Si dice "Arancina" o "Arancino"? Il dilemma della specialità siciliana, tra i cibi più consumati per S.Lucia
del 2019-12-13
Nella tradizione, il giorno di S.Lucia è proposta l'astensione da cibi derivati dalla farina di frumento, in ricordo della fine di due carestia a Palermo e a Siracusa, i cui miracoli vengon attribuite alla santa. Il 13 dicembre, tra i cibi più consumati vi sono le arancine (o arancini).
Difficile stabilire quale sia la versione linguista più adeguata da usare, tra quella palermitana e comune anche alla nostra zona, al femminile, o quella catanese, al maschile, di forma ispirata al vulcano Etna. Anche l'accademia della Crusca ha cercato di sciogliere la disputa, che ha indicato la versione maschile come quella corretta, anche se alcuni linguisti accademici sono del parere che entrambe le versioni possano essere usate.
La variante femminile risalirebbe all'origine arabe del timballo di riso, che veniva preparato a forma di pallina, simili per dimensione al frutto dell'arancio. In dialetto si usa il maschile per indicare il frutto, quindi aranciu e non arancia. Ma, nell'accezione diminutiva, ossia piccolo frutto, si usa "arancina".
Nel primo dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi (1857), è registrata la variante "arancinu". Da ottobre di quest'anno, inoltre il termine "arancini" è stato incluso nell'Oxford English Dictionary.
In questi giorni, anche la cantante siciliana Carmen Consoli ha definito la sua teoria: dalle nostre parti è femmina perchè tonda. "Per noi donne catanesi - afferma la Consoli - l'Etna è maschio, ecco perchè per noi l'arancino è maschio".
Qualunque nome si usi per chiamarla/o, l'importante che sia fatta/o bene!