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"La polverina magica di nonno e quelle giornate indimenticabili a Triscina"

di: Pietro Errante - del 2017-05-18

Immagine articolo: "La polverina magica di nonno e quelle giornate indimenticabili a Triscina"

Agli inizi degli anni '70 mi capitava spesso di andare a trovare mio nonno acquisito (in realtà era il nonno di mia moglie, allora mia fidanzatina). Si chiamava Diego Mangiapanello, aveva acquistato negli anni prebellici (seconda guerra mondiale) una "lenza" di terreno a Triscina, allora zona desertica costiera tra Marinella Selinunte e Tre Fontane.

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  • Mi raccontava spesso, il nonno, di aver comprato quel lungo e stretto lotto di terreno sabbioso con annesso un magazzino rurale mezzo diroccato, pagandolo con i risparmi di una vita custoditi in un "fazzuletteddu di sita" con cui si presentò dal Notaio per procedere all'acquisto e pagare il precedente proprietario.

    Così nonno Diego era diventato proprietario di questa bellissima striscia di terreno che si distendeva dalla strada sterrata fino alle altissime dune di sabbia a ridosso del mare più bello del mondo.

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  • Andavo spesso a trovarlo in quel paradiso terrestre, dove non c'erano case, nè auto, nè moto, nè tecnologie di alcun genere, ma solo e semplicemente una natura sfavillante di colori, di sapori, di profumi, di silenzi. In quella "lenza" nonno Diego aveva piantato pomodorini piccoli e rotondi, dolcissimi, vigneti che producevano un'uva dolcissima dagli acini piccolissimi da cui egli stesso produceva un vino che era un vero nettare.

    C'erano cedri, limoni, fichi, fichi d'india. L'acqua arrivava per caduta da un pozzo artesiano che aveva scavato a monte e dal quale si dipartiva un lungo tubo nero che riforniva il magazzino e che serviva per bere ed irrigare le piante.Insomma un indescrivibile trionfo della natura, un vero paradiso terrestre.

    Dietro le immense dune di sabbia che si scalavano con qualche difficoltà, si affacciava un mare limpido e cristallino, dai colori sgargianti del verde, del cobalto, dell'azzurro. Era un luogo da sogno!

    E quando andavo dal nonno, lui felice perchè gli facevo compagnia e me ne stavo lì anche per due o tre giorni, mi sembrava di fare un tuffo in un sogno soprannaturale.Era organizzatissimo, come tutti gli uomini di campagna, aveva due cani, parecchi gatti e quando si faceva l'ora del pranzo, usciva fuori dalla sua credenza vecchia e malandata, un barattolino:

    "Ora ti preparo un piatto di spaghetti con questa polverina magica" mi diceva pieno d'orgoglio e sicuro di sè. Quella polverina era un miscuglio indicibile di erbe tritate, con aggiunta di aglio tritato, timo, rosmarino, prezzemolo, salvia, insomma erbe aromatiche di ogni genere, con aggiunta di spezie e basilico.

    Gli spaghetti erano una delizia, ne mangiavamo a volontà, facendo spesso il bis. Poi ci si sedeva sotto un cedro a raccontarci le nostre impressioni. La sera, appena faceva buio ci sedevamo attorno al lungo tavolo di legno che aveva costruito con le sue mani e programmavamo la gita del giorno dopo alla Gaggera per una bella zabbinata dai pastori amici suoi.

    Difficile per me dimenticare quei meravigliosi anni della mia giovinezza nella Triscina bella e selvaggia di Nonno Diego

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