“Pittata d’Argento”. Un viaggio tra arte, mare e sapori. Intervista allo scrittore Aldo Pera
del 2015-11-18
S’intitola “Pittata d’Argento” questo Romanzo e subito dal titolo, chiaro, balza agli occhi l’intento dell’autore, di ciò che di questa nostra terra, vuole farne: un ritratto.
Armatosi di pennelli e ricordi, Aldo Pera, ha pittato gli anni sessanta di una Selinunte, che sembravano relegati a rimanere tali, come delle vecchie foto in bianco e nero, dai contorni sbiaditi.
“Pittata d’Argento” è un racconto romanzato sulla Sicilia di quegli anni vista con gli occhi di due adolescenti. Una storia delicata di amicizia, di acerbe passioni, di rievocazioni di colori, profumi e sapori, dai risvolti tragici e talora inaspettati. Nello sfondo il mare di Selinunte, la luce argentea della Luna e l’ombra della mafia.
Come nasce questo libro?
Da un sogno, da un’idea, dal desiderio di ricercare nella parola scritta il piacere di raccontare. Alla mia età, lo dice la statistica, si è in tanti a voltarsi indietro e volere mettere ordine ai propri ricordi in cerca di emozioni che si ritenevano sopite. Errore grave sarebbe quello di scrivere di sé. Difficilmente si troverebbe un lettore disposto a prenderti in considerazione. Nemmeno in ambito familiare.
Cosa si prova a vedere un proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un’emozione indicibile. Gioia. Incredulità. Pensare che fino a poco tempo fa, il mio manoscritto stava ancora segregato nel fondo di un cassetto della mia scrivania. E mai avrebbe visto la luce se mia moglie non l’avesse tirato fuori da lì.
Poi la ricerca spasmodica di un editore. Tanti silenzi. Parecchie illusioni. E ora sugli scaffali di tante librerie. Per genere. In ordine alfabetico….Pennacchi, Pera, Piccolo………
Scrive Roberto Carnero sul “Domenicale” del “Sole 24ore”…….Nel primo capitolo del romanzo di Aldo Pera, “Pittata d’Argento”, sembra di essere nel mondo dei “Malavoglia” di Verga…… Ti riconosci in questo?
Ho guardato, in verità, alla comunità dei pescatori di Selinunte, con un animo diverso da quello dei “Malavoglia”. Non ho cercato personaggi da idealizzare, da farne eroi. Questa è gente che incontro tutti i giorni. Alcuni hanno la mia età. Altri sono figli di quei padri, che a loro insaputa hanno ispirato questa storia.
Poi, dice anche che nel secondo capitolo termina, quello che lui definisce…….…. “l’omaggio letterario al maestro del Verismo, assunto a nume tutelare, e si ritorna nel mondo degli anni sessanta”. Di un simile accostamento, però, non posso che esserne gratificato.
Vorresti essere letto più dagli adolescenti o dagli adulti che hanno vissuto quegli anni?
Mentirei se facessi una scelta in un senso o nell’altro. Da entrambi, ovvio. Per differenti motivazioni. I giovani che hanno letto il libro, dei loro coetanei di un tempo, ne avevano una visione quantomeno approssimativa.
Ci guardavano con disgusto per quegli orrendi pantaloni a zampa e per le nostre camicie a fiori. E non a torto. Ora, riferiscono, che il mio romanzo ha reso giustizia ai loro padri. E di questo me ne rendono merito.
E se a quelli, come me, che della gioventù ne hanno un lontano e pallido ricordo, ho fatto scendere una lacrimuccia di commozione, dico di non avere rimpianti. Abbiamo vissuto con niente, forse, con poco. Con quello che il convento ci passava. Eppure eravamo felici. O solo incoscienti.
C’è sempre un po’ di noi in quello che si scrive. Ti ritrovi in qualcuno dei tuoi personaggi?
Come ‘figli miei’, del loro padre, avranno pure qualche affinità caratteriale e se vogliamo anche fisica. Non posso negarlo. Difficile per me entrare nello specifico. Lascerei al lettore …..quest’arduo compito.
Quali sensazioni ed emozioni hai provato mentre scrivevi?
Prima di tutto, devi avere non una ma tante motivazioni per farlo. Una volta che ti sei messo in cammino, sai che sei solo con te stesso e hai davanti a te una strada da percorrere. Sai pure che è lunga e difficile.
Quello che non sai, è dove ti porterà. Essere preso talvolta dallo scoramento e dal timore di non sapercela fare. A volte con la sensazione dell’onnipotenza del creatore. Talora con la consapevolezza di non essere nessuno.
Emozioni tante. La più grande? Un semplice puntino posto nell’ultima frase del libro.
L’adolescenza è al centro del tuo romanzo. Ne hai nostalgia?
Ci sono anche altri aspetti che ho voluto focalizzare. L’Amicizia. L’Amore. La Solidarietà. Sentimenti che invecchieranno con me. L’adolescenza si consuma in fretta, come il fuoco di un fiammifero. Non ne ho vera nostalgia, ma la consapevolezza di averla vissuta come meglio non potevo.
Perché ti affascina la Luna, tanto da farla diventare protagonista del tuo romanzo?
Mi affascina, è vero. Perché è una confidente discreta. Elegante nella sua sobrietà. Sensuale e sinuosa. Le ho voluto, per questo, dedicare la frase celebre di apertura. “Folle è l’uomo che parla alla Luna. Stolto chi non le dà ascolto”. Lo dice Shakespeare. C’è da credergli.
Quali sono, secondo te, gli ingredienti di un buon romanzo?
Non lo chiedere a me che sono un esordiente. Per motivi anagrafici ometto “giovane” e per pudore “scrittore”. Direi, comunque, uno stile proprio. Frutto della propria personalità e non di quella degli altri. Capacità di emozionarsi. Personaggi ben delineati. Originalità della trama. Scrivere per se stessi.
Non cercare mai l’autogratificazione con la frase ad effetto. Rimanere umili. Sempre. Con “Pittata d’Argento” cominci a essere preso in considerazione dalla critica.
Hai già ottenuto encomi, menzioni e selezioni a premi letterari anche importanti come il “Premio Mondello 2016”. Dove credi ti porterà?
Con tutta sincerità, ti dico, che non lo so. Non credo, però, mi sposterà di un solo metro da casa mia. Né mi solleverà di un solo centimetro verso l’alto. Non sono in cerca di gloria, né di altro se non di stare in pace con me stesso e fare ciò che amo, con passione, senza condizionamenti, né compromessi.
A quando la prossima presentazione?
Il 22 novembre a Partanna. Nella stupenda cornice delle Scuderie del Castello Grifeo. Ringrazio il Sindaco e tutta l’Amministrazione Comunale per averci concesso questa grande opportunità e il Patrocinio e della Città.
“Concerto di Pagine in Musica” sarà presentato dal Critico Letterario e dell’Arte, Rosario Atria. L’attore e Regista, Rino Marino leggerà e interpreterà alcune pagine del libro. Il commento musicale sarà ancora affidato alla pianista di fama internazionale, Sade Mangiaracina e agli straordinari musicisti della “SPA”, Franco Messina, Bruno Musiari e Marcello Romeo.
Un’ultima domanda: cosa farai da grande?
Scrivere. Cos’altro.