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“Lu lucchettu”, “lu battenti e “la campanedda”

di: Vito Marino - del 2019-07-12

Immagine articolo: “Lu lucchettu”, “lu battenti e “la campanedda”

LUCCHETTU: “Lu lucchettu” (dal francese loquet) era una  serratura che si usava generalmente nei portoni d’ingresso, funzionante tramite  una maniglia a forma di occhiello, che si gira dall’esterno, che corrisponde  all’interno con una lamina di ferro, che si inserisce su un apposito alloggiamento  dell’altra imposta.

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  • Questa lamina di ferro, nella sua funzione di serratura, contemporaneamente aveva anche la funzione di attirare l’attenzione di chi abitava in quella casa,  per il rumore che creava girando ripetutamente (sopra e sotto)  la maniglia. Siccome allora non c’era inquinamento acustico, quel rumore secco metallico era udibile anche da lontano. “Lucchettu” era chiamato anche il catenaccio, essendo una serratura. Da non confondere con l’antica serratura che si azionava con una grossa chiave di ferro; quella si chiamava “toppa”.

    BATTENTI: “Lu Battenti (che batte) era il battiporta.  Ancora oggi, nei portoni antichi dei palazzi dei ricchi possidenti, si trova un massiccio grosso anello fissato da una parte al portone, ma articolato, e libero dall’altra parte. Azionato a mano questo anello va a battere su un supporto metallico, provocando un forte rumore per avvisare il padrone di casa.

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  • LA CAMPANEDDA: “La Campanedda”  era il campanello o cicala o citofono con o senza telecamera dei giorni nostri. Dal portone, da un buco usciva uno spago molto lungo che arrivava anche al piano superiore all’interno dell’abitazione ed era allacciato ad un campanellino di rame. Il campanellino, che a volte era di dimensioni più grosse perché si doveva sentire di lontano, era fissato ad un’asta di acciaio flessibile che al tiro del laccio, flettendo ripetutamente dava diversi rintocchi.

    TUCCHETTU: “Lu Tucchettu” era il cortile o parte di esso coperto da un’abitazione sopraelevata. Nel passato succedeva che una casa a piano terra, con il cortile o giardino interno, veniva fabbricata l’area libera di sopra, per ottenere un alloggio per il figlio. Succedeva così che la parte superiore al cortile veniva fabbricato, lasciando il cortile sotto, come disimpegno. Un cortile con “tucchettu” molto noto a  Castelvetrano è il cortile Goletta, che si trova in via Colletta, meglio conosciuta come la “Strata di li Scarpara”.

    Questo cortile era tristemente noto alla vecchia generazione, perché negli anni ’40 vi avevano ucciso “Calogerina”, una prostituta, diventata famosa da una canzone scritta per l’occasione. Da quel momento il cortile venne soprannominato “Lu Curtigghiu di Calogerina”.   

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