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Da Calatafimi alla Tanzania in prima linea per la lotta all'AIDS. Storia di Giulio Montalbano

di: Mario Butera - del 2018-06-19

Immagine articolo: Da Calatafimi alla Tanzania in prima linea per la lotta all'AIDS. Storia di Giulio Montalbano

Giulio Montalbano, ventisette anni, è un giovane cooperante originario di Calatafimi Segesta. Attualmente si trova in Tanzania dove per un anno lavorerà come project assistant in un importante progetto di lotta all’Hiv/Aids sviluppato da Medici con l’Africa Cuamm nell’area di Bariadi, nel nord del Paese.

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  • Prima di partire per l’Africa ci ha concesso una breve intervista.

    Ciao Giulio, non è la prima volta che parti per la Tanzania. Perché hai deciso di tornare in Africa?

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  • Si, sono stato in Tanzania per un anno e sono rientrato lo scorso settembre. Nella mia prima esperienza ho seguito la gestione di due orfanotrofi e di un centro di riabilitazione per disabili. In Tanzania ho potuto vedere in azione i medici del Cuamm e ho maturato la decisione di ritornare in Africa con l’organizzazione. Ho capito che il mondo delle cooperazione si adatta molto bene alle mie aspirazioni e che nel mio futuro ci saranno di sicuro diversi anni di impegno in questo splendido continente.

    Cosa ti ha conquistato di questo continente?

    E’ un continente che mi affascina fin da bambino e proprio sulla Tanzania e sul suo storico presidente Julius Nyerere ho scritto la mia tesi di laurea in Scienze Politiche.

    Mi piace la genuinità dei rapporti che si possono creare con la gente in Tanzania, la leggerezza d’animo che c’è anche nelle difficoltà.

    Ho avuto l’occasione di conoscere diverse persone del posto e sono nate anche delle belle amicizie.

    Parlaci di questo nuovo progetto che ti vede impegnato nuovamente in Tanzania?

    Si tratta di un progetto destinato alla lotta dell’Hiv in una delle zone dell’Africa più segnate da questa epidemia silenziosa. In Tanzania circa 1.400.000 persone sono affette dal virus e solo nel 2015 si sono registrati 54.000 nuovi casi, con 36.000 decessi.

    Il progetto si chiama “test and treat” e ha l’obiettivo di creare in cinque anni, una rete capillare di centri di salute e gruppi di aiuto comunitari sul territorio per sottoporre al test per l’HIV 300.000 persone e metterne in trattamento 20.000 sieropositive.

    In cosa consiste l’approccio “test and treat”?

    Il Test & Treat (test e trattamento) è un piano innovativo. Diversamente da quanto si fa oggi in Tanzania e in molte parti dell’Africa, infatti, questa modalità di cura si propone di mettere in trattamento con i farmaci antiretrovirali tutti i pazienti che risultano positivi al test per l’Hiv, non solo quelli con il sistema immunitario gravemente compromesso. In questo modo si può garantire una maggiore certezza nella prevenzione della diffusione del virus, oltre che un miglioramento delle prospettive di vita dei pazienti.

    Come possiamo sostenere il vostro progetto?

    E’ semplicissimo. È possibile sostenere il lavoro dei medici del Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org. Con 5 euro è possibile garantire un test per l’Hiv.

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