Quando il Sistema delle Piazze era conosciuto come “lu chianu” o la “chiazza”
di: Vito Marino - del 2019-08-21
Nella lingua siciliana c’erano due versioni per indicare una piazza: “chianu” e “chiazza”, evidentemente seguita dal nome -LU CHIANU (il piano) di Castelvetrano era la piazza principale, il centro della città, la piazza per antonomasia; secondo l’unanime giudizio popolare, essendo molto noto, non aveva bisogno di un nome proprio.
Si tratta dell’odierno sistema delle piazze, che è composto dai seguenti tre piazzali: Piazza Carlo d’Aragona, già Piazza Garibaldi; una volta era suddivisa in Via delle Botteghelle (da Via Garibaldi fino al teatro Selinus) e Piano del castello o di San Pietro, la rimanente parte di Piazza serviva per le manifestazioni pubbliche. Piazza Umberto I, che prima era chiamata Piano dei commestibili e piano della Foglia, per le botteghe di generi alimentari che c’erano; oppure era chiamata piazza della Ninfa, per la bellissima fontana detta della Ninfa, che ancora esiste.
Questa piazza, è chiamata tuttora anche “lu chianu di la Matrici”, per essere meglio memorizzata e localizzata. Piazza Principe di Piemonte che in precedenza si chiamava Piazza principe di Napoli e prima ancora si chiamava Piazza Vecchia. In questa piazza iniziò la rivolta a Castelvetrano dei Fasci siciliani.
- LU CHIANU DI L’ADDULURATA (Piazza Alfieri), chiamata così per la chiesa della Madonna Addolorata che si affaccia in questa piazza.
- LU CHIANU DI LA MACULATA (Piazza Dante), per la chiesa dell’Immacolata che si affaccia in questa piazza.
- LU CHIANU DI SAN LUNARDU (Piazza San Leonardo – oggi Piazza Matteotti). In questa piazza si affaccia l’edificio comunale che una volta era la chiesa di San Leonardo.
- LU CHIANU DI LU SANTU PATRI (Piazza Matteotti) prende il nome dalla chiesa di San Francesco di Paola del 1700. Un santo che il popolo castelvetranese chiama affettuosamente Santo Padre.
- LA CHIAZZA (Piazza Nino Bixio, già Piazza S. Antonio Abate). Anche questa piazza, per la sua notorietà e importanza non aveva bisogno di una denominazione. Qui s’incrociano sei strade, e fino agli anni ’70 circa era frequentatissima anche di notte, perché c’era ancora “lu scagnu” (il mercato di frutta e verdura all’ingrosso) con grande “cialoma” (un rumore confuso di molte persone).
A differenza di “lu chianu”, che rappresenta ancora il cuore pulsante della città, “la chiazza” era il centro commerciale della città. Secondo il vocabolario siciliano del Traina per “scagnu” s’intende 'la tavola presso la quale stanno i mercanti a scrivere i loro conti'; in effetti, ricordo che tutta la merce veniva messa fuori nella piazza, davanti alla porta dello “scagnista” (proprietario del proprio scagno), mentre dentro il locale, a bella vista, stava un tavolo, attorno al quale si contrattava e su cui si scrivevano le bollette o i contratti di vendita.
Il Ferigno ci fa ricordare che: 'la prima piazza di commestibili fu quella della Ninfa, ora Umberto I o parte della Piazza del Duomo; poi passò in Piazza Principe di Napoli già Piazza Vecchia'.