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Quando dopo l'estate selinuntine si tornava in paese con veri e propri traslochi

di: Pietro Errante - del 2015-11-27

Immagine articolo: Quando dopo l'estate selinuntine si tornava in paese con veri e propri traslochi

 Erano molte le famiglie castelvetranesi che negli anni 60-70 andavano in ferie a Selinunte (Triscina era ancora una zona rurale). Per i mesi di luglio e agosto si era soliti prendere in affitto una casetta (bastava anche una stanza che oggi viene chiamata monolocale) soprattutto cercando la soluzione migliore nei pressi dello Scalo.                 

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  •  Fin qui, nulla di nuovo rispetto a quanto accade oggi, tanto più che a Triscina vengono offerti alloggi per ogni gusto e per tutte le tasche. La peculiarità di quegli anni era costituita dal fatto che l’affitto di una casa comportava anche lo spostamento di mobili, letti ed elettrodomestici, quanto meno quelli indispensabili come il frigorifero che nella stagione estiva non poteva mancare.                          

    Si trattava in sostanza di mini traslochi che si effettuavano molto spesso tramite i tre ruote parcheggiati in piazza Regina Margherita, di fronte alla Chiesa di San Domenico. Il procedimento era grosso modo lo stesso ogni anno.

    Si contattava  il proprietario di un furgone, si pattuiva l’importo da pagare, si fissava l’appuntamento e si aspettava  il giorno stabilito preparando pacchi e pacchetti nei quali infilare indumenti, stoviglie, piatti, bicchieri, reti e materassi, il frigorifero, qualche sedia e un tavolo. Insomma l’indispensabile per vivere in maniera frugale quei due mesi estivi.                          

     Il tre ruote, tipo moto ape, arrivava secondo quanto pattuito all’ora ed il giorno del trasferimento (di solito fine giugno o i primi di luglio), caricava tutto quanto sul cassone dove i vari oggetti venivano collocati ad incastro e poi ancorati con funi.

    Il viaggio per Selinunte durava una mezz’oretta. All’arrivo si procedeva alle operazioni di scarico, per cui una giornata se ne andava solo per caricare e scaricare gli oggetti .

    Un paio di altre giornate occorrevano poi per sistemare  arredi e vettovaglie, elettrodomestici e capi d’abbigliamento. Poi cominciava la vera e propria vacanza. Insomma una faticaccia che si ripeteva puntualmente per il rientro settembrino a Castelvetrano.                         

     Oltre ai bagni nel nostro meraviglioso mare che allora era molto meno inquinato, si trascorrevano vacanze gaie e serene, passeggiando in riva al mare e la sera tra le stradine del villaggio arroccato come un presepe sulla collina di creta. Immancabile la passeggiata tra i templi e fino all’acropoli, allora raggiungibile con strada asfaltata. Era molto usuale, specie tra gli anziani, sedersi davanti all’uscio di casa per prendere un p di fresco e scambiare quattro chiacchiere con vicini o parenti.        

    Non tutti in quegli anni possedevamo un’auto, per cui si utilizzavano i mezzi pubblici per andare a Castelvetrano e viceversa. C’era la stazione ferroviaria con treni e littorine che facevano molte corse, c’era un buon servizio di autobus.                            

    E per chi non aveva ancora un frigorifero ricordo che passava un signore con un automezzo particolare che vendeva lastroni di ghiaccio. Spesso anche l’acqua corrente veniva portata da autobotti o si doveva andare muniti di anfore presso le fontanelle di erogazione idrica.                                  Forse era un po’ problematica la vacanza in quegli anni, ma immaginatevi quanto doveva essere bella Selinunte( e Castelvetrano) senza auto, con l’aria respirabile, senza gli agenti inquinanti di oggi! 

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