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Quando negli anni 50 la passiata a Castelvetrano era occasione per nuovi amori

di: Vito Marino - del 2013-10-18

Immagine articolo: Quando negli anni 50 la passiata a Castelvetrano era occasione per nuovi amori

Mio padre mi raccontava che intorno agli anni ’20 il centro della vita mondana di Castelvetrano era la Via Garibaldi (già Via S.Francesco d’Assisi) e Piazza C. D’Aragona (già Piazza Garibaldi ed ex Piazza Botteghelle e San Pietro o Duomo) e la Via Mazzini; qui si svolgeva il passeggio e c’erano i negozi. La Villa Garibaldi (il vecchio Spiazzo, oggi Villa Falcone e Borsellino) era frequentatissima, tanto che nelle sere estive c’era l’orchestra che suonava con il bar funzionante.  

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  • Per molte persone, specialmente donne, la passeggiata, tempo permettendo, era l’unico svago, oltre alla messa domenicale e alle feste religiose; era l’unico modo per gli uomini di comunicare e dire tante cose alle donne: con gli occhi. Le donne che non andavano a passeggiare si “godevano il passeggio” dal balcone o dal terrazzo oppure origliando dietro le persiane o dietro la porta messa “a vanidduzza” (socchiusa).  

    Intorno agli anni ’50, mi ricordo che il centro mondano del paese incominciò a spostarsi verso la Via V. Emanuele, mentre la banda musicale comunale, allora molto famosa, suonava musica sinfonica e lirica “a lu chanu” (in Piazza Garibaldi, il centro assoluto del paese). Classica era la passeggiata del giovanotto sotto la finestra o il balcone della donna amata: Passare e ripassare senza mai stancarsi, con la speranza di vedere affacciata la ragazza dei propri sogni. Se il giovanotto piaceva alla ragazza, spesso si riusciva allo scopo. L’amore platonico fatto di sguardi furtivi era tutto ciò che allora si poteva ottenere.  

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  • Folcloristica, direi, era la passeggiata dei fidanzati: essi camminavano l’uno a fianco all’altra, spesso con divieto di mettersi a braccetto, e dietro un certo numero di parenti intimi; una vera processione. La domenica ed i giorni festivi, dopo la messa, si passeggiava un poco prima di andare a pranzo. In occasione della messa gli uomini si fermavano davanti la chiesa per vedere sfilare le donne. Le donne del popolo, perchè più timide o non volevano farsi notare o perchè non avevano vestiti per la festa, assistevano alla prima  messa delle 4,30, ancora al buio.

    La messa così presto permetteva di fare assistere i contadini prima di andare al lavoro nei campi. Intorno agli anni ’50, nel centro storico della vecchia Castelvetrano c’erano due bar famosi: Il caffé Stella, in Piazza Principe di Piemonte e l’Extrabar in Via Vittorio Emanuele. Anche allora questi locali erano frequentati assiduamente da viziosi, scansafatiche e da chi stava bene economicamente.

    Come avviene oggi, anche allora gli avventori discutevano di sport, di politica e parlavano male del prossimo. I tavolini dei cafè occupavano i marciapiedi e parte delle strade e piazze; erano delle vetrine viventi in cui gli avventori si mettevano in mostra e nello stesso tempo si “godevano il passeggio” scrutando i passanti e criticando.  

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