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La storia di "Lu Zu Totò'": “Friscaebella la Broscierella! Arrifriscati!”

(fonte: Agave) - del 2012-09-25

Immagine articolo: La storia di "Lu Zu Totò'": “Friscaebella la Broscierella! Arrifriscati!”

Antonio Bassani, conosciuto da tutti i castelvetranesi come “lu zzu Totò”, nel corso di ben 67 anni ha deliziato la nostra afosa estate, con gelati e granite al limone. Il suo passaggio era annunciato dal trillo lungo e modulato del suo fischietto che penetrava nelle orecchie ma anche nel cervello, stimolando la nostra golosità.

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  • Lu zzu Totò, con la sua carrozzella a bicicletta, rappresentava una figura caratteristica, folcloristica direi: quella del gelataio ambulante ormai in via d’estinzione.
    La sua specialità era la granita al limone, quella vera e genuina, fatta con succo di limone che ogni mattina spremeva ed univa agli altri ingredienti. Anche gli ottimi gelati erano di sua produzione. La lavorazione avveniva nel suo laboratorio sito in Via Diaz.

    Lu zzu Totò era un tipo scherzoso e molto attivo nel suo mestiere. Egli, nel corso di questi lunghi anni, è stato con noi ed ha addolcito la nostra vita quotidiana.
    Con la sua carrozzella girava per il paese, entrava nei cortili, nelle strade secondarie, ma sostava più a lungo nelle piazze principali. Se c’era una festa religiosa o civile, lui era sempre presente.

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  • Nelle strade di periferia, durante gli afosi pomeriggi estivi, quando tutto il paese sembrava assopito, il suo trillo dava la carica per un ritorno alla vita. I ragazzi, in modo particolare, uscivano subito fuori per acquistare un gelato. Ma anche gli adulti non disdegnavano un cono o una “broscerella” con granite di limone.

    Negli ultimi anni si era anche attrezzato con il motore a scoppio adattato alla carrozzella, così d’estate si vedeva anche a Selinunte. All’età di 81 anni, con 67 anni di servizio, nel maggio 2008 non ha più esercitato il suo mestiere.

    L’amministrazione comunale, su proposta dell’allora assessore allo sviluppo economico Felice Errante, ha voluto premiare questo onesto e simpatico lavoratore.
    Così, il 02 maggio 2008, in presenza del sindaco Gianni Pompeo, si è svolta la cerimonia di premiazione con la consegna di una targa ricordo.

    Intorno agli anni ’50, per i sopravvissuti alla II Guerra Mondiale e al ventennio della dittatura, il gelato, la “calia e simenza” ed il cinema rappresentavano il massimo del benessere che la vita poteva offrire in un giorno di domenica o di festa.
    Voglio aggiungere qualche nota nostalgica su quegli anni: quando la dolce e fresca “liccumia” (leccornia) era già chiamata da noi ragazzi “gelato”, mio padre ed i suoi coetanei continuavano a chiamarlo “friscaebella” secondo la precedente denominazione popolare.

    Allora non esisteva il congelatore; il ghiaccio era l’unica fonte refrigerante. Ricordo che in occasione della fiera di San Giovanni, che in quegli anni si svolgeva in Via Garibaldi ed in Piazza Dante sotto la mia casa paterna, ogni anno assistevo alla preparazione del gelato da parte della “Ditta Pellegrino” di Marsala.

    Dentro una tinozza di legno, riempita di ghiaccio rotto a pezzetti e con l’aggiunta di sale, girava il pozzetto metallico con gli ingredienti. Sotto l’effetto del ghiaccio e della rotazione, il liquido, lavorato in continuazione con un cucchiaione di legno dal gelataio, diventava quella bontà divina che io divoravo spesso con gli occhi. Già in quegli anni lu zzu Totò era presente alla fiera per vendere i suoi prodotti.

    Le altre storie di Vito Marino potrete trovarle su www. giornaleagave.it o consultando l'edizione cartacea di "Agave".

    Foto: Ino Mangiaracina
     

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