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Quando sotto i palazzi si costruivano le "camere dello scirocco" scavate nel sottosuolo

del 2018-06-18

Immagine articolo: Quando sotto i palazzi si costruivano le "camere dello scirocco" scavate nel sottosuolo

Tra il XVI e il XVIII secolo i nobili di Palermo si fecero costruire sotto i loro palazzi vere e proprie stanze interrate scavate nella roccia al di sotto dei palazzi oppure sotto i giardini delle ville, utilizzate come luogo di rifugio e di protezione dalla calura estiva, chiamate “le camere dello scirocco”. Tramite una scala si scendeva sotto.

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  • Qui il locale era accogliente, spesso  ingentilito con intonaci e pavimenti ammattonati con gusto. La loro struttura di base è una grotta artificiale scavata nella roccia calcarenitica di cui è composto il sottosuolo palermitano, un tipo di roccia al tempo stesso molto stabile e facile da lavorare. Portavano un tetto a volta per meglio sostenere il peso sovrastante e dei sedili scavati nella roccia stessa.

    I nobili  passavano il loro tempo in questi locali con banchetti e incontri conviviali.

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  • A Palermo se ne conoscono soltanto alcuni: alle spalle del Palazzo delle Poste, al Palazzo del barone Colluzio, nel rione Baiate dell’Alberghiera, la grotta chiamata dei Beati Paoli, presso la chiesa di San Crispino e Crispiniano, presso la chiesa di Casa Professa, alla Villa Naselli e presso il Palazzo Marchesi, che i contadini chiamavano: “u toccu e “u passiaturi”.

    In un documento notarile del 5 agosto 1691, si legge per la prima volta la scritta “camera dello scirocco” in riferimento alla stanza sotterranea presente nella Villa delle Quattro Camere, del duca di Terranova, ma la loro origine è certamente anteriore a questa data. Il raffreddamento di una Camera dello Scirocco è vincolato alla presenza di acqua presente sotto forma di sorgiva artificiale o naturale oppure fatta pervenire tramite i qanat. 

    Il qanat è una sorta di acquedotto sotterraneo composto da un lungo canale lievemente in pendenza in grado di far defluire, per caduta, l'acqua da una falda fino ad una vasca di raccoglimento, utilizzata poi per scopi domestici oppure per irrigare i campi. 

    Non si hanno notizie certe sull'introduzione di questo sistema idrico nella città di Palermo, ma è probabile che esso sia stato in gran parte realizzato durante la dominazione araba. La presenza di questo reticolo di canali sotterranei per il trasporto dell'acqua ha consentito l'ampia diffusione in città di lavatoi, bagni pubblici, peschiere e fontane, soddisfacendo il fabbisogno idrico di Palermo almeno fino al XIX secolo. L'acqua presente in alcuni dei qanat di cui è ricco il sottosuolo palermitano è stata utilizzata anche per incrementare il raffreddamento di alcune Camere dello Scirocco.

    Ma per avvenire il raffreddamento dell’ambiente era necessaria la ventilazione, che avveniva tramite un pozzo di ventilazione che trasformava l’aria inumidita dall’acqua in aria fresca oltre che quello di garantire l'illuminazione dell'ambiente..

    Il terzo elemento costante di una camera dello Scirocco è la presenza di una corrente d'aria, spesso garantita dalla realizzazione di una canna di ventilazione sulla volta della grotta, il cui scopo è quello di agevolare la fuoriuscita dell'aria calda dall'interno e l'evaporazione dell'acqua per il miglioramento del comfort interno, oltre che quello di garantire l'illuminazione dell'ambiente. 

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