Salemi, nel ricordo di "mastru Caliddu", l'ultimo bottaio
del 2019-10-24
Alcuni ci sono ancora. Altri sono scomparsi da tempo. Sono antichi mestieri siciliani raccontati da foto d’epoca raccolte che vi proponiamo oggi per arricchire la ricostruzione dei lavori tradizionali iniziate dal nostro esperto Vito Marino. A Salemi tanti lettori ricorderanno di un Signore che di mestiere era un "aggiusta botti". "Lu vuttaru" era colui che costruiva e riparava le botti in legno.
Tutti prima mettevano il vino dentro o in una piccola botte o in quello che veniva chiamato "carrateddu",(una botte ancora più piccola). Durante la vendemmia si pigiava l'uva e si metteva il mosto nelle botti a fermentare. A fine autunno bisognava tramutare il vino e cioè togliere la feccia che per effetto della fermentazione si era depositata sul fondo della botte .
Questo era compito (nella maggior parte dei casi) del bottaio che era in possesso dell'attrezzatura adeguata. La feccia raccolta non si buttava ma veniva messa in un sacco e messa in alto a scolare e ne usciva un vinello abbastanza leggero. Il vino veniva tramutato ancora a marzo ma succedeva anche che quando il bottaio arrivava era rimasto pochissimo vino. L'ultimo bottaio è stato il famoso "mastru Caliddu" che sino al 1960 circa aveva la bottega in piazza San Francesco di Paola.