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Gli alunni della Scuola Media "Medi e Pappalardo" al Campus Archeologico Museale di Triscina

L'iniziativa rientra nel progetto "Mistero, storia, armonia della mia terra"

di: Prof.ssa Francesca Mandina - del 2012-12-10

Immagine articolo: Gli alunni della Scuola Media "Medi e Pappalardo" al Campus Archeologico Museale di Triscina

Per amare e pubblicizzare il nostro territorio e le opere d’arte, testimonianza dell’intelligenza e dell’ impegno di chi ha abitato i luoghi della splendida Sicilia, gli alunni della 2 M  Medi e della 3 E Pappalardo,  il 5 Dicembre 2012 hanno visitato il Campus Archeologico Museale di Triscina.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • L’iniziativa rientra nel progetto “Mistero, storia, armonia della mia terra”, di cui è referente la prof.ssa Francesca Mandina e ha lo scopo di sensibilizzare gli alunni alla valorizzazione dei beni archeologici e culturali e di conoscere alcune fra le piu’ belle realtà museali della Sicilia.

    Una sosta all“abbiviritura” dove si pensa che gli antichi selinuntini sostavano per bere, e poi tutti a visitare la struttura interna del CAM, la sala multimediale, da conferenze, i laboratori e i luoghi all’aperto, dove due archeologi e un antropologo sono intenti alla pulitura di oggetti rinvenuti da uno scavo recente, rimuovendo accuratamente la terra dal cranio di un bambino, le cui ossa vengono lavate dentro una bacinella con l’acqua,come pure i vasetti e le piccole coppe in ceramica del V sec.a.C .

    L’antropologo spiega che è attraverso lo studio del cranio che si può risalire alle diverse cause di morte, al sesso o all’età di un defunto Il lavoro di scavo, spiegano gli archeologi, è accompagnato anche dalla schedatura, classificazione e catalogazione dei reperti. Dal terrazzo la veduta è veramente incantevole ed è possibile ammirare un terreno grande in cui si svolgono in estate i giochi, quello dove si effettuano gli scavi archeologici e il “prato magno” dove risaltano alcune plastopitture.

    Presente anche il direttore del Campus, avv. Miceli, che gentilmente ci ha guidati nella visita didattica mostrandoci perfino la ricostruzione di una fornace per la cottura della ceramica, un’area destinata allo studio di propabili tecniche antiche di lavorazione di oggetti e il loro uso .Gli alunni sono entusiasti .

    Ed ecco l’area destinata alle attività di scavo, attualmente delimitata da muretti e piantumata ad ulivo, un rettangolo di terra, scavata a strati, da cui vengono rilevate diverse tombe. L’archeologo Lentini,cui si chiedono moltissime cose, fornisce ai visitatori notizie interessanti affermando che oggi, pur avendo testimonianze archeologiche, come i templi o il vasellame, si recuperano anche gli scheletri perchè l'unico modo per conoscere veramente chi erano i selinuntini è quello di recuperare i loro corpi e studiarli.

    Si scava da un mese, dice Lentini, e già si sono già trovate alcune tombe di bambini, morti tra i due,tre anni, che erano sepolti con una certa attenzione e cura. Si sono trovate 40 tombe e solo 4 di esse sono fornite del corredo; però è anche possibile che molte di queste tombe, definite dai tombaroli a povertà, non avessero neanche un oggetto di corredo,considerate che esse hanno 2500 anni,quindi prima della nascita di Cristo.

    Stiamo analizzando - continua - una fase storica che coincide con il massimo splendore di Selinunte; probabilmente è per la popolazione che aumentava notevolmente che la necropoli del V secolo è così grande e lo dimostra il fatto che le tombe sono molto ravvicinate. La cosa più emozionante per me, conclude il Lentini, è capire chi calpestava questi strati, come si arrivava alla costruzione delle tombe, come si organizzava la necropoli,come si organizzava il cimitero”.

    Proprio mentre gli alunni ascoltano ecco rinvenire dalle tombe alcuni frammenti di oggetti, lasciati lì per accompagnare il defunto nell’aldilà. I ragazzi apprendono che il materiale archeologico proveniente dalle tombe fa capire alcuni aspetti della vita del defunto e che, fino ad un tempo relativamente recente, l’archeologia era anche desiderio di estrarre dal suolo oggetti belli da tenere per sé o per commerci illeciti, invece adesso l’archeologo, soprattutto quello “da campo” ricerca nel terreno i segni della vita di chi ci ha preceduto.

    È stata un’esperienza veramente istruttiva, ma soprattutto importante per i ragazzi perché non capita tutti i giorni vedere un reperto o degli scavi archeologici . “Siamo veramente fortunati a potere assistere agli scavi – ha dichiarato la professoressa Mandina - proprio perché La Fondazione Kepha onlus, proprietaria dei terreni dov’è ubicato il CAM e di parte della collina del Timpone Nero, ha inaugurato il giorno 29 Ottobre 2012 una campagna di scavi, su concessione della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani e in collaborazione con il Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa.

    Il patrimonio culturale costituisce uno straordinario strumento per motivare i nostri alunni, facendo crescere in loro la sensibilità nei confronti dei valori del passato,del presente e del futuro. Pertanto ringrazio la direzione del CAM che ha reso fruibile ai ragazzi quest 'area archeologica di grande interesse scientifico". Una bellissima mattinata che si è conclusa all’aria aperta, gustando assieme agli operatori e al direttore del CAM, il tipico“pani nivuru cunzatu”, preparato dalle mamme degli alunni, coinvolte piacevolmente in questa magnifica esperienza per condividere la crescita culturale dei loro figli .

     

    A presto.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025