Nel ricordo del Cavaliere Lorenzo Infranca, figura storica castelvetranese
di: Vito Marino - del 2013-09-25
Nel 1915, da quanto ci tramanda il Ferrigno in “la Vicaria Nuova di Castelvetrano”, successe un caso di “sorda arroganza del potere”. Il 7 maggio era decaduto il consiglio comunale presieduto dal sindaco Avv. Lorenzo Infranca ed era subentrato il regio commissario dott. Giuseppe li Voti il quale dispone di punto in bianco la demolizione parziale della torre saracena cinquecentesca, detta della Vicaria Nuova, e la notte tra il 3 e il 4 novembre iniziano i lavori “nelle ore in cui agiscono i ladri”, si disse allora.
Tutto ciò malgrado nella precedente amministrazione Infranca già era stato approvato il progetto e il finanziamento per i lavori di consolidamento.Con l’avvento del fascismo tutto il sistema democratico venne rovesciato. Nelle amministrazioni comunali la giunta e il sindaco furono sostituiti dalla consulta e dal podestà.
A Castelvetrano l’allora sindaco, eletto con libere elezioni durante la monarchia costituzionale, avv. Lorenzo Infranca, il 3 aprile 1925 presentò alla giunta le dimissioni preferendo mettersi da parte che cooperare con il regime. A sostituire il sindaco Infranca e a prendere le redini del comune fu l’assessore Pietro Gentile che aveva aderito all’Unione Democratica dell’on. Nunzio Nasi, contro i Saporito.
Lorenzo Infranca, Cavaliere e Grande Ufficiale del Regno di Napoli, (Castelvetrano 14/03/1863 – 03/04/1942) proprietario terriero, al cimitero monumentale è rappresentato con un busto in bronzo fatto dal nostro concittadino, grande scultore, Pisani. E’ rappresentato con la toga, perché avvocato, una palma, come stemma di Castelvetrano essendo stato due volte sindaco della città, uva e spighe perché proprietario terriero.
Oggi il contadino, anche se possidente, è considerato fra gli ultimi posti della scala sociale. Fino agli anni ’40 – ’50 chi possedeva grandi estensioni di terreni agricoli, anche se squattrinato, era tenuto in grande considerazione nella società. Chi possedeva molto denaro o ricchezze, come l’attività industriale, apparteneva ad una categoria sociale inferiore.
Lorenzo sposò la sorella del dott. De Sabato, un personaggio molto conosciuto in quegli anni e ancora ricordato per la sua onestà e disponibilità verso i bisognosi. Melchiorre Infranca, (Castelvetrano10 Luglio 1897 - 21 agosto 1982), figlio di Lorenzo, possedeva circa 220 ettari di ottimi terreni agricoli che gli permettevano di vivere una vita agiata e di occupare nella società di Castelvetrano un posto di riguardo. In una delle sue proprietà c’era il mulino ad acqua di San Nicolò, sul fiume Modione.
In quegli anni, fra le persone benestanti, i matrimoni fra cugini erano di norma, al fine di non disperdere il patrimonio familiare; così, Melchiorre sposò la cugina Maria Antonietta De Sabato figlia del dott. De Sabato.
Dal matrimonio nacquero due bambini, morti ancora lattanti, uno dei quali aveva ricevuto il nome di Lorenzo; nel 1947 nacque Maria Antonietta, che morì all’età di appena cinque anni e mezzo.. Fu podestà del Comune di Castelvetrano dal 1939 al 03 luglio 1943. Nella Delibera della Consulta si legge: "1'anno 1943 il giorno 3 luglio, a seguito del Decreto Prefettizio n. 368 del 2-7-'43, il podestà, avv. cav. uff. Melchiorre Infranca, viene destituito e sostituito dal Commissario Prefettizio Cordaro Francesco, per l'amministrazione del comune di Castelvetrano".
Giusto per ricordarlo, Melchiorre Infranca fu l’ultimo podestà, che ha amministrato il Comune durante il regime fascista; dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia, in attesa che la situazione militare e politica italiana si sistemasse, a dirigere il Comune si sono succedute diverse personalità fra nominati dagli americani e commissari straordinari.
Melchiorre Infranca, dopo la liberazione dal fascismo e con l’avvento della democrazia, partecipò ancora alla vita politica come candidato al partito “Uomo Qualunque” e M.S.I. ottenendo molti voti, ma i tempi erano cambiati e il Partito Repubblicano e il blocco del popolo delle sinistre hanno avuto il sopravvento. Negli anni ’50 fu presidente dell’Unione Sportiva della squadra di calcio di Castelvetrano e faceva parte anche del comitato per la festa del SS. Crocifisso, meglio conosciuta come la festa “di lu Signuri di lu Tri di Maiu”.
Al cimitero si trova il suo busto funerario, in alto rilievo in marmo, dello scultore Tomaselli. Per la moglie Maria Antonietta De Sabato un altro busto eseguito dallo scultore famoso Mario Pecoraino di Palermo, che ha eseguito il busto funerario di Sciascia. Lorenzo Infranca voleva costruire un asilo per bambini poveri ma per una serie di impedimenti non è riuscito a realizzare l’opera.
Il figlio Melchiorre, dopo avere superato varie difficoltà burocratiche e forse il boicottaggio politico, riesce a costruirlo. Siccome la spesa era rilevante, ha dovuto vendere dei terreni di sua proprietà che si trovavano in contrada Dimina - Cavallaro. Così, negli anni ’70 avvenne l’inaugurazione.
L’asilo, intestato alla figlia morta Maria Antonietta Infranca, fu ceduto alle opere pie Organizzate di San Giacomo (chiesa Catena); all’amministrazione partecipavano il vescovo, lo stesso Melchiorre Infranca e l’amministrazione comunale. Dentro l’asilo ci sono tre busti di marmo: della bambina, di Lorenzo e di Maria Antonietta.
L’asilo fu così intestato: A.S.S.A.P “M. A. Infranca – San Giacomo” di Castelvetrano. Fu una famiglia disponibilissima verso i poveri, ai quali elargivano i prodotti delle loro campagne specialmente durante le festività.
Articolo tratto da "Agave". Il giornale è consultabile sul sito www.giornaleagave.it