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Studenti del Liceo Classico a Siracusa per assistere a rappresentazioni classiche presso il teatro greco

del 2014-06-12

Alcuni studenti del Liceo Classico “G. Pantaleo”, del Liceo Scientifico “M. Cipolla” e del Liceo delle Scienze Umane “G. Gentile” nei giorni 7 – 8 – 9 giugno 2014 si sono recati presso Siracusa per assistere alle rappresentazioni classiche presso il teatro greco. Accompagnati dai professori Costanza, Agate, Paola, Giancontieri ed Ingrassia, gli alunni hanno mostrato grande interesse e partecipazione per gli spettacoli a cui hanno assistito.

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  • La prima rappresentazione è stata la commedia “Le Vespe” di Aristofane: Filocleone è un vecchio affetto dalla mania di partecipare ai processi come giudice popolare. Il figlio, Bdelicleone, ha allora deciso di rinchiuderlo in casa, per evitare che il vecchio possa correre in tribunale e passare lì tutto il giorno. Filocleone tenta in vari modi la fuga. Bdelicleone inventa un grottesco giudizio in casa propria: l'imputato è un cane, reo di aver mangiato un pezzo di formaggio.

    Filocleone è propenso a condannarlo, ma il figlio con l’inganno lo induce a mettere il proprio voto nell’urna dell’assoluzione. Il cane viene così assolto e il vecchio, sconvolto dall’inaspettata conclusione del gudizio, decide finalmente di smetterla con i processi.

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  • Bdelicleone pensa allora di educare il padre alla vita mondana e a questo scopo lo conduce a un simposio, dove però il vecchio si comporta in modo inqualificabile, insultando i convitati e sottraendo loro un’avvenente flautista. Rischierebbe di scoppiare una rissa, ma tutto si aggiusta e alla fine i convitati escono di scena tra salti e piroette in un corteo comastico di giubilo.

    Nei giorni a seguire hanno assistito alla rappresentazione dell’Orestea, una trilogia di Eschilo formata dalle tragedie Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi. Delle trilogie di tutto il teatro greco classico, è l'unica che sia sopravvissuta per intero. Le tragedie che la compongono rappresentano un’unica storia suddivisa in tre episodi, le cui radici affondano nella tradizione mitica dell’antica Grecia: l’assassinio di Agamennone da parte della moglie Clitennestra, la vendetta del loro figlio Oreste che uccide la madre, la persecuzione del matricida da parte delle Erinni e la sua assoluzione finale ad opera del tribunale dell’Areopago.

    La seconda tragedia prende il nome dalle Coefore, le portatrici di libagioni per i morti, che si recano sulla tomba di Agamennone.

    È il racconto di come Oreste, dieci anni dopo l’omicidio del padre Agamennone, torni ad Argo e, su ordine di Apollo, porti a compimento la propria vendetta dando la morte alla propria madre ed al suo amante.

    La terza tragedia della trilogia prende il nome dalle Erinni, dee che impersonano la vendetta, le quali erano chiamate anche Eumenidi (ossia “le benevole”) quando erano in atteggiamento positivo. In questa terza parte dell’Orestea viene narrata la persecuzione delle Erinni nei confronti di Oreste, che culmina nella celebrazione di un processo presso il tribunale dell’Areopago. Tale giudizio termina con l’assoluzione di Oreste.

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