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"La mia tesi sulle arance siciliane e la Cina come opportunità. Il mio ritorno a CVetrano per la crescita del mio territorio". Storia di Loriana Caraccioli

del 2020-07-09

Immagine articolo: "La mia tesi sulle arance siciliane e la Cina come opportunità. Il mio ritorno a CVetrano per la crescita del mio territorio". Storia di  Loriana Caraccioli

Si è laureata lo scorso mese di marzo, con il massimo dei voti, con una tesi dal titolo "Zagare siciliane in Cina. L'accordo per l'esportazione delle arance siciliane nella cornice del Memorandum of Understanding", a conclusione del corso magistrale di Interpretariato e Traduzione in inglese e cinese presso l'Università degli Studi Internazionali di Roma.

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  • Nella sua tesi analizza l'intesa raggiunta tra Italia e Cina nel settore dell'agricoltura, ovvero il Protocollo per l'esportazione verso la Cina dell'Arancia Rossa di Sicilia IGP nelle sue varietà Tarocco, Moro e Sanguinello.

    Le informazioni sull'attività di export delle arance siciliane in Cina le ha tratte da un'intervista a Pietro Miosi, Dirigente dell'Area Brand e Marketing del Dipartimento Agricoltura dell'Assessorato Regionale Siciliano, dove si è recata personalmente.

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  • Stiamo parlando della 26enne castelvetranese Loriana Caraccioli che abbiamo avuto il piacere di intervistare.

    Come è stato laurearsi in modalità telematica?

    Laurearmi da casa, durante un'emergenza sanitaria, senza poter festeggiare insieme ad amici e parenti un momento tanto importante, era sicuramente l'ultima cosa che mi sarei aspettata. Ma mi ritengo fortunata di aver potuto condividere la gioia di quel momento con mia madre e mio padre, che ringrazio profondamente per avermi sempre supportata e aver reso tutto questo possibile.

    Di cosa parla la tua tesi?

    Lo scopo del mio elaborato è stato quello di analizzare l'intesa nel settore dell'agricoltura tra Italia e Cina, ovvero il Protocollo per l'esportazione verso la Cina dell'Arancia Rossa di Sicilia IGP nelle sue varietà Tarocco, Moro e Sanguinello.

    Nella tesi è inclusa anche la mia traduzione delle Misure per il controllo della sicurezza dei prodotti alimentari importati ed esportati della Repubblica Popolare Cinese. 

    Perché hai scelto questo argomento?

    Mi dava la possibilità di conciliare i miei studi sulla Cina, dove ho vissuto 5 mesi, con la volontà di promuovere la mia terra, la Sicilia, attrattiva, ricca di risorse naturali e di un patrimonio culturale inestimabile.

    Le informazioni e i dati che ho ottenuto fanno ben sperare in sviluppi positivi per il futuro per la filiera agrumicola siciliana, molto apprezzata nel mercato cinese e dalle tantissime potenzialità.

    Che impatto economico si stima per la Sicilia nel caso di avvio dell'export? 

    L'attività di export è già iniziata a Marzo 2019, e per l'anno 2019 il valore dell'export di arancia rossa di Sicilia in Cina ha raggiunto i 180 mila euro, con solo due aziende esportatrici. A febbraio 2020 c'erano già 10 aziende interessate e la stima è che possano aumentare a 20 l'anno prossimo.

    Quali saranno i prossimi passaggi da formalizzare tra Cina e Italia? 

    Migliorare la spedizione via aereo e attivare una logica di sistema. Le due tipologie di spedizione utilizzate sono quella via nave e quella via aerea.

    Via nave, il prodotto impiega dai 36 ai 42 giorni ad arrivare a destinazione, mentre via aereo la merce impiega solamente 48/72 ore. I costi ovviamente sono diversi, maggiori per la spedizione via aereo, ma la differenza è che con l'aereo la merce arriva fresca.

    Il problema, però, è che gli aerei cargo a Catania non possono atterrare per la pista troppo corta, perciò lo spedizioniere porta la merce a Milano, dove viene caricata sugli aerei cargo diretti in Cina. A Milano, lo spedizioniere deve assicurarsi che il prodotto non venga lasciato all'aria aperta e che venga coperto con un sistema per cui la temperatura non si innalza. Per cui, l'obiettivo è far partire aerei cargo direttamente da Comiso così da abbattere notevolmente i costi.

    Che tempistiche si prevedono? 

    A causa dell'emergenza sanitaria mondiale, l'attività di export verso la Cina si è congelata in attesa di un riavvio, si spera per l'anno prossimo.

    Visto che conosci bene il nostro territorio quali città beneficeranno in concreto di questo accordo?

    Le aziende esportatrici sono tutte di Catania, quindi beneficerà prima di tutto quella zona. L'accordo riguarda, infatti, solamente l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna, nella Piana di Catania, nelle sue varietà Tarocco, Moro e Sanguinello.

    L'arancia diventa rossa proprio grazie alla particolare escursione termica che si verifica ai piedi dell'Etna. Al momento non ci sono accordi per l'esportazione dell'arancia bionda di Ribera, ma si sta tentando di farli. 

    I cinesi apprezzano molto le arance siciliane? Come nasce questo accordo?

    I cinesi apprezzano soprattutto le nostre arance rosse per le loro proprietà organolettiche e salutistiche. In Cina l'arancia rossa non esiste, perché è tipicamente siciliana, e ai cinesi piace avere l'esclusiva su un prodotto. Inoltre, gli ispettori della qualità cinesi che sono venuti in Sicilia a visitare le coltivazioni di arance, sono rimasti affascinati dall'ambiente incontaminato e dalle coltivazioni biologiche.

    Per poter esportare i prodotti alimentari, bisogna stipulare un protocollo fitosanitario con il Paese terzo di destinazione. Circa tre anni fa l'Assessorato regionale siciliano ha iniziato a lavorare sul protocollo fitosanitario per esportare l'arancia rossa di Sicilia in Cina, e ha ottenuto l'approvazione da parte delle autorità nazionali lo scorso anno a Marzo 2019 e dopodiché sono iniziate le prime esportazioni.

    La firma del ministro delle politiche agricole, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio ha ufficializzato il trasporto via aereo degli agrumi. Lo sblocco della trattativa è stato possibile anche grazie al Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e ai tecnici dell'Assessorato per l'Agricoltura della Regione Sicilia.

    I rapporti diplomatici sono tenuti dal Ministero Affari Esteri che dialoga con l'Ambasciata italiana a Pechino e con l'ICE di Pechino. A livello fitosanitario, è il MIPAAFT italiano ad occuparsi dei rapporti e dialoga con l'Amministrazione Generale delle Dogane della Repubblica Popolare Cinese. A livello regionale, il gruppo di lavoro è costituito dalla Regione, dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia e dal Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP, ai quali aderiscono le aziende produttrici ed esportatrici. 

    Cosa vuoi fare da grande?

    Da poco sono una docente di una scuola privata di Mazara del Vallo, dove propongo corsi di cinese e inglese. Il tutto nasce dall'idea innovativa di due giovani che hanno l'obiettivo di proporre un'offerta formativa innovativa ed economicamente accessibile a migliaia di studenti.

    Il mio obiettivo è quello di condividere e trasmettere le mie conoscenze e competenze, sia nel campo dell'insegnamento che in quello dell'interpretariato e della traduzione, e di dare un contributo positivo al territorio dove sono nata e cresciuta.

    Il mercato cinese, inoltre, rappresenta una preziosa opportunità per lo sviluppo della nostra isola, perciò mi piacerebbe inserirmi nell'ambito dell'interpretariato cinese per fornire quindi un contributo concreto al mio territorio, che ha bisogno sempre più di figure professionali che siano formate per diventare interpreti di cinese.

    Magari inserirti nell'ambito dell'attuazione di questo accordo, visto che parli anche il cinese, potrebbe essere una bella opportunità. Che ne pensi?

    Potermi inserire nell'ambito dell'attuazione di questo accordo sarebbe una bella opportunità e mi permetterebbe di sfruttare le competenze e conoscenze acquisite per aiutare a sviluppare positivamente il territorio.

    Pensi che la politica debba puntare anche su altri accordi con la Cina che riguardano anche altri prodotti,come per esempio le olive che meriterebbero mercati più importanti sollevando cosi la nostra agricoltura troppo spesso con prezzi bassi rispetto alla qualità del prodotto?

    I cinesi apprezzano i prodotti Made in Italy, e in particolar modo i prodotti siciliani, i dati sulle esportazioni di vino siciliano ce lo confermano. Anche l'olio extravergine di oliva è tra i prodotti più apprezzati in Cina, quindi credo che si potrebbe tentare di puntare anche sull'export di olive e magari cercare di piazzarle su una fascia medio-alta del mercato cinese, come si sta facendo con le arance. I cinesi guardano con interesse ai nostri prodotti perché sono di qualità.

    Forse non molti sanno che nel 2018 è nato il portale Food2China, una piattaforma online attraverso la quale le aziende possono mostrare i propri prodotti alimentari agli importatori e ai distributori cinesi. Grazie all'accordo tra l'ICE e l'Imported Food Association (IFA) di Guangdong è stato possibile aprire un padiglione italiano sulla piattaforma, al quale possono aderire 30 aziende a semestre ad un costo di 200 euro. L'unico requisito è quello di possedere un fatturato export superiore a 500.000 euro.

    Su questa piattaforma, le aziende godono di molti vantaggi tra cui richieste e contatti commerciali illimitati, informazioni su dazi, etichetattura e altri suggerimenti professionali, la pubblicazione dei propri prodotti su WeChat, che è il social cinese più diffuso ed è essenziale se si vuole commerciare con la Cina.

    Il progetto Food2China può rappresentare una vetrina importante anche per le piccole imprese italiane che non riescono a inserirsi da sole nel mercato cinese. La cosa importante è avere una buona strategia, un prodotto di qualità e le giuste conoscenze.

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