località trapanesi vicine alla Valle del Belice quali Mazara del Vallo e Salaparuta ma la celebrazione dell'Aurora a Castelvetrano è di gran lunga la più importante. Si tratta di un rito medievale propiziatorio legato al significato cristiano della Pasqua. Tale rappresentazione fu introdotto intorno al 1660 dai padri Carmelitani Scalzi di Santa Teresa, il cui convento, oggi distrutto, era annesso alla chiesa di San Giuseppe. 

    Il rito è detto dell'Aurora per l'ora mattutina in cui si svolge. A rappresentarlo sono tre statue condotte in spalla: quella di Cristo Risorto che indossa una vestito bianco e una bandiera rossa, Maria coperta da un mantello nero e un angelo. A curare l'addobbo ed il trasporto della statua di Cristo era la Confraternita dei falegnami e bottai, mentre quella del Rosario curava il simulacro di Maria. Scomparsa la Confraternita del Rosario subentrò quella di San Giuseppe che ancora oggi cura la sacra rappresentazione. In un angolo della piazza viene collocata la statua della Madonna ed in quello opposto quella di Gesù.

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  • Anticamente era uno sparo di mortaretto dare il via alla rappresentazione che oggi ha inizio con uno squillo di tromba. Maria riceve la visita dell'Angelo che annunzia la Resurrezione e che per tre volte fa la spola tra la Madonna e Gesù. Al terzo annuncio, l'angelo conduce Maria verso il centro della piazza dove incontra Gesù. Il mantello nero di dolore della vergine viene tolto ed al suo posto appare un ricco paramento e la Madre va così incontro al Figlio Risorto. 

    Le due, iniziano a percorrere velocemente le vie della città sino all'incontro davanti alla Chiesa del Purgatorio, mentre un benaugurale volo di colombi e le note festose della banda accompagnano la fine del rito. Successivamente le tre statue si avviano processionalmente verso la Madrice dove la Santa Messa di mezzogiorno, celebrata sull'altare, con le due statue di Maria e Gesù ai lati, chiude definitivamente i riti della Settimana Santa nel trapanese. 

    L'Aurora è un rito al quale è profondamente legata lintera comunità castelvetranese e che in un certo senso la caratterizza dalle altre manifestazioni della Settimana Santa trapanese. Proprio per la sua peculiarità ( un analogo rito si svolgeva anticamente anche nel capoluogo ) si dice che si l'Aurora un si fa, sa pigghia Trapani. Tale rischio sembrò concretizzarsi nella Pasqua del 1717 quando, come narra il Ferrigno per l'accidentale mancato rispetto della prerogativa della chiesa Matrice di dare i tocchi di Resurrezione, il burboso arciprete Giglio lanciò linterdetto ala chiesa di S.Giuseppe.

    Il rischio che non si tenesse l'Aurora fu comunque evitato grazie al provvidenziale intervento di Mons. Bartolomeo Castelli, vescovo di Mazara che in extremis ne autorizzò lo svolgimento. Nella comunità limportanza della Festa era sancita addirittura dai contratti matrimoniali dove lo sposo si impegnava a condurre la consorte ad assistere alla rappresentazione della Domenica di Pasqua.

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