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Eventi di prestigio, cultura e spessore a Selinunte come a Segesta. E' così impensabile? In passato era così..

di: Giuseppe L. Bonanno - del 2020-03-20

Abbiamo già parlato dell’evento del 1994, la corsa delle bighe. Se torniamo indietro nel tempo, c’è da rimpiangere la gestione statale dei Beni culturali e del Turismo. Basterà guardare l’immagine di una brochure (la cui foto dobbiamo a Enzo Napoli) del 1957: spettacoli teatrali di alto livello erano equamente distribuiti tra i principali siti archeologici siciliani.

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  • Il filmato del 1955, veramente suggestivo, “Selinunte (i templi coricati)”, musica di Roman Vlad, danza pantomimica di Helga Muratori Torriani, regia di Ferdinando Birri, ci racconta un’altra storia, rispetto all’oggi: Selinunte, luogo magico per studiosi e visitatori. Evidentemente, Selinunte era all’attenzione del mondo culturale internazionale.

    Negli anni seguenti, fu tentata, da Comune e Provincia, con un certo successo, la strada della rassegna internazionale di balletti, ma a un certo punto, entrando in scena la Regione nell’amministrazione dei beni culturali e del turismo, tale rassegna fu interrotta, sostituita da sporadiche varie manifestazioni, buone per i residenti, ma non tali da attirare spettatori-turisti.

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  • Nella seconda metà degli anni Novanta, tentammo, come Comune, la strada di un Festival internazionale di Selinunte; ricordo ancora tutte le difficoltà createci dalla Soprintendenza e dall’A.P.T., ormai regionali, che invece avrebbero dovuto aiutarci.

    In altro ambito, pensiamo alle anastilosi consentite in tutto il mondo (Atene, in particolare), anche in Sicilia, e alla levata di scudi di certi ambienti radical chic contro la cosiddetta ricostruzione del Tempio G. Per altro, il progetto prevedeva soltanto lo studio della possibilità di rialzare alcune colonne del peristilio sud e ovest; ma già questo dava fastidio: potevano aumentare i visitatori… Stesso atteggiamento per la scoperta del quartiere artigianale, scoperto e poi ricoperto subito, invece di pensare a come lasciarlo visitabile con le dovute precauzioni (vedi Piazza Armerina).

    L’impressione è che Selinunte debba rimanere una cenerentola, perché potrebbe rubare la scena ad altri.

    Perché, invece, a Selinunte non può avvenire ciò che da anni avviene a Siracusa e da qualche tempo anche a Segesta? Creare, cioè, un appuntamento annuale di alto prestigio, organizzato per tempo, pubblicizzato ovunque, che nasca dalla collaborazione fra Parco archeologico di Selinunte, Comune di Castelvetrano, Assessorati regionali ai BB.CC. e al Turismo.

    Non si può certamente trattare di sporadiche manifestazioni hard rock, che servono soltanto a sporcare, come è avvenuto durante la passata gestione del Parco.

    Vorrei riproporre, al Parco e al Comune, la realizzazione di un festival del teatro moderno e contemporaneo, ispirato alla storia e ai miti antichi. A Siracusa ogni anno si rappresentano tragedie e commedie dell’antica Grecia, a Segesta commedie e tragedie di Roma antica. Si tratterebbe di mettere in scena a Selinunte commedie e tragedie ispirate sì alla classicità, ma scritte da autori a noi più vicini temporalmente. Festival che potrebbe attirare, come avviene a Siracusa, spettatori da tutto il mondo.

    Al di là della specifica proposta, la questione è che questo territorio (non soltanto Castelvetrano, quindi) ha una potenzialità enorme, che non viene sfruttata. Il problema non è soltanto culturale; è anche, se non soprattutto, turistico ed economico.

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