Quando l'arte è passione e talento. Da CVetrano a Milano passando per Parigi. Storia di Vincenzo Zancana
di: Mario Butera - del 2018-07-12
In foto: zancana
Vive e lavora a Milano ma le sue origini sono castelvetranesi. Stiamo parlando dell'artista emergente Vincenzo Zancana che, nonostante la giovane età, vanta già numerose esposizioni sia in Italia che all’estero. Attraverso le sue opere cerca di analizzare l’inconscia dipendenza dell’uomo rispetto ai propri oggetti personali. Noi della redazione lo abbiamo intervistato.
Ciao Vincenzo, qual è stato tuo percorso di studi?
Ho studiato Arti Visive-Grafica all’Accademia di Belle Arti di Palermo e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2014 ho vinto una residenza d’artista a Barcellona presso l’Escola Massana per la realizzazione di una Edizione d’Artista. Nel 2016, invece, ho svolto un Master in Fine Arts-Printmaking presso la Royal Academy of Fine Arts of Antwerp, esperienza molto formativa che mi ha portato a partecipare a numerosi progetti espositivi come Sketch the Sound IV (Anversa), I like the way you walk (Bruxelles) e De Sokkel Van Teniers (Anversa).
Nello stesso anno sono stato selezionato per l’artistic contest ARTGöN presso la Galleria Passage de Retz di Parigi.
Cosa rappresenti ed esprimi con la tua arte?
Il mio lavoro indaga le sottili origini della memoria nei confronti dell’uomo; il tempo, l’ossessione e la catalogazione sono le componenti su cui intervengo attraverso la stampa d’arte, la fotografia e le installazioni.
Nelle mie opere cerco di analizzare l’inconscia dipendenza dell’uomo rispetto ai propri oggetti personali. Questa condizione deriva dall’incessante bisogno dell’uomo di lasciare una traccia, essere parte presente nel tempo. La mia ricerca artistica cerca di relazionare la fragilità dei ricordi legati ad oggetti con il profondo legame che l’uomo ha con essi, un legame spesso dovuto dal sex-appeal dell’inorganico, un istinto primordiale quasi carnale che è alla base del nostro quotidiano.
La frammentazione, l’accumulo, la ripetizione e l’archiviazione sono gli elementi visivi nelle mie opere, elementi che vengono mantenuti o riportati in vita in una nuova realtà, dove vengono collocati e ricollocati ossessivamente. Provo un certo interesse verso l’abbandono e tutto quello che è passato interrogandomi sul concetto di tempo e sulla traccia che ogni uomo lascia nel suo passaggio.
Nonostante la giovane età, hai già al tuo attivo diverse esposizioni sia in Italia che all’estero.
Si, come Paper vs Cement alla Gallerija Stavb a Belgrado, Mirror Face to Face a Tallin nella National Library of Estonian, HERE xxx presso la Cavallerizza Reale a Torino, Mnemorie nello Spazio Mantegna a Milano, GARvsBrera presso la Galleria Velasquez a Milano.
Lo scorso anno sono entrato a far parte del Museo della Permanente di Milano come artista socio e ho vinto insieme ad altri 5 artisti il bando del comune di Milano M4 per l’installazione site specific Movimento/Segno/Idea presso le cesate in piazza San Babila.
Quest’anno ho vinto un bando under 35 istituito dal Museo Civico di Crema e del Cremasco per un’esposizione presso le prestigiose sale del Museo e ho creato insieme ad altri 8 artisti e un critico il collettivo GAZABOI.
In questi giorni, proprio con il collettivo GAZABOI, avete allestito la vostra prima mostra in Sicilia. Raccontaci un po’?
GAZABOI, come detto, è un collettivo artistico composto da alcuni giovani artisti under 35, tutti provenienti dall’area del Mediterraneo. L’esposizione è allestita a Carini presso l’ex Convento dei Carmelitani, attualmente sede del museo civico, e sarà aperta al pubblico fino la 19 agosto.
E’ visitabile gratuitamente dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 14 e dalle 15 alle 19.
La mostra, realizzata interamente “site- specific” per le sale del convento, parte dal concetto dell’identità ferrea che caratterizza le origini dei Carmelitani.