Tecnologia e salute mentale, quali ripercussioni?
di: Massimiliano Modica - del 2017-05-27
Una domanda che ci facciamo un po’ tutti riguarda le ripercussioni delle tecnologie digitali sulla sanità mentale.
Ebbene all’interno della Duke University, negli Stati Uniti, è stato condotto uno studio che ha evidenziato come un utilizzo spropositato delle tecnologie possa aumentare i problemi di attenzione e comportamentali negli adolescenti, i quali presentano un rischio maggiore di sviluppare disturbi psichici.
Ad effettuare lo studio è stata principalmente la professoressa Madeleine J. George la quale ha affermato che i ragazzi in questione sono più a rischio nei giorni in cui fanno un uso maggiore del digitale rispetto ai giorni in cui ne fanno un uso regolato. Poiché, nel primo caso, questi non solo presentano sintomi associati al Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (DDAI) ma tendono inoltre ad essere più aggressivi e a mentire in maggior misura.
C’è da dire che dalla medesima ricerca si evidenziano anche dei risultati positivi. Infatti un elevato utilizzo della tecnologia digitale sembrerebbe associato anche ad una diminuzione dei sintomi di depressione e di ansia. Le apparecchiature digitali infatti permettono ai giovani di tenersi in contatto tra di loro, invece di isolarsi.
Così il professor Odgers ha sostenuto che gli adolescenti che hanno preso parte allo studio e che hanno reagito negativamente erano già predisposti al rischio di sviluppare una qualche patologia mentale indipendentemente dall’utilizzo delle apparecchiature digitali e che dunque non è chiaro se i risultati ottenuti dalla professoressa George siano applicabili a tutta la categoria. Infatti si tratterebbe oltretutto di uno studio correlazionale, quindi è possibile che altri fattori diversi dall’utilizzo della tecnologia siano stati la causa dell’aumento di problemi legati alla salute mentale.
D’altronde come è emerso nel corso della conferenza Health 2.0 Europe 2017 tenutasi di recente a Barcellona, la tecnologia e il mondo digitale fino ad oggi sono sempre stati validi alleati della sanità mentale e questo non solo per quanto riguarda il rapporto tra medico e paziente ma anche agendo come vera e propria forma di terapia.
Sono ad esempio diverse le soluzioni proposte per chi soffre di disturbi di ansia e depressione:
La compagnia spagnola Psious ha messo a punto una piattaforma attraverso la quale gli specialisti della salute possono avere accesso a strumenti di realtà virtuale per trattare i propri pazienti, in modo semplice e senza la necessità di apparecchiature costose e complicate. La realtà virtuale si è infatti dimostrata utile per la terapia dell’ansia e della depressione. La piattaforma è stata progettata in collaborazione con un team di psicologi e rappresenta un ottimo supporto alla terapia tradizionale.
Anche la Monsenso è stata pensata per consentire una migliore gestione della terapia e soprattutto per semplificare il rapporto tra medico e paziente. La startup danese offre al paziente uno strumento di raccolta dei propri dati sulla patologia e gli permette di condividerli con il terapeuta in maniera semplice e rapida.
Con Mindpax rimaniamo nel campo della depressione e dei disordini bipolari: l’app e il dispositivo indossabile correlato, consentono una raccolta continua dei dati del paziente. Con il braccialetto vengono elaborati i parametri biomedici, mentre attraverso dei questionari vengono monitorati gli stati soggettivi. Questo, oltre a consentire al terapeuta una visione completa dei dati sui comportamenti del proprio paziente, permette al sistema di predire automaticamente le crisi depressive.
Ma non si tratta solo di tecnologie per la cura e la diagnosi, ma anche di app e soluzioni per il benessere e l’equilibrio psichico.
Sia nel caso di soluzioni che aiutano a migliorare le proprie performance cognitive, come Myndlift, o di algoritmi che aiutano a ridurre la fatica mentale, come Perfometric, la parola d’ordine è in questo caso la prevenzione.
Appartenente a questa stessa famiglia ricordiamo infine anche Neuroeletrics, una compagnia che realizza apparecchiature tecnologiche all'avanguardia servendosi di tecniche di elettroencefalogramma wireless al fine di monitorare l’attività cerebrale e stimolare il cervello. Tra le possibili applicazioni vi è anche il monitoraggio e la terapia dei pazienti epilettici.
Un’ultima considerazione la merita uno studio condotto dai ricercatori di Harvard su Facebook.
Dai risultati della ricerca risulta infatti che il tempo passato a postare link, commentare gli status altrui ed a seminare like, ridurrebbe la soddisfazione di vita e comporterebbe un peggioramento della salute mentale.
"Anche se siamo in grado di dimostrare che l'uso di Facebook può comportare una diminuzione del benessere non possiamo dire con certezza come ciò si verifichi. L'esposizione alle immagini curate con attenzione della vita degli altri porta a un confronto negativo e l'enorme quantità di interazione con i social media può sminuire esperienze di vita reale più significative". Hanno affermato, concludendo il discorso, i ricercatori.
Insomma non c’è dubbio che la tecnologia oggi è sempre più padrona della nostra vita e anche quando si tratta di salute, l’hi-tech ormai la governa. In questo caso parliamo di “E-mental health” ed è un fenomeno che indica, in pratica, un vero e proprio boom del web per la salute mentale. Si conta infatti che siano arrivate a tremila le app scaricabili che rendono più facile seguire i pazienti con l’assistenza virtuale.