Quella tromba d’aria “tagliata” con il coltello dal pescatore selinuntino
di: Giovanni Modica - (fonte: Giornale Agave) - del 2013-10-05
Volevo raccontare ai lettori di questo sito un fenomeno accaduto lunedì 8 agosto del 1999 alle ore 7,30 a Marinella di Selinunte. Ammiravo il cielo azzurro, sentivo l’odore del mare , la sua risacca e mi trovavo seduto davanti la porta di una abitazione dello “scaru”, dove di solito andavo a villeggiare.
Ad un tratto vedo che il sole si oscura a causa di una colonna di fumo denso, come uno sciame d’api che si alza dal mare e in pochi secondi un fortissimo vento investì la piazza sollevando con tutta la sua forza sette barche a vela, che si trovavano ancorate al porticciolo, in concomitanza della regata velica che si era tenuta a Marinella.
Le barche volarono in aria come pagliuzze , un grosso “catamarano” si alzò in aria e cadendo sulla spiaggia si ruppe a metà. Cadevano nella piazza vasi con piantine di fiori , stendini di biancheria, un’auto rossa posteggiata nella piazza andò a finire sullo scivolo che c’era nei pressi di “ lu steccatu di li pisci”. Coperture di tetti in eternit e onduline in plastica volavano come lenzuoli finendo anche sulla vicina spiaggia. Paura ,tanta paura tra i presenti.
A questo punto ricordo tale pescatore Barraco, probabilmente don Giacomino Barraco (non sono sicuro) che uscì di tasca un coltello un po’ particolare e lo cominciò ad agitare in aria nella direzione della tromba d’aria pronunciando delle frasi a me incomprensibili, mentre altri quattro pescatori gli gridavano ”non tagliarla, stanno per ritornare le nostre barche”.
A questo punto, come per incanto, vidi che la tromba d’aria si divise in cinque parti, come una mano aperta e si diresse verso Capo San Marco direzione Sciacca. Nel frattempo le barche dei pescatori tranquillamente facevano ritorno dalla parte di Triscina con il loro pescato.
Ricordo la mia incoscienza , figlia della mia curiosità che mi portò a restare attaccato alla ringhiera pur di vedere quel meraviglioso spettacolo della natura. Fui investito da vento e sbattuto più volte contro il muro e mi procurai una lussazione alla spalla sinistra.
Ho saputo poi che nello spazio antistante l’ex stazione ferroviaria alcuni alberi furono tranciati dalla furia della tromba d’aria, altri quasi sradicati. Pesanti coperchi di ferro di cisterne di oltre venti chili volarono in aria. Il tutto durò una manciata di minuti, ma furono in pochi a vedere la tromba d’aria data l’ora mattutina ..