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Il "Cantastorie" tra musica folk, storia e tradizione. Ricordando Rosa e le sue indimenticabili melodie

di: Solidea Guzzo - del 2017-10-06

Immagine articolo: Il "Cantastorie" tra musica folk, storia e tradizione. Ricordando Rosa e le sue indimenticabili melodie

Leggendo e sbirciando alcuni libri sulla Sicilia, mi sono imbattuta in un personaggio tipico della musica popolare siciliana: il “Cantastorie”.

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  • Il cantastorie è una figura tradizionale della letteratura orale e della cultura folklorica, un artista di strada che si spostava nelle piazze e raccontava con il canto una storia, sia antica (magari in una nuova versione) sia riferita a fatti e avvenimenti contemporanei.

    Le storie narrate entravano a far parte del bagaglio culturale collettivo di una comunità. I cantastorie accompagnavano la "cantata"con uno strumento: solitamente era la chitarra, ma ne usavano anche altri, come ad esempio la fisarmonica (o la lira in tempi più remoti). Si aiutavano con un cartellone su cui veniva raffigurata la storia, descritta nelle principali scene. La loro opera veniva remunerata con le offerte degli spettatori o con la vendita di foglietti volanti, su cui era descritta la storia.

    L’illustre cantastorie di cui voglio parlarvi ha amato tanto la sua terra, più di ogni altro. Sto parlando della cantastorie siciliana Rosa Balistreri, nota non solo per aver recuperato testi antichi, ma anche per averli reinterpretati attualizzandoli al suo ambiente culturale.

    Rosa Balistreri nacque nel 1927 in un quartiere degradato di Marina di Licata, in provincia di Agrigento. Figlia di un falegname geloso e violento. La famiglia era molto povera e Rosa visse l’infanzia e la giovinezza nella miseria. Fin da bambina si dedicò ad attività molto umili. In queste difficili condizioni Rosa, dalla voce carica, roca e profonda, riversava nel canto la sua disperazione e la sua speranza.

    Importante nella vita di Rosa fu l’incontro con Ignazio Buttitta, il grande poeta dialettale siciliano, che la spinse ad andare oltre all’interpretazione dei canti siciliani classici e a comporre nuove melodie, fornendo anche la traccia musicale oltre all’interpretazione canora. Ciò che la caratterizzava era la sua voce, dal timbro strozzato e angosciato. Cantava per sfogare la rabbia. Il timbro forte ed originale della voce le consentì in seguito di interpretare le canzoni popolari siciliane con un tono fortemente drammatico esprimendo il senso di povertà e orgoglio della sua terra. Il suo divenne un canto di protesta, una protesta rivolta alla società in cui viveva.  

     

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    Effeviauto 6 gennaio 2025