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Lettera al direttore: "Sull'ex aeroporto militare di Castelvetrano", scrive il colonnello Antonio Giaramita

di: Redazione - del 2025-02-12

Immagine articolo: Lettera al direttore: "Sull'ex aeroporto militare di Castelvetrano", scrive il colonnello Antonio Giaramita

Riceviamo e pubblichiamo la nota alla redazione del colonnello Antonino Giaramita sull'aeroporto di Castelvetrano situato a meno di 4 km dal centro abitato, copre un’area di oltre 110 ettari. Inaugurato alla fine degli anni ’30, durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzato come base militare dalla Regia Aeronautica e successivamente dalle forze alleate, diventando un punto strategico nei combattimenti nel Mediterraneo; ben noto è anche negli Stati Uniti per il suo ruolo storico nel conflitto.

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  • Dopo il conflitto, l’aeroporto è rimasto in funzione per anni come infrastruttura civile e militare, fino al progressivo abbandono. Nonostante fosse stato concesso in uso per molti anni al Comune di Castelvetrano dalla Regione Siciliana, l’amministrazione comunale non ha mai intrapreso alcuna azione concreta per la sua riattivazione. 

    Questa colpevole ignavia amministrativa ha portato alla mancata valorizzazione di un’infrastruttura che avrebbe potuto rappresentare una svolta economica per Castelvetrano e l’intera provincia di Trapani perché non concorrente ma complementare ai due aeroporti attivi nel raggio di 120 km cioè Punta Raisi e Birgi.

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  • Le potenzialità dell’aeroporto erano enormi, con diversi progetti ipotizzati nel tempo, tra cui in primis ma non solo:

    - Una fabbrica di droni, oggi sempre più richiesti in diversi settori.
    - Un’officina di manutenzione certificata a livello europeo, dedicata a elicotteri e piccoli aerei operanti in Italia e nelle nazioni nordafricane.
    Gli usi di altra natura, già arcinoti e proposti, includevano:
    - Una nuova pista mista di almeno 1200/1500 metri, adatta al traffico di aviazione generale per aerei adeguati alla dimensione della pista.
    - Impianti di rifornimento per elicotteri e aeroplani di passaggio, che avrebbero favorito il turismo e il traffico commerciale.
    - Una sede per elicotteri delle forze di polizia, capitaneria di porto, vigili del fuoco, eliambulanza, ecc., migliorando la sicurezza e l’efficienza dei servizi d’emergenza.
    - Un hub con celle frigorifere per pesce fresco e congelato proveniente da vari paesi africani come segnalato come utilissimo da molti operatori del settore.
    - Un museo più ristorante e pub in stile aeronautico, per attrarre turisti e appassionati di volo.
    - Una sede per l’associazione paracadutisti, che avrebbe reso il sito un centro di addestramento e turismo sportivo.
    - Una scuola di volo, che avrebbe formato nuovi piloti e tecnici per il settore aeronautico.
    - Un centro per eventi internazionali, come raduni di auto storiche, Harley Davidson, Ferrari, aeroplani storici, che si svolgono regolarmente in tutta Europa e necessitano di location adeguate.

    Inoltre, l’aeroporto era parte integrante di un progetto più ampio, che prevedeva anche l’evoluzione dello scalo di Marinella di Selinunte in un porto turistico e peschereccio. 

    Il porto, se adeguato con le infrastrutture necessarie e con l’adeguamento burocratico, avrebbe già attirato il passaggio di navi da crociera, che avrebbero incrementato il turismo verso l’acropoli di Selinunte, Castelvetrano, Mazara del Vallo e tutta la provincia di Trapani. Il porto andava facilmente allargato verso oriente in un tratto di costa degradato e spostato verso di circa 100 metri verso il largo, in modo da ottenere a mare, un fondale più alto e ridurre la necessità di continui e costosi dragaggi, che attualmente rappresentano solo un dispendio economico utile a clientele locali e a terra una nuova adeguata viabilità utilissima per il noto congestionamento della piccola strada attuale.

    Ovviamente, come nelle migliori tradizioni di incapacità manageriale dei nostri “provinciali” amministratori pubblici senza una propria “coraggiosa” visione d’insieme, l’amministrazione comunale non ha mai colto queste opportunità!
    La Regione Siciliana dunque, constatata l’ignavia di dantesco ricordo e la colpevole inattività del Comune, ha deciso di vendere l’area per far cassa, destinando i fondi al bilancio regionale e ai noti soliti sprechi regionali.
    Attualmente, un’azienda privata ha acquistato 96 ettari dell’ex aeroporto, presentando un progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico con 144.284 moduli solari, per una potenza complessiva di 78,63 MWp. 

    La valutazione di impatto ambientale dovrebbe essere ancora in corso presso il Ministero dell’Ambiente. Questa scelta, sebbene possa avere un impatto positivo (per i proprietari, non per i castelvetranesi) in termini di produzione di energia rinnovabile, rappresenta l’ennesima occasione persa per lo sviluppo aeronautico ed economico della zona.  Invece di valorizzare un’infrastruttura strategica, si è deciso di trasformarla in un’area per pannelli solari, cancellando di fatto qualsiasi possibilità di riattivazione dell’aeroporto.
    L’ex aeroporto di Castelvetrano con la sua aviosuperficie avrebbe quindi potuto generare occupazione qualificata, favorire introiti tramite le attività indotte quali ristorazione, bar, negozi e settore alberghiero della città, attirare investimenti internazionali, favorire lo sviluppo turistico e industriale e migliorare i collegamenti con il Nord Africa. 

    Purtroppo, il satanico combinato di ignoranza di parte della cittadinanza (in passate elezioni qualche candidato sindaco e questo gruppo, aveva proposto con forza l’idea) e l’incompetenza politica locale hanno impedito qualsiasi progresso, relegando l’area all’abbandono prima, e ora a un utilizzo che non sfrutta le sue vere potenzialità. Come si suol dire, “l’ignoranza spesso fa più male della spada”, e purtroppo questa vicenda ne è la prova lampante.

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