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Un partannese "con la voce" del Genio in Aladdin. Tra musica e cartoon. Storia di Davide Marchese

di: Alessandro Indelicato - del 2015-12-09

Entrando nel suo studio musicale si ha subito la percezione di essere catapultati in un mondo dove regna una passione coinvolgente per la musica.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Fin da piccolo il padre lo ha accompagnato nel tuo percorso di crescita facendolo appassionare ad artisti di spessore quali Pink Floyd, Alan Parsons Project, Kc & The Sunshine Band, Stevie Wonder, che tanto hanno influito nei gusti del giovane 27enne partannese Davide Marchese.

    Oltre ad esperienze da Deejay e soprattutto da cantattore amatoriale, ha maturato nel tempo una grande abilità, nella modulazione della voce, subito notata da amici che lo hanno incitato a postare dei video molto apprezzati in cui presta la sua voce in celebri cartoni della Disney di cui vi proponiamo un estratto.  

    Impressionante è il suo coinvolgimento totale nell’interpretare il personaggio del Genio di Aladdin in un video realizzato da Davide e dedicato ad una cara coppia di amici. La sua voce profonda, l’intonazione e la sua dizione fanno di lui un astro nascente, gli auguriamo, dei doppiatori italiani.

    La Redazione di Castelvetranonews lo ha incontrato per ripercorrere insieme a lui le più importanti tappe che lo hanno portato ad essere selezionato in una importante scuola di doppiaggio che potrebbe rappresentare il vero trampolino di lancio per questo giovane dalla voce profonda e importante.

    Davide, raccontaci il tuo percorso di studi fino ad oggi 

    "Ho preso la maturità scientifica nel 2007 e dopo un primo anno sabatico mi sono iscritto dapprima al DIM, Discipline della Musica, e l’anno dopo al DAFMS, Discipline delle Arti Figurative della Musica e dello Spettacolo, entrambi corsi della fu facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. A marzo arriverà la laurea".

    Come nasce la passione per il doppiaggio?

    "A dire il vero non so spiegartelo con esattezza. La cosa deriva in parte dal musical o dal canto per musical. Anni fa ho aperto un canale YouTube con lo scopo di caricare frammenti di spettacoli teatrali a cui partecipavo.

    Col tempo ho cominciato a caricare anche cover musicali, cioè mie interpretazioni registrate in “studio” (cioè il mio pc, un decente microfono e una scheda audio) di brani presi fondamentalmente da film d’animazione Disney.

    Un giorno di un paio d’anni fa, dopo aver registrato una nuova cover, nello specifico “Sognando l’estate” del personaggio Olaf di “Frozen: Il regno di ghiaccio”, e dopo averne caricato il video sul mio canale ho avuto l’idea di ricaricare il medesimo brano pero’ abbinando alla ripresa video che mi ero già fatto durante la registrazione le immagini del cartone.

    Da lì la reazione dei visitatori è stata direi esplosiva: un sacco di complimenti, like, inviti a realizzare altri video di questa tipologia……

    Praticamente in quel momento mi son reso conto di essere diventato un fandubber. Il temine, inglese, viene da Fandub e questo è a sua volta composto da due parole: Fan (sostenitore) e Dubbing (doppiaggio)."  

    Quando ti sei accorto del tuo innato talento della voce?  

    "Ancora non posso dire di aver del tutto realizzato la cosa. Posso sicuramente dirti che ad avermi dato l’input iniziale, anzi fondamentale, è stato Roberto Messina, amico di famiglia e professore di musica alla all’allora scuola media Amedeo di Savoia-Aosta di Partanna che un giorno mi fece chiamare da un suo allievo, dal momento che lui di fatto non era tra i docenti della mia classe, per chiedermi se volevo partecipare ad un laboratorio teatrale che avrebbe avuto come esito finale la rappresentazione di una parodia musicale dal titolo “Odissea”.  

    Ho preso poi parte al laboratorio di teatro del prof. Messina l’anno successivo e, dopo una pausa di poco piu’ di due anni, dal terzo anno del liceo scientifico fino a due anni dopo essermi diplomato.

    Anno in cui poi, a seguito anche del ritiro del professore dall’attività di laboratorio teatrale, ho cominciato a collaborare con uno dei suoi primi “adepti”, Giuseppe Dottali, con il quale ho preso parte a 4 rappresentazioni, sia sul palco (Notre Dame de Paris, Romeo e Giulietta, Aladin il Musical) che come voce fuori campo ed anche arrangiatore/coordinatore musicale (Grease)."  

    In cosa consiste doppiare e chi te l’ha insegnato? 

    "Nessuno mi ha insegnato come modulare la voce e non so neanche se lo faccio bene o male. Tutto nasce semplicemente dall’esigenza di “esprimermi”.

    Dopo un breve lavoro di memorizzazione della canzone o della breve scena che voglio replicare comincio a “giocare” cercando di mantenere una certa verosimiglianza con l’interpretazione della voce originale ma al tempo stesso distaccandomene e cercando di restituire la mia versione, la mia chiave di lettura, la personalità che penso potrei avere se nella vita reale fossi davvero il personaggio che in quel momento vado ad interpretare.

    Posso dire che oggi uso la voce come un bambino che gioca all’astronauta. Voglio dire non è una cosa che ho mai studiato. Semplicemente raccolgo i frutti della mia modesta esperienza amatoriale e me ne servo al solo scopo di divertirmi."  

    Come nasce l’idea di intraprendere degli studi veri e propri per il doppiaggio?

    "Questo è un piccolo riscatto che ho deciso di prendermi dopo tante decisioni non prese, dopo tanti tentennamenti, dopo aver avuto un po’ le ali tarpate all’indomani del mio diploma, quando desideravo fortemente studiare in accademia d’arte drammatica ma per oggettivi impedimenti non è stato possibile; ma è anche conseguenza diretta dei tanti apprezzamenti che ho ricevuto in questi anni per quanto riguarda i miei modesti sforzi artistici, apprezzamenti che sono arrivati non solo, come logico, da parte di chi mi conosce personalmente, dove ovviamente si sa c’è sempre la componente “amicizia” a filtrare un po’ le opinioni, ma anche e soprattutto da persone che hanno avuto modo di sentirmi tramite la rete, YouTube in particolare."  

    Che tipo di materie, corsi segui a Roma? Come si chiama la scuola?  

    "Mi sono iscritto al Centro Sperimentale Internazionale di Doppiaggio, un corso organizzato e curato da Studio Cinema, accademia di recitazione cinematografica, presso la Fono Roma, prima storica società di doppiaggio in Italia, nata nel 1931.

    Ho solo appena iniziato e lo scorso 27 Novembre ho concluso la mia prima settimana di corso, il quale si configura della durata di 7 settimane, una settimana al mese, da novembre a maggio. Tra le materie che si affrontano, da programma, ci sono Fonetica, Dizione, Respirazione, Traduzione e Adattamento, Sincronizzazione, Mixage.

    Nella prima settimana si è molto lavorato con Massimo Corvo, voce di Vin Diesel, e Silvia Pepitoni, voce, tra le tante, di Meg Ryan, per quanto riguarda i tre cardini principali per un futuro doppiatore, cioè Fonetica, Dizione e Respirazione e, nell’ultima giornata, abbiamo anche tenuto le prime prove di lettura e quindi doppiaggio al leggio."  

    Come ti trovi a Roma? Il passaggio da un piccolo paese come Partanna a Roma com’è stato? 

    "Nell’ultimo anno mi sono trovato diverse volte a fare avanti e indietro da Roma, due volte per un provino, una volta per uno stage con Manuel Frattini e l’ultima volta per il colloquio attitudinale per l’accademia.

    Quindi il distacco, se così si può chiamare, non è stato affatto traumatico. Considera poi che data la natura del corso per il momento non ho necessità di trasferirmi in pianta stabile nella Capitale ma quando lo farò sicuramente avrò un approccio più che sereno."  

    Chi è il doppiatore cui ti ispiri e che consideri come modello? 

    "Quanto al modello il mio guru in assoluto, per cinema, teatro, televisione e quindi doppiaggio è Gigi Proietti, di cui ho sempre ammirato la grande versatilità, la sconfinata umanità e l’innegabile genialità, non per niente ha doppiato il Genio della lampada nell’Aladdin di Walt Disney.

    Un'altra figura che ammiro molto e che rappresenta per me probabilmente il sogno da raggiungere è Francesco Pannofino, noto a molti per essere la voce italiana di George Clooney. Da futuro doppiatore, infine, il massimo dell’ambizione penso sia poter essere diretto da Carlo Valli, voce, tra gli altri, del compianto Robin Williams."  

    Ci indichi le tue diverse attitudini e attività, che ti rendono un artista poliedrico?

    "Accetto volentieri il termine Poliedrico ma su artista non posso garantirti di meritarlo. Dal mio punto di vista artista non è solo chi possiede una qualche arte ma chi, dopo un lungo ciclo di studi, vive di quell’arte. E io non rientro in queste per me imprescindibili caratteristiche.

    Detto questo, volendo comunque rispondere alla domanda: ho fatto teatro/musical scolastico e poi amatoriale per circa dieci anni, vincendo anche un premio nazionale come miglior attore non protagonista in un concorso di teatro/scuola; sono un appassionato di musica sotto un duplice aspetto, sia come musicista da pressoché completo autodidatta (batteria, chitarra e tastiera gli strumenti che ho cronologicamente imparato a suonare), sia come dj (con mio padre ho acquistato il primo vinile alla tenerissima età di 11 anni – all’epoca il digitale si limitava ai soli cd, non esistevano mp3, o meglio non erano molto diffusi, né portali per l’acquisto di file musicali).

    Nel tempo libero mi dedico alla fotografia e al videomaking, ma in modo assolutamente disinteressato."

    Come nasce in sostanza la tua passione per la musica, che poi ti ha portato lungo il cammino a essere dj, poi musical performer e adesso fandubber, ecc?  

    "La piena responsabilità del mio amore per la musica è da attribuire esclusivamente ai miei genitori che pur non essendo musicisti mi hanno comunque dato una serie di input che ho evidentemente assimilato e fatto diventare parte preponderante di me.

    Mamma fin da piccolissimo metteva le mie piccole mani su una tastiera ad aria che lei di tanto in tanto strimpellava. Ricordo che la tastiera era divisa in due: una parte dove c’erano le normali note e una sezione dove invece c’erano dei pulsanti che corrispondevano agli accordi.

    Mamma, quindi, mi insegnava a seguirla nell’esecuzione di piccoli brani indicandomi quali pulsanti premere per accompagnarla con gli accordi corretti.

    Poi nello stesso tempo papà mi insegnava ad utilizzare il suo giradischi facendomi ascoltare musica di artisti del calibro di: Pink Floyd, Alan Parsons Project, Kc & the Sunshine Band, Stevie Wonder, Curtis Mayfield, Carlos Santana, Elton John ma anche Alberto Radius, Pino Daniele, Lucio Battisti, Claudio Baglioni etc..

    Inoltre in casa non mancavano le mitiche VHS dei classici Disney, con i quali si può dire ho sperimentato le prime forme di rudimentale rappresentazione teatrale."  

    Altra tua grande passione sono i vinili, da chi è venuto l’input?  

    "Come ti accennavo prima l’input del “magico disco nero roteante” è venuto da mio padre che da bambino non solo mi faceva ascoltare i suoi dischi ma mi insegnava anche ad adoperarli, a metterli sul giradischi.

    Ha corso parecchi rischi perché ovviamente, come tutti i bambini di 3 4 anni, non è che potessi subito comprendere l’importanza soprattutto storica di quegli oggetti: ricordo bene di avergli spaccato un disco di Santana esattamente a metà. L’anno scorso tuttavia ho riparato al danno reperendo alla fiera del vinile di Milano un’altra copia di quel disco.  

    Ad oggi la mia collezione di vinili conta circa 7000 pezzi, di cui circa 6000 dischi mix e il restante migliaio album, prevalentemente vintage ma anche di artisti dei nostri giorni che, forse incredibile per alcuni ma vero, sono tornati ad investire sul vinile, sebbene con copie in tiratura piuttosto limitata; i dischi-mix, giusto per chiarire, sono dischi “singoli” stampati appositamente per i dj che si andavano acquistando di anno in anno seguendo le varie nuove discografiche (tieni presente che la dance music commerciale in Italia è stata stampata in vinile fino agli inizi del 2011, adesso con la preponderanza dei sistemi digitali sono, di fatto, scomparsi i supporti fisici – vinile e cd - per questa categoria di musica).

    Oltre che doppiatore ti diverti anche come Dj, fotografo e cameraman. Vuoi parlarcene?

    "Quanto a Dj ho fondamentalmente cominciato un po’ come tutti, specialmente ai tempi del vinile: cioè con le primissime feste private quando andavo alle medie, sostanzialmente compleanni a casa dei miei amici e quindi rigorosamente a titolo gratuito.

    Ho avuto anche esperienze in discoteca e in discopub, una volta sono anche andato in Germania, al Zapata di Stoccarda per una serata in cui uno dei gestori del locale, avendomi sentito mixare qui in Sicilia, mi ha voluto come dj ospite.  

    Quanto a foto e video, al primo anno di università a Palermo ho preso parte ad un progetto che aveva come scopo la realizzazione di un lungometraggio a soggetto. Mi sono iscritto e ho sostenuto il colloquio come cameraman ed in seguito, su suggerimento o meglio richiesta di uno dei docenti, ho studiato e poi svolto il ruolo di montatore.  

    Circa la fotografia l’input è stato originariamente ancora una volta mio padre che fin da piccolissimo mi faceva “giocare” con la sua reflex analogica. Poi arrivato all’Università ho studiato Storia e Tecnica della fotografia.

    E’ questo della fotografica , in effetti, l’unico autentico hobby che ho. Amo moltissimo ritrarre paesaggi, in particolare tramonti, ed in qualche rara occasione mi sono anche confrontato con i ritratti. Nulla di che."   

    Viste le tue innumerevoli passioni cosa vuoi fare da grande? 

    "In diversi mi fanno questa domanda e la risposta che dò è sempre la stessa: non ho grandi sogni di gloria, vorrei solo potermi alzare al mattino ed andare a lavorare col sorriso sulle labbra, cercando di mantenere il medesimo tenore di vita che i miei genitori mi hanno dato.

    Quanto al lavoro ne sono pressoché certo: io farò il doppiatore, con la speranza di tener comunque vive tutte le altre passioni."  

    Davide, grazie per la gentile intervista che ci hai concesso. Ad maiora!

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    Effeviauto 6 gennaio 2025