Ricordando Padre Tano, l'indimenticato parroco della Chiesa di San Francesco di Paola
di: Vito Marino - del 2018-10-19
I castelvetranesi sono stati sempre legati alle proprie tradizioni, alla propria terra, alla propria famiglia e alla religione di Cristo; elementi che affondano le radici nel profondo dell’animo popolare. La religione , non quella frivola, superficiale, superstiziosa bigotta che considera importanti gli atti esteriori, ma quella che prende di mira il cuore dell’uomo, che illumina con la fede, conforta e avvalora con la speranza è un notevole mezzo di divulgazione della cultura di una collettività se guidati da una persona che abbraccia la fede come unico scopo di vita.
E’ quello che ha fatto Padre Tano nella comunità della parrocchia del “Santo Padre”. I familiari di Padre Tano mi hanno fornito abbastanza materiale sulla sua carriera ecclesiastica, ma a me interessava anche conoscerlo e descriverlo come uomo. Personalmente lo conoscevo sin dagli anni ’50 -55 del secolo scorso, quando ancora ragazzini frequentavamo l’Azione Cattolica di San Giovanni.
Eravamo nell’immediato dopoguerra e la vita allora offriva poche attrattive. Nell’Azione Cattolica i ragazzi avevano la possibilità di svagarsi e acquistare amicizie. Lui era uno dei più assidui frequentatori, ma principalmente frequentava la chiesa, serviva la messa come chierichetto e aiutava il parroco Padre Antonino Salvaggio nei lavori preparatori dell’altare per della messa.
Le strade della vita spesso biforcano; da allora ho rivisto Padre Tano soltanto alcuni anni prima di morire: abbiamo fatto una lunga chiacchierata con i ricordi d’infanzia e, fra le altre cose, mi ha parlato della sua puntualità e precisione e che non transige sull’orario d’inizio della messa.
Mi ha raccontato che un giorno che doveva celebrare un matrimonio, visto che gli sposi ritardavano, iniziò a celebrare la santa messa e, quando sono arrivati gli sposi, ha interrotto le funzioni, li ha fatti accomodare, ed ha continuato il suo rito. Padre Tano, malgrado le apparenze severe, oltre che sacerdote, era anche un uomo che sapeva vivere nella società: era molto spontaneo nel parlare con la gente, senza ipocrisia; inoltre era di compagnia e spesso partecipava alle “schiticchiate” con gli amici e, in quelle occasioni sapeva trattenere l’allegria con le sue barzellette.
Un suo alunno mi ha raccontato che l’ora di religione non era mai pesante, perché dialogava con i ragazzi oltre che di religione, anche di argomenti di vita e non disdegnava di raccontare qualche barzelletta. Insegnando alla scuola media G. Pardo.
In qualità anche di vicepreside si prestava ogni anno ad organizzare la gita scolastica, alla quale partecipava come guida dei ragazzi. Qualche suo alunno mi ha riferito che la gita, con il suo saper fare diventava un vero divertimento. Parrino Gaetano o meglio Padre Tano, nome col quale la cittadinanza castelvetranese piace ricordarlo, nacque a Castelvetrano, in via Domenico Cirillo, cortile La Rocca, il 29 maggio 1941, figlio di Calcedonio e di Marciante Maria.
Fu battezzato il 15 giugno 1941, nella chiesa Madre di Castelvetrano. Il 26 giugno 1951, nella parrocchia di San Giovanni Battista di Castelvetrano riceve la santa cresima. Siccome ricevette dai genitori una rigida educazione timorata da Dio, sin da ragazzino manifestava l’intenzione di farsi prete. Una vocazione che realizzerà e che manterrà con zelo per tutta la vita.
Nell’anno 1957 abbraccia gli studi ecclesiastici presso il Seminario di Mazara del Vallo, che seguirà fino al 1960. In quell’anno, mentre faceva gli esami di maturità, gli arriva la chiamata per il servizio militare di leva. Mons. Altamora, allora vescovo auditore di mons. De Leo, lo incita a partire per servire la patria per poi continuare a servire Dio al suo rientro. Esegue, infatti, il servizio militare ad Ancona come carrista e poi a Pordenone come soldato.
Al rientro, fermo nella sua decisione più di prima, si toglie gli abiti civili ai piedi dell’altare di San Giovanni Battista e veste l’abito talare. Prosegue gli studi di teologia a Palermo e il 18 dicembre 1965 a Mazara del Vallo prende l’ordine di Suddiacono e il 26 marzo 1966 a Mazara, quello di Diacono. Il 3 luglio 1966 viene consacrato Sacerdote presso la chiesa Madre di Castelvetrano.
Il 26 ottobre 1968 viene nominato Vicario Auditore della chiesa Madre di Castelvetrano per la malattia di padre Gerace, quindi gli viene assegnata, come Cappellano, la chiesa di Sant’Antonino fino al 1985. Nel 1970 inizia ad insegnare religione e continuò per circa 22 anni, presso la Scuola Media Pappalardo di Castelvetrano.
Negli anni ’80 fece parte del Lyons Club di Castelvetrano e per incarico ricevuto dal presidente realizzò un libro memoriale del Club stesso, pubblicato nel giugno 1981. Nel 2001 scrive e fa stampare un opuscolo sulla: “Chiesa di S. Francesco di Paola a Castelvetrano”. Nel settembre 1982 fu nominato parroco del “Sacro Cuore di Maria” a Selinunte, dal vescovo Costantino Trapani.
Il 15 ottobre 1983 viene nominato Vicario Foraneo di Castelvetrano e Campobello. Il 23 dicembre 1985 viene nominato Parroco della comunità ecclesiale “San Francesco di Paola” di Castelvetrano; titolo che porterà sino alla morte.
Negli anni di vicariato ebbe l’incarico di supervisore nei lavori di costruzione della chiesa di Santa Lucia. Il 25 gennaio 1991 viene nominato membro del Collegio dei Consultori della Diocesi di Mazara, per il quinquennio 1991 – 1995. Il 1° ottobre 1991 viene nominato Direttore Diocesano delle Pontefice Opera Missionarie. Il 27 novembre 1992 viene nominato membro del Consiglio di Amministrazione del Seminario Vescovile.
Il 13 giugno 1995 viene nominato Membro del XV Sinodo Diocesano. Il 16 febbraio 2004 alle ore 17,10 moriva assistito dai familiari e da tanti Confratelli e nelle ultime due ore circa, dal vescovo emerito S. Eccellenza Mons. Catarinicchia. Per sua volontà, le sue spoglie furono esposte nella parrocchia di San Francesco di Paola ed i funerali furono celebrati nella chiesa Madre di Castelvetrano.