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"Dolcetto o scherzetto?" Origine e diffusione della festa di Halloween tra zucche e merchandising

di: Elenia Teri - del 2017-10-31

Immagine articolo: "Dolcetto o scherzetto?" Origine e diffusione della festa di Halloween tra zucche e merchandising

Driiin. Suonano alla porta. Rispondono al citofono:  - Dolcetto o scherzetto?- Cosa? No, grazie non ci serve niente! Fine conversazione.

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  • E così svanisce la magia della festa di Halloween per alcuni ragazzini dei paeselli siciliani, per quanto, poi, se ne possa avvertite davvero lo spirito. Halloween, come lo conosciamo oggi, è entrato nelle nostre vite – in Italia quanto in Sicilia – da qualche decennio e a favorirne la diffusione ha contribuito di sicuro lo studio di lingua e cultura inglese nelle scuole (immancabile la leggenda di Jack O’Lantern), nonché l’influenza di cinema e televisione.

    Film e serie tv americane rappresentano soprattutto la spiccata rilevanza sociale di Halloween per il mondo anglosassone. Zucche intagliate sui vialetti di casa, dolcetto o scherzetto e scatenati balli in maschera che inneggiano alla paura e al mistero, alimentando la comune credenza che streghe, mostri e creature terrificanti possano palesarsi proprio durante l’ultima notte di ottobre.

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  • È quello che di Halloween abbiamo acquisito finora perché è quello che, perlopiù, ci è stato trasmesso ed è quello che talvolta ci ritroviamo involontariamente a “copiare” in maniera passiva agli amici americani con scarse possibilità di successo. Visti alcuni punti in comune, si può pensare che Halloween sia una Festa dei morti anglosassone, almeno prima che il merchandising lo trasformasse in un prodotto di cultura di massa e oscurasse il valore e i presupposti fondanti di questa significativa e preziosa tradizione di origine celtica.

    Il sito internet irlandando.it, infatti, spiega come la festa di Halloween sia nata in Irlanda, importata successivamente nel Nuovo Continente dagli immigrati nel XIX secolo. Il nome “Halloween” è la forma contratta di “All Hallows’Eve”, ossia “Vigilia di Tutti i Santi” o, in età pre cristiana, vigilia di Samhain, festa stagionale di area celtica celebrata anch’essa i primi di novembre.

    Samhain significa “unione” ed era una delle più importanti cerimonie connesse con l’attività allevatoria e agricola, conferma Ignazio E. Buttitta nel libro I morti e il grano, che celebrava la riunione fra viventi e cari defunti al fine, anche in questo caso, di propiziare la fertilità vegetale per la semina nonché la buona salute del bestiame con l’avvento dell’inverno.

    Gli irlandesi consideravano la notte del 31 ottobre un “periodo sospeso” fra la fine della stagione calda e l’inizio della fredda, transizione fra mondo umano e non-umano aperto alla comunicazione e al momentaneo ritorno delle anime dall’oltretomba alle loro antiche dimore. Per evitare di indispettirli e ricevere scherzi da parte loro, i viventi presero l’usanza di accendere torce e fiaccole davanti le abitazioni dove lasciavano anche cibo e vivande per dare la possibilità agli spiriti di rifocillarsi.

    Inoltre, ci si mascherava con le pelli di animali uccisi nel caso in cui si volessero spaventare gli spiriti più dispettosi. Dopo l’avvento del Cristianesimo la notte del 31 ottobre continuò ad essere comunque considerata la notte degli spiriti che facevano ritorno sulla terra ma sotto forma di fantasmi, gatti neri, demoni o streghe per importunare chi aveva fatto loro del male in vita.

    Venne mantenuto il significato legato alla commemorazione delle anime dei defunti con l’istituzione delle ricorrenze dell’1 e del 2 novembre. Nell’800, in seguito all’espatrio degli irlandesi negli Stati Uniti d’America, i festeggiamenti di Halloween sbarcarono oltreoceano e si diffusero fino a diventare festa nazionale ma perdendo, con il passar del tempo, i suoi significati religiosi e rituali originari.

    Significati, si deduce a questo punto, accomunabili allo sviluppo della nostrana Festa dei morti fatta, in parte, anche di questue infantili alla ricerca di dolci e travestimenti in maschera. Halloween rimane comunque retaggio di un mondo contadino passato, risultato di un sincretismo religioso culturale, se si vuole, ancora presente nella richiesta dei dolci da parte dei bambini, sempre protagonisti.

    Se non diamo loro i dolcetti rischiamo l’ira degli spiriti dei defunti che ci tenderanno uno scherzetto, o magari possiamo approfittare dell’evento solo per mangiare qualche leccornia in più e divertirci un po’ in attesa della nostra cara Festa dei morti.

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