Golem 2, le dichiarazioni dei legali di Ippolito e Filardo: "Abbattuto il castello accusatorio"
(fonte: Gds) - del 2013-11-14
Solo due gli assolti per “non aver commesso il fatto” nel processo di primo grado “Golem 2" svoltosi a Marsala e che ha visto la condanna degli otto imputati quasi tutti castelvetranesi. Una liberazione da un incubo dopo quasi quattro anni per Leonardo Ippolito, conosciuto da tutti come Nanà che era stato arrestato il 15 marzo del 2010 con l’accusa infamante di associazione mafiosa. Il Pm aveva chiesto 18 di reclusione anni ma il Tribunale ha sposato la tesi difensiva e ha di fatto cancellato l’impianto accusatorio.
Momenti di grande felicità per lo stesso Nanà Ipopolito che raggiunto telefonicamente ha dichiarato: "Sono stato sempre fiducioso nella Magistratura perché ero convinto della mia estraneità ai fatti contestatemi. Voglio vivere questa gioia con i miei figli, i miei cari e parenti e amici che mi sono stati sempre vicini”.
Il legale dello stesso Giuseppe Scozzola: "Il castello accusatorio è crollato in ordine alle intercettazioni ambientali e telefoniche dal contenuto contrario a quanto ipotizzato. Una lettura attenta ha dimostrato che la condotta del mio assistito non era quella di un associato ma del tutto normale. La Polizia giudiziaria ha letto a campione falsificando una realtà diametralmente opposta. Abbiamo insistito per una lettura completa di tutte le intercettazioni che hanno dimostrato l’estraneità ai fatti contestati al mio cliente”.
Anche l’avvocato Vito Signorello, che ha difeso Giovanni Filardo, precisa che: "il fratello del suo assistito Matteo, imputato nello stesso processo era stato assolto un anno prima con formula piena dalla Corte di Appello di Palermo dal reato di estorsione aggravata con metodo mafioso. Adesso l’assoluzione del fratello”.
L’avvocato Franco Messina difensore di Giovanni Craparotta è fiducioso per il suo assistito in quanto: “la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a otto anni di reclusione con rinvio alla Corte di Appello per la rideterminazione della pena”.