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Storia di Eric Clapton, straordinario cantante ed eccezionale chitarrista blues

di: Luigi Simanella - del 2019-01-19

Immagine articolo: Storia di Eric Clapton, straordinario cantante ed eccezionale chitarrista blues

(ph. www.decine21.com)

Su invito di molti amici amanti della musica rock e d’accordo con il mio editore, riprendiamo la pubblicazione d’alcuni articoli nei quali racconto la storia della musica rock a livello mondiale. La rubrica nella quale possono essere letti ed, eventualmente, commentati è “Il mio rock”.

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  • C’eravamo fermati a David Bowie. Riprendo partendo dall’anno 1963. Il cantautore Eric Clapton, eccezionale chitarrista blues soprannominato dal suo impresario “Slowhand” manolenta, dopo un paio d’esperienze fatte dapprima con i “The Roosters” e, poi, con i “The Engineers” entra a far parte della famosa band inglese degli “Yardbirds”, gruppo che possiamo sicuramente definire come pioniere della musica rock-blues britannica verso la quale Clapton era più portato.

    Con gli “Yardbirds”, nei due anni che hanno suonato assieme, ha scritto intere pagine di bella musica, prima della loro separazione artistica. La causa della rottura fu dovuta al cambio di rotta musicale degli “Yardbirds”, che dalle evoluzioni blues si concentrarono maggiormente su quelle rock. Per far ciò si sono avvalsi della maestria di chitarristi del calibro di Jeff Beck e Jimmy Page. Quest’ultimo, per la verità, era già il loro bassista.

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  • Dopo una serie di grandi successi come “For Your Love”, uno dei classici dell'epoca, il gruppo raffinò il suo modo di suonare giungendo a un genere beat più duro e sperimentale. Con la loro musica riuscivano a connettere il rhythm’n’blues, proveniente dagli Stati Uniti, con lo stile psichedelico al quale si rivolgevano i gruppi musicali d’allora. S’affermarono anche col british blues e col garage rock.

    Possiamo considerarli anche pionieri del punk e, più tardi, dell'acid rock e del progressive rock, il genere musicale che più preferisco. Furono i primi a utilizzare i pedali d’espressione per chitarra come il famoso distorsore Tone Bender, inventato da Gary Stewart Hurst, un mio carissimo amico del quale mi sono occupato in altri miei interventi giornalistici. Gli altri effetti speciali a pedale realizzati da Gary e utilizzati da tutti i chitarristi del mondo per dare al loro strumento, modificandone il suono, quelle sonorità molto ricercate nel mondo della musica sono stati: il flanger, il phazer e il chorus.

    Tornando agli “Yardbirds” essi erano nati per confrontarsi con i “Rolling Stones”, ma il loro era un blues più delicato, anche se a tratti un po’ arrabbiato. Fu nell’anno 1966, quando il loro blues s’avvicinò maggiormente al rock psichedelico che incisero il loro più grande successo, il singolo “Shapes of things”. L’avventura degli “Yardbirds”, dopo aver cambiato ben cinque formazioni, finì nel 1968.

    Clapton passò con i “Bluesbreakers” di John Mayall, poiché non voleva abbandonare il blues. Si guadagnò anche una scritta celebrativa sui muri della metropolitana di Londra, “Clapton is God”, in cui era considerato il “Dio della chitarra”. Eric per la verità non gradì questo epiteto, anche s’era ben conscio d’essere considerato da tutti gli addetti ai lavori il migliore chitarrista al mondo di rock’n’blues”.

    Il gruppo, però, con il quale Clapton raggiunse il massimo della fama, fu un trio d’eccezionali musicisti, i “Cream”, la “Crema” (s’intende dei musicisti). Gli altri due prestigiosi nomi furono: il batterista Ginger Baker e il bassista Jack Bruce ch’erano ritenuti, per quel periodo, i migliori sulla piazza. Il loro impegno durò dal 1966 fino al novembre del 1968. Fu in quell’anno che organizzarono, alla “Royal Albert Hall” di Londra, il loro ultimo concerto e dove presentarono anche l’album “Goodbye” con il quale chiusero la loro parabola artistica.

    In seguito, sia Clapton sia Baker e Bruce, fecero diverse esperienze solistiche e altre con gruppi formati sempre da bravi interpreti della musica blues rock. L’album che consentì a Clapton nel 1993 d’essere premiato con ben sei oscar della musica, i Grammy Awards, fu “Unplugged”. Per la verità di Grammy ne aveva già ricevuto uno nel 1972 per la partecipazione a “The Concert for Bangladesh”, un triplo album ricavato dal concerto di beneficenza per il Bangladesh tenutosi al “Madison Square Garden” di New York il 1º agosto 1971.

    L’evento fu organizzato da George Harrison per raccogliere dei fondi da destinare a quelle popolazioni gravate da notevoli difficoltà economiche. Un altro Grammy Eric lo meritò con il singolo “Bad love” del 1991. Egli non era nuovo a esperienze compiute con Harrison. Nell’anno 1968 aveva composto, a quattro mani, il singolo “Badge”. Tutto questo al di là del fatto ch’egli avesse sposato, nell’anno 1979, Patti Boyd, già moglie di George Harrison.

    Divorziò anch’egli da lei per unirsi con la nota showgirl Loredana “Lory” Del Santo, conosciuta un anno prima a Milano durante una sua tournée italiana. Dalla loro unione il 21 agosto 1986 nacque Conor che, purtroppo, morì tragicamente il 20 marzo del 1991 dopo essere caduto accidentalmente da una finestra del cinquantatreesimo piano d’un grattacielo di New York, abitato in quel periodo dalla coppia. Al piccolo Conor il papà dedicò “Tears in Heaven”, una struggente ballata inserita nella colonna sonora del famoso film “Rush” del 1992.

    Un’altra grande esperienza fatta da Clapton fu il favoloso concerto tenuto insieme ai “Who” presso il “Raimbow Theatre” di Londra, per il quale fu realizzato un prestigioso album live. Il più grande successo di Clapton, però, che divenne uno dei migliori album dal vivo della discografia internazionale, fu il doppio “Just one night” del 1980.

    L’attività musicale di Eric Clapton fu orientata anche verso le colonne sonore di film di successo. Magistrale è stata la sua partecipazione al film “Tommy” dei “Who” del 1975, la più grande opera rock di tutti i tempi. Per la cronaca la prima opera rock della storia fu “Hair” del 1967, un musical che trattava di temi hippie. Ne seguì un doppio album in vinile, “Jesus Christ Superstar”, del 1970. Nella registrazione originale la parte di Gesù è stata interpretata da Ian Gillan, cantante storico dei “Deep Purple”.

    Conservo gelosamente, fra i miei cimeli più preziosi, un portafogli sul quale ha posto la sua firma, dopo che lo raggiunsi nel camerino alla fine d’un suo concerto a Milano nel lontano 1979. L’ho rivisto, dopo più di trent’anni, a Palermo insieme ai “Deep Purple”. Del famosissimo musical di Webber e Rice, nell’anno 1973, è stata fatta anche una trasposizione filmica della quale possiedo una copia.

    Ancora oggi l’attività di Clapton risulta intensa avendo collaborato con moltissimi artisti di fama mondiale quali: Elton John, Sting, Neil Young, Lou Reed, Billy Preston, Steve Winwood, Jeff Beck, Paul McCartney, Mark Knopfler. Non ha disdegnato, poi, d’esibirsi con artisti italiani del calibro di Pino Daniele, scomparso la sera del 4 gennaio del 2015 in seguito a un infarto, con il quale s’è esibito per il concerto di beneficenza tenutosi il 24 giugno 2011 nello stadio di Cava de' Tirreni, alla presenza d’un pubblico di circa diciassettemila spettatori.

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