Becchina racconta l'attentato: "Due forti colpi, e i fiori nel portone. No pista estorsiva"
del 2012-01-23
In foto: Gianfranco Becchina in una foto d'archivio (ph. Foto: ilgiornaledellarte.com)
Ha destato molto clamore e dispiacere in tutta la cittadinanza la notizia dell’atto intimidatorio che ha visto coinvolto l’imprenditore Castelvetranese Gianfranco Becchina di 71 anni, impegnato da tanti anni nel settore olivicolo.
Lo stesso Becchina ha descritto come sono andati i fatti nella triste domenica dell’attentato e ha lanciato qualche interrogativo sulla matrice dell'atto:
“ Mi trovavo in casa, quando intorno alle 19,30 ho sentito lo sparo di due colpi nei pressi del portone d’ingresso. Decisi allora di chiamare la Polizia che mi ha messo in comunicazione con i Carabinieri prontamente intervenuti. Poi la triste scoperta: sulla soglia esterna del portone c’era un bouquet di fiori ben confezionato e una croce rudimentale fatta con due ramoscelli di olivo, legati con del filo di ferro".
Alla domanda se lo stesso sia in grado di ipotizzare quali siano le ragioni alla base di questo vile gesto, arriva la risposta decisa dell'imprenditore:
“E’ prematura qualsiasi ipotesi senza indizi. Tuttavia posso escludere a priori il tentativo estorsivo poichè le condizioni critiche delle finanze della mia famiglia sono di dominio pubblico: dalle iniziative imprenditoriali poco oculate al sequestro delle importanti partecipazioni nell’Azienda Atlas Cementi di Mazara, passando per il sequestro dei beni, conti bancari inclusi”. E’ possibile tutto in Italia, continuare a dipingermi, ancora dopo decenni, contiguo a situazioni mafiose che hanno rappresentato lo strumento indispensabile per aggredire il patrimonio estero della mia famiglia".
Chissà se -ha concluso Becchina - non ci sia un tentativo in extremis di far raffiorare dubbi ed inquietudini sul mio conto alla luce del fatto che l’Italia deve far rientrare in Svizzera l’importante raccolta di reperti archeologici a seguito del mio proscioglimento con sentenza definitiva del Tribunale di Roma”.
Fonte: Giornale di Sicilia