Scoperti i resti di un grande tempio del 650-625 a.C a Selinunte
(fonte: AGI.it, ilgiornaledivicenza.it) - del 2012-07-11
In foto: Foto archivio
I resti di un grande tempio arcaico che, alla luce dei dati stratigrafici e dei materiali archeologici risulta essere il piu' antico dell'area di Selinunte sono stati ritrovati sotto il pavimento del tempio R. Nei mesi scorsi erano gia' stati identificati parte del muro e del pavimento, adesso sono stati messi in luce due fori di palo di grandi dimensioni, che si possono meglio interpretare come i resti del colonnato centrale. La ceramica rinvenuta in prossimita' dei fori di palo e' stata datata intorno al 650-625 a.C., inclusa un vaso dalla forma allungato (lekythos) di stile protocorinzio con animali che pascolano.
«I recenti scavi - ha spiegato Caterina Greco, dirigente responsabile del parco archeologico di Selinunte - hanno prodotto risultati della massima importanza per la nostra conoscenza non solo dell’area di studio, ma anche e soprattutto della storia del sito archeologico nella sua totalità. Si tratta di un recupero straordinario realizzato con fondi della New York University e con il coordinamento della direzione del Parco, una sinergia che a Selinunte ha prodotto i primi frutti di un moderno modello di gestione dell’indagine scientifica. Un apprezzamento, inoltre, alla squadra guidata dal professor Marconi, in cui operano fianco a fianco archeologi, architetti, antropologi, restauratori, disegnatori, esperti informatici, un gruppo in grando di elaborare e di disporre in tempo reale dei dati giornalmente acquisiti sul campo».
«Questo predecessore del Tempio R - conclude Clemente Marconi, professore all’Institute of Fine Arts della New York University e responsabile dello scavo per la parte americana - è al momento il tempio più antico di Selinunte, e uno dei templi più antichi fin qui scavati in Sicilia. Le ulteriori ricerche potranno fornire ulteriori chiarimenti circa le dimensioni e la pianta dell’edificio: si tratta comunque di una scoperta notevole, che dimostra come la costruzione dei templi delle principali divinità della polis fosse uno degli atti eseguiti alla fondazione delle colonie, e non piuttosto un fenomeno di una o due generazioni più tardi, come suggerito dalla letteratura più recente».