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Golem 2, assolto Nanà Ippolito e Giovanni Filardo. Condannati Giovanni Risalvato e Catalanotto Lorenzo

del 2013-11-11

Immagine articolo: Golem 2, assolto Nanà Ippolito e Giovanni Filardo. Condannati Giovanni Risalvato e Catalanotto Lorenzo

(ph. livesicilia.it)

Il tribunale di Marsala ha condannato complessivamente a 79 anni di carcere 8 dei 13 imputati del processo alle cosche trapanesi denominato Golem 2. Cinque gli assolti. Tra gli imputati il boss latitante Matteo Messina Denaro al quale, per la prima volta, l’autorità giudiziaria ha riconosciuto il ruolo di capo dei clan di Trapani e Palermo. Di seguito le condanne pronunciate: Messina Denaro Matteo (10 anni), Arimondi Maurizio (12 anni e 6 mesi), Catalanotto Lorenzo (13 anni e 6 mesi), Risalvato Giovanni (14 anni e 6 mesi), Panicola Vincenzo (10 anni), Catania Tonino (13 anni), Manzo Marco (4 anni). Lo stesso Tribunale ha altresì assolto per non aver commesso il fatto e prosciogliendo con formula ampiamente liberatoria dall'accusa di associazione mafiosa (ex art. 416 bis c.p.p.): Ippolito Leonardo, Calogero Cancemi, Filardo Giovanni, Sammartano Filippo, Stallone Giovanni. 

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  • L’accusa in giudizio è stata rappresentata dai pm Paolo Guido e Marzia Sabella. L’inchiesta Golem 2 ha portato anche a un processo celebrato col rito ordinario in cui era imputato ed è ormai definitivamente condannato il fratello di Matteo Messina Denaro, Salvatore.

    Probabile che gli imputati condannati facciano ricorso avverso la sentenza pronunciata all'esito del giudizio di primo grado.

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  • Soddisfatti, intanto, i legali di Leonardo Ippolito 57 anni di Castelvetrano conosciuto come "Nanà". 

    Quest'ultimo era stato arrestato nel marzo 2010 nell’ambito dell’operazione antimafia “Golem 2”, che fu coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Nel 2012 nei confronti dello stesso Ippolito era stato disposto il sequestro dei beni dalla Dia di Trapani su provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo di provincia che aveva accolto la proposta avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo a conclusione di una serie di accertamenti economico-patrimoniali espletati dalla Dia.

     

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