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"Leoni di Sicilia" dal 10 settembre su Rai 1, il racconto di Gigi Simanella presente nella fiction

di: Redazione - del 2024-09-05

Immagine articolo: "Leoni di Sicilia" dal 10 settembre su Rai 1, il racconto di Gigi Simanella presente nella fiction

Martedì 10 settembre 2024 RAI 1 manderà in onda la prima di otto puntate della tanto attesa serie televisiva, prodotta per Disney+, “I Leoni di Sicilia”. Chi ancora non ha potuto seguire le vicende della potente famiglia “Florio” di Marsala, raccontate benissimo anche dalla scrittrice trapanese Stefania Auci nell’omonimo romanzo, potrà farlo seguendo tutta la serie nella quale si potrà ammirare la sicilianità ottocentesca, prima ancora dell’unità d’Italia. 

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  • Castelvetrano è direttamente coinvolta nell’opera tramite tre suoi concittadini: Maurizio Filardo, da sempre collaboratore del regista Paolo Genovese, che ne ha curato le musiche, e i neo-attori Vito Cafiso, di appena 24 anni, ma lanciatissimo nel panorama cinematografico italiano e, l’ormai settantenne, Gigi Simanella che, dopo una quarantennale esperienza nel settore musicale, da qualche anno si dedica alla cinematografia. Questo è quello che ha scritto egli stesso nella sua seconda autobiografia di prossima pubblicazione:

    “Questa nuova esperienza m’ha catapultato in un mondo davvero incredibile. Quando sono arrivato sul set del cinema, in aperta campagna alla periferia di Roma, non credevo ai miei occhi. Dall’esterno si vedevano solo delle impalcature di legno, molto alte a forma di piramide che reggevano enormi pannelli sempre di legno. Attraversando, però, un piccolo passaggio, d’incanto mi sono ritrovato in una piazza con tanto di cattedrale, palazzi antichi con balconate enormi che sembravano opere d’arte, architettonicamente parlando, una fontana con tanti gradoni posti a forma di cerchio, i portici e la pavimentazione fatta con grandi lastre in pietra.

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  • Bene, tutto finto! Le mura degli edifici e di tutto quello che si vedeva intorno alla piazza, compresa la facciata della finta cattedrale, la fontana e quant’altro erano state realizzate in polistirolo. Le strade, apparentemente lastricate di pietra, erano state realizzate con dei fogli appositamente lavorati in vetroresina. Adesso capivo il vero significato della parola fiction. E’ tutta una finzione, non c’è proprio nulla di reale sul set d’un cinema, specialmente se le scene sono girate in ambienti che non ci sono più nella realtà. Tutto deve essere ricostruito cercando d’assomigliare il più possibile all’originale. Gli scenografi devono essere preparatissimi e in grado di ricostruire i luoghi così per com’erano nel periodo che si va a rappresentare. Del cast hanno fatto parte, oltre alle affascinanti Vittoria Puccini e Miriam Leone, anche Michele Riondino (il giovane commissario nella serie Montalbano), che è stato gentilissimo a concedermi un selfie durante una pausa. Ho avuto modo, fra una pausa e l’altra, d’avvicinare il regista Paolo Genovese anche per portargli i saluti del mio carissimo amico e concittadino Maurizio Filardo che, peraltro, ha composto le musiche anche di questa importante opera, come di tante altre di Genovese e di Massimiliano Bruno. 

    Nel film ho recitato due ruoli: nella prima scena ho rappresentato colui che annunciava il passaggio del carro dove caricare i corpi delle persone morte di peste. Stavo sul carro dei monatti, trainato da due cavalli, accanto al conducente. Due beccamorti ci seguivano, prendevano le salme e le buttavano sul carro sopra quelle ch’erano già state caricate. Povere comparse, costrette a un ruolo così particolare che, peraltro, abbiamo dovuto ripetere più volte. Nella seconda scena, invece, ho dovuto rappresentare la parte d’un nobile caduto in disgrazia. I costumisti, che m’avevano dapprima vestito per il ruolo che ho già descritto, questa volta m’hanno fatto indossare un thait con tanto di cappello a cilindro, però sporchi e malandati. In pratica dovevo attraversare la (finta) piazza a piedi, mentre tanti altri
    personaggi facevano razzie di tutto ciò che trovavano nella locale farmacia ch’era andata a fuoco. 

    Nella scena dovevo muovermi con fare circospetto e sguardo sornione: se qualcuno in mezzo a quella confusione e al fumo acre che si sprigionava si fosse accorto ch’ero un nobile, poteva farmi del male per cercare di derubarmi. Negli stessi panni, infine, in una terza scena, camminavo dietro una carrozza signorile con in mano una lanterna, peraltro sotto la pioggia non prevista. Siamo stati impegnati tutto il giorno, ma è stato un giorno che mai potrò cancellare dalla mia memoria. Il 25 ottobre 2023, finalmente, ho avuto il piacere di vedere le prime puntate della serie sulla piattaforma Disney+. 

    Ho dovuto aspettare la quarta per sapere come avevano montato la scena nella quale avevo recitato la mia parte. Bene, una delusione assoluta. In pratica ero stato ripreso da dietro e, seppur mi si sente “abbanniari” da sopra il carro, non mi si vede in volto, nemmeno quando ne scendo con un balzo. Ci sono rimasto davvero male. Le telecamere m’avevano ripreso anche di davanti, perché nel montaggio il regista ha preferito le riprese da dietro? So solo io e gli altri, che ci mettiamo al servizio dei vari registi, di quanta fatica si fa per ricreare un ambiente quasi reale e, poi, non ti rimane neanche la soddisfazione di vedere che anche tu hai partecipato, in qualche modo, a quell’opera. Meno male che mi si vede, abbastanza chiaramente, nell’altra scena. Ho capito, poi, il perché di quella scelta. Il regista
    aveva deciso di farmi ricoprire due ruoli completamente diversi. Non potevano, quindi, evidenziare il mio viso in entrambe. Hanno optato per la seconda. Beh, va bene così”.

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