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La psoriasi. Tra cause e conseguenze psicologiche. Ecco cosa sapere

di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2021-04-27

Immagine articolo: La psoriasi. Tra cause e conseguenze psicologiche. Ecco cosa sapere

Definire la psoriasi solo come una malattia cronica della pelle è riduttivo. Questa patologia infatti non compromette solo il benessere fisico del soggetto ma anche quello emotivo dal momento che ha un impatto sulla qualità dell’individuo non indifferente.

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  • Quali le cause? Ancora ad oggi c’è poca chiarezza sulle cause ma una certezza c’è: la psoriasi è una patologia multifattoriale, oltre ad una componente genetica e immunologica, un ruolo fondamentale lo gioca sicuramente la reazione del soggetto agli eventi esterni. Sembra infatti che lo stress psicofisico o gli eventi traumatici possano esacerbare i sintomi o riattivare la malattia dopo la remissione.

    Quali sono le conseguenze psicologiche? Ansia, depressione e isolamento sociale sono tra le conseguenze più diagnosticate. Il soggetto con psoriasi infatti si ritrova a scontrarsi con emozioni come rabbia, vergogna e imbarazzo. Teme il giudizio esterno e ha paura del confronto con una realtà diversa dalla propria.

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  • Ricordiamoci che, soprattutto al giorno d’oggi, con i social si assiste ad un continuo sfoggio dell’estetica che ha portato sicuramente un grave danno all’autostima di molti soggetti che presentano patologie invalidanti o disabilità. Ma a onor del vero bisogna anche riconoscere il lavoro di tantissimi utenti che hanno cercato di sensibilizzare tantissime persone e rendere normale quello che molti hanno sempre guardato con paura.

    Quali cure? La psoriasi rappresenta a livello psicologico la difficoltà di comunicare le emozioni. Il soggetto interpone una barriera tra sé e il mondo e quindi è come se la pelle assorbisse le emozioni del soggetto per rimandarle poi all’esterno.

    Bisogna quindi rivolgersi sicuramente ad un terapeuta per migliorare la consapevolezza delle proprie emozioni, ovvero la capacità di riconoscerle e capire dove sono radicate. Un grande lavoro va fatto anche sull’autostima del soggetto per sviluppare nuovi punti di forza e appigli sicuri che possano riportarlo alla luce e permettergli di affrontare la malattia come occasione e non come impedimento.

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