L’Aurora a Castelvetrano dal 1660. Anche quest’anno evento in diretta su Cnews.it
del 2023-04-03
Anche quest’anno il rito dell’Aurora sarà trasmesso in diretta su Castelvetranonews.it a partire dalle 9. Come l’anno scorso, saranno il nostro Direttore Elio Indelicato e il Prof. Francesco Saverio Calcara a condurre la diretta, ripercorrendo la storia dell’Aurora a partire dai tempi antichi. Nelle precedenti edizioni castelvetranesi da tutto il mondo hanno avuto l’opportunità di seguire il tradizionale rito pasquale castelvetranese, regalando emozioni e commozione anche a distanza.
Come scriveva per “Agave” l’ex orologiao Giovanni Modica, la prima volta che venne celebrata l’Aurora a Castelvetrano fu nel 1660 ad opera del Padri Carmelitani Scalzi, che abitavano nel convento attiguo alla Chiesa di San Giuseppe, diroccato nel 1968. Questa funzione, che tutti i lettori conoscono, era caratterizzata dal fatto che arrivavano molte famiglie con i carretti addobbati a festa e calessi da Partanna, Campobello e Santa Ninfa.
Le persone sedute erano molto colorate nel vestiario, probabilmente per attirare l’attenzione dei castelvetranesi. L’Aurora si svolgeva nell’antichità di buon mattino e partecipavano, data l’ora, solo persone adulte: ecco perché si chiamava l’Aurora. Poi, per dare la possibilità ai bambini di assistere alla festa religiosa, gli organizzatori la spostarono alle ore 9. Gli organizzatori erano i proprietari dei giardini (li siniari), i bottai e falegnami.
Per far comprendere l’importanza di questa Festa, quando si prendeva moglie, soprattutto nei centri vicini, si scriveva nell’atto nuziale l’obbligo del marito di condurre la sposa il primo anno a vedere l’Aurora a Castelvetrano. Ogni sette anni l’Aurora invece si svolgeva nella via Ruggero Settimo, per dare la possibilità alle monache di clausura, che abitavano all’interno del Convento dell’Annunziata (Badia), di potervi assistere.
Il 18 Aprile del 1813 questa funzione ebbe un’attrazione speciale per la presenza a Castelvetrano di sua Maestà la Regina Maria Carolina d’Austria e del figlio 23enne, il Principe Leopoldo, che assistettero all’evento dal balcone sopra l’arco di Palazzo Pignatelli.
In questa occasione la statua della Madonna venne restaurata dal pittore palermitano Vito Miceli, con un impegno economico ratificato con atto del 17 Marzo del 1813 del Notaio Castelli.
Il 28 Marzo 1717, per una banale errore del sacrista di San Giuseppe, che suonò le campane il sabato prima di quelle della Chiesa Madre, l’arciprete Giglio non autorizzò lo svolgimento dell’Aurora. Ci furono animate discussioni tra il comitato e l’Arciprete ma non ci fu nulla da fare. Gli organizzatori, allora quelli della Confraternita, si recarono in fretta e furia a Mazara per incontrare il Vescovo e farsi dare l’autorizzazione.
Pare che la famosa frase “si l’Aurora ‘un si fa, si la pigghia Trapani” fu pronunciata in quella circostanza. E da allora, qualunque siano stati i motivi ostativi, l’Aurora si doveva svolgere. Infatti nel 1968, anno del terremoto, per paura di perdere la tradizione, la funzione religiosa si svolse in piazza Garibaldi a mezzogiorno circa e c’erano circa venti persone.
Il rito per i castelvetranesi, organizzato dalla Confraternita di San Giuseppe, è molto sentito e migliaia sono le persone che vi assistono e sicuramente l’incontro tra la Madonna e Cristo risorto è molto commovente, soprattutto quanto la Madonna lascia cadere il fazzoletto e il manto nero e dalla corona che ha in testa volano gli uccellini. Poi la processione e lo scampanìo dei sacri bronzi.