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La "passiata" in via Vittorio Emanuele e gli altri ricordi di una Castelvetrano che fu

di: Pietro Errante - del 2018-07-06

Immagine articolo: La "passiata" in via Vittorio Emanuele e gli altri ricordi di una Castelvetrano che fu

(ph. Il castelvetranese doc)

Ricordi di una giovinezza sempre più lontana quando con gli immancabili amici si scendeva e si saliva diecine di volte la via Vittorio Emanuele, dalle nostre parti conosciuta come "strata di la cursa" così ribattezzata per via della corsa equestre che vi si svolgeva in tempi ormai trapassati.

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  • La centralissima via Vittorio Emanuele era il salottino bello di Castelvetrano assieme alla bellissima piazza Garibaldi e rappresentava il cuore pulsante del centro storico. Probabilmente non c'era castelvetranese che almeno una volta a settimana non facesse la classica "passiata a la strata di la cursa", ricca di negozi, con l'ufficio postale centrale (ancora lì ubicato), il cine teatro Palme, l'Upim, l'Ideal Standard (appena un centinaio di metri verso la “chiazza” c'erano i magazzini storici del Depas).

    Quante passeggiate in quei luoghi della gioventù, con gli studenti che si ritrovavano il sabato pomeriggio per scambiare le proprie impressioni dopo una settimana di studio e di scuola, andare al cinema (c'erano anche il Capitol nella via Bonsignore e il cinema Marconi, quest'ultimo rimasto l'unico in attività). E poi tante boutique, negozi di scarpe e pelletterie, botteghe artigiane, esercizi commerciali come la storica putia di Santangelo.

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  • Già... le putie: ce n'erano davvero tante sparse in tutta la città. Trovavi tutto il necessario sotto casa. Non c'era bisogno di avere dispense particolari, nè di fare scorte. Ciò che serviva era praticamente a due passi da casa.

    Tanti gli artigiani in attività e nei vari settori: ricordo in particolare i saloni dei barbieri con i cavallucci per i più piccoli (la mia famiglia si serviva da lu zu Bertu Cusumanu in via Garibaldi bottega sempre affollatissima alla ricerca dei calendarietti profumati di fine anno con donnine osè in costumi succinti). A due passi da casa, c’era il negozio da ciabattino dei fratelli Triolo, uno dei quali eccellente clarinettista, batteva su suole e tacchi a suon di musica.

    Si correva il giovedì pomeriggio allo stadio per la partitella di allenamento della Folgore e poi tutti su per la via Garibaldi fino alla omonima piazza, alle attigue Umberto I e Principe di Piemonte da cui si snodava la via Vittorio Emanuele, la strata di la cursa, fino alla piazza Matteotti.   

    Quelle passiate in via Vittorio Emanuele erano il nostro divertimento sociale, come le passiate selinuntine nelle estati di fuoco quando la sera col sole tramontato si respirava l'aria fresca del mare al molo o si faceva il lungo giro dei templi passando per Calannino. Quei percorsi li facevamo ormai ad occhi chiusi, erano i nostri divertimenti, le nostre passeggiate quotidiane, l’andirivieni frenetico di tutte le stagioni. Al bar Brillo si prendeva la classica buonissima granita con brioche, dai fratelli Garofalo o Pompei i cannoli e le cassate domenicali dopo la messa delle 9 alla Madrice di padre Geraci.

    Il pranzo domenicale era la festa delle feste, tutti attorno al desco con il pensiero rivolto alla partita casalinga della Folgore e alle radioline che trasmettevano tutto il calcio minuto per minuto. 

    La globalizzazione, l'avvento dei grandi centri commerciali, l'impossibilità di tenere il passo dei grandi colossi della distribuzione ha causato ovviamente la chiusura di quasi tutti questi negozietti, esercizi commerciali, botteghe artigianali.  

    Adesso ci si reca nella zona artigianale di contrada Strasatto dove nel corso degli ultimi anni sono sorti centri commerciali, ma anche officine e laboratori artigianali, esercizi commerciali, pasticcerie, fabbriche di mobili. Ovviamente il centro storico di Castelvetrano si è svuotato, con la chiusura al traffico dell'ex piazza Garibaldi, la desertificazione è stata un fenomeno conseguenziale. C'era il cuore pulsante di una Castelvetrano viva, ricca anche di discrete opportunità lavorative come la nostra meravigliosa Ferrovia, che dava sostentamento ad oltre 500 famiglie con un notevole sostegno a tutta l'economia locale, ma anche fabbriche come l'Imam, la Saica, le numerose concessionarie di auto, decine di altre attività sono scomparse sotto i colpi della grande distribuzione ormai affermata in ogni parte del mondo.

    Resta il ricordo e la nostalgia per quell'andirivieni, acchiana e scinni nta la strata di la cursa, e le fresche passeggiate selinuntine al chiaro di luna. 

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