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È venuto a mancare il partannese Fortunato Atria. Una vita per i giovani, la pallavolo e la famiglia

del 2023-01-02

Immagine articolo: È venuto a mancare il partannese Fortunato Atria. Una vita per i giovani, la pallavolo e la famiglia

Partanna piange il 71enne Fortunato Atria, conosciuto da molti come Eustachio.
È stato un docente di educazione fisica, ora in pensione. Ha insegnato per tanti anni a Salemi ed è inoltre stato un allenatore di pallavolo anche dopo il pensionamento. Oltre ad insegnare, è stato allenatore della pallavolo maschile partannese. Ha sempre creduto fortemente nei giovani e nello sport anche come riscatto sociale. Chiamava le sconfitte “panzate”. Lo spirito di squadra per lui era il fulcro di ogni cosa, nello sport come nella vita.

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  • Considerava la pallavolo, citando Berruto, “uno sport da sovversivi”, in grado di far crescere ragazze e ragazzi nel culto della forza e bellezza della squadra, del collettivo e della comunità. 
    Per lui vittoria voleva dire cercare sempre di essere il meglio che possiamo. 

    Tanti gli amici che lo hanno ricordato, tra cui Giusy, una sua ex allieva: “Fa male sapere che non lo incontreremo più alla cartoleria. Era sempre un'occasione per ricordare i bei tempi, quelli che non tornano più, in cui si stava bene con poco e lo sport donava senso alla vita di tanti ragazzi. Stimavamo tutti Eustachio perché era autentico, così come quando decise di lasciare la squadra, ma noi ci siamo presentati tutti a casa sua per dissuaderlo: una squadra, dei valori, un modo di essere. Questo ci hai donato e voglio ricordarti così. Siamo vicini ai figli Mario e Valeria ed alla moglie Franca Inzerillo.

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  • Lo ricorda così anche un suo allievo, Santino Atria: “Oggi è veramente un brutto giorno, vai via in punta di piedi senza rumore. Mi piace ricordarti con il tuo sorriso e con la tua inseparabile sigaretta. Sei stato un grande amico e mentore. Tanti sono stati i momenti passati insieme, tra vittorie sconfitte. Caro prof. Eustachio rimarrai per sempre nei nostri cuori, sarà bellissimo ricordarti con i tuoi tanti episodi pallavolistici. Ciao Prof.”

    Ed ancora, il ricordo da parte di Tamburello sui suoi social, un altro dei tanti suoi allievi: ““Tu sei il figlio di Tommaso e Mirella? Per oggi non ti faccio allenare, però domani fai venire mamma e papà così poi puoi giocare con i tuoi compagni”.
    Avevo solo 5 anni ma ricordo perfettamente ogni singola parola esatta di quel momento. Quel momento in cui la mia vita ha preso la strada alla quale era destinata.

    Si dice che un allenatore lasci un segno indelebile nella vita di un atleta. Una traccia che va oltre il campo di gioco, un valore che ti forgia la personalità e che ti porti dietro tutta la vita come un vero marchio di fabbrica.

    A Partanna siamo in tanti ad avere l'onore di avere quel marchio, frutto degli insegnamenti di tattica e di vita di una grande persona, di un uomo che ha speso anni di vita e salute per regalarci una dote che solo adesso scopriamo essere immensa. Una persona alla quale dobbiamo dire mille volte grazie, alla quale devo dire mille volte grazie.

    E allora grazie Prof. Grazie per avermi accolto in quel gruppo di bambini. Grazie per avermi insegnato cosa vuol dire squadra. Grazie per avermi fatto giocare. Grazie per avermi fatto vincere. Grazie per avermi portato fino al ritiro con la nazionale giovanile. Grazie per avermi fatto diventare un capitano. Grazie per avermi fatto alzare coppe e baciato medaglie. Grazie per avermi regalato una bella storia sportiva. Grazie per il bagher, il palleggio, la schiacciata, la battuta, il muro. Grazie per avermi insegnato a giocare in tutti i ruoli. Grazie per avermi reso conosciuto nella pallavolo siciliana.
    Ma soprattutto, grazie per avermi insegnato a perdere ed a reagire con dignità e accettazione alle sconfitte. Grazie per aver contribuito a rendermi uomo e uomo di sport.
    Grazie per tutto il tempo dedicato a me e agli altri ragazzi. Grazie per averci tolto dalla strada. Grazie per avermi consigliato e sorriso anche in tutti gli anni in cui le nostre strade si sono separate ma le nostre anime hanno continuato a giocare insieme. Grazie di tutto.

    Oggi la tristezza e la commozione prevalgono, ma le prometto di trasformarle in forza e determinazione e di portare tutti i suoi insegnamenti nel cuore delle mie atlete, come lei ha fatto con me.
    Un giorno ci rivedremo e parleremo ancora di pallavolo, insieme a tutta la Libertas Partanna.
    È stato un onore averla come allenatore. Sarà un privilegio averla come esempio.
    Grato per sempre.
    Addio “professò””
    .

    La Redazione si unisce al dolore dei familiari.

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