Storia dell'aeroporto di Castelvetrano, centro di dure battaglie con gli inglesi
di: Filippo Siragusa - del 2012-07-12
In foto: Aerei a Castelvetrano
E’ intensa ed in parte dimenticata, la storia dell’aeroporto castelvetranese di contrada Fontanelle. Eppure, secondo i libri di storia che narrano delle vicende della seconda guerra mondiale. L’aeroporto di Castelvetrano fu sito cruciale nella dura battaglia che si svolse tra il 1942 e 1943 nell’area mediterranea.
Il campo d’aviazione”Fontanelle” cosi ricordato, fu base del 59° stormo e di importanti aerei del regime mussoliniano nonchè centro di durissime battaglie aree con gli inglesi. Gli ingegneri del governo fascista scelsero Castelvetrano come luogo per la costruzione dell’aeroporto, in ragione della posizione ottimale, per la peculiare situazione dei venti e distanza dal mare.
Al campo d’aviazione sono legate tante vicende belliche e anche atti di vero eroismo. A “li Funtaneddi”, i castelvetranesi, per anni hanno legato la speranza di avere un aeroporto funzionante. Oggi è campo libero per tanti usi e della sua storia neanche una tabella che ne ricordi le vicende.
La struttura venne inaugurata alla fine degli anni trenta e pienamente adoperata nella seconda guerra mondiale come aeroporto militare strategico. Il codice di guerra, la sigla data dall'aeronautica militare, era “511”. Fu sede del “9º Stormo B.N”. impegnato nel pattugliamento del Mediterraneo. Scoppiata la seconda guerra mondiale viene potenziato. I generali di Mussolini, mandano nel 1942, la “59ª Squadriglia bombardieri tattica”, impegnata nel bombardamento di Malta ,insieme agli aeroporti di Trapani-Milo e Trapani-Chinisia .
La base aerea di Castelvetrano comincia a diventare “strategica”. Fu base primaria per effettuare le missioni di guerra e per il trasporto, con i trimotori Savoia-Marchetti S.M.82, di personale e materiali sulle basi dell'Africa. Fu anche sede del Gruppo aerosiluranti comandato da Carlo Emanuele Buscaglia.
Tante le operazioni militari trascritte nei verbali militari che partirono da Castelvetrano. La guerra area con gli inglesi, nel Mediterraneo, ha visto “Fontanelle” protagonista. Ma nella città di Giovanni Gentile, non può mancare la solita nota di cronaca. Secondo alcuni studi storici, di recente riportati alla cronaca, anche la mafia si sarebbe servita, negli anni 50, dell’aeroporto castelvetranese .
Una versione, ampiamente dibattuta afferma che, il bandito Salvatore Giuliano nel 1950, non fosse stato ucciso dal cugino Pisciotta, ma sia partito per gli Stati Uniti d'America servendosi proprio dall'aeroporto di Castelvetrano. Nelle pagine “vere” dell’aviazione militare “Fontanelle” viene ricordato per altre ragioni e di certo molto più significative. Nella base militare belicina, furono dislocati gli aerei più moderni dell’epoca tra cui il “Savoia Marchetti S.79” .
Fu senz'altro, l’ ”S.79” l'aereo più rappresentativo della Regia Aeronautica negli anni che vanno dalla guerra di Spagna, alla fine del secondo conflitto mondiale. Un fiore all’occhiello della tecnologia dell’epoca e apprezzato dagli equipaggi, per le sue caratteristiche generali. Ma la presenza militare in città non fu solo motivo d’orgoglio. Castelvetrano pagò a caro prezzo questa presenza. Durante il conflitto mondiale tanti furono i bombardamenti e tanti anche i morti. Gli inglesi sapevano bene cosa rappresentava “Fontanelle”. La ricognizione aerea maltese, il 4 gennaio 1942, avvertì che nell'aeroporto di Castelvetrano vi era una grossa concentrazione di velivoli plurimotori nemici, stimati in circa 75 esemplari, tra cui molti trasportatori e bombardieri.
Pochi giorni dopo,aviatori inglesi partirono, in quel freddo mese di gennaio, alla volta di Castelvetrano: 11 “Blenheims” del 18° e del 107° “Squadron da Luqa e da Takali”. Un aereo rientrò per noie ai motori, gli altri raggiunsero l'obiettivo del campo di aviazione. Con fredda strategia, colsero la difesa area italiana nella più completa sorpresa.
Una sorta di “Pearl harbor”. Solo una batteria mitragliatrice di difesa, aprì il fuoco a difesa della struttura. Gli inglesi rientrarono a Malta vantando la distruzione di almeno 30 aerei nemici e infliggendo notevoli danni alla base. Immediatamente partirono tre “Wellington” del 104° Squadron e due di essi caricarono le famose bombe 'cookie' da 4000 libbre per cercare di sorprendere Castelvetrano, rimasta nella confusione del dopo attacco.
Furono distrutti altri 14 aerei, però, questa volta le batterie di difesa contra-erea erano all'erta ed i mitraglieri vantarono l'abbattimento di aerei nemici. Tante le vittime. Un “Wellington” fallì il ritorno a Malta con la perdita di tutto l'equipaggio vicino a Castelvetrano.
Una storia, quella dell’aeroporto castelvetranese, con tanti episodi e tanti eroi come Il marconista Mario Mancusi, sepolto nel cimitero di Castelvetrano, che rinunciò alla licenza matrimoniale, per partecipare ad una missione dove, insieme al suo equipaggio, perse la vita.
Finito l’interesse militare, per anni le piste di “Fontanelle” furono destinate a pascolo e produzione agricola. Il terreno, e quello che resta della struttura successivamente, venne consegnato da parte dell'Aeronautica Militare all'Agenzia del Demanio della Regione Siciliana. E’ stato usato anche come campo di volo per aeromodelli, ultraleggeri e deltaplani a motore. L’area, è stata oltraggiata e “offesa” per anni, da continui abbandoni di rifiuti. Il 29 luglio 2010 viene firmato dall'autorità militare e da quella civile il verbale di dismissione definitiva, diventando bene patrimoniale dello Stato.