Seus/118, Lo Sciuto: “No alla precarizzazione degli operatori dell’emergenza sanitaria”
di: Comunicato stampa Polizia - del 2014-01-29
Si prefigura la precarizzazione del personale che opera nel servizio d’emergenza sanitaria siciliana, dopo l’annuncio del Governo regionale teso a ridurre l’orario di lavoro ai dipendenti di questo Servizio. Ipotesi che ha scatenato una bagarre politica.
Nel dibattito dai toni accesi interviene Giovanni Lo Sciuto, parlamentare all’Assemblea regionale siciliana del Partito dei Siciliani (Mpa) e componente della Commissione Cultura e Lavoro.
“Sui tagli annunciati dal Governo alle ore di lavoro degli operatori della Suez non sono d’accordo – riferisce Lo Sciuto -. Ridurre a precariato personale specializzato che opera da dieci anni e garantisce la funzionalità in Sicilia del servizio d’emergenza a garanzia della salute dei cittadini è atto scellerato. Gli errori commessi nel passato dai precedenti governi non possono ricadere sulla pelle dei lavoratori”.
La vicenda era già stata chiarita da tempo in Commissione Sanità all’Ars, eppure il presidente della regione, Rosario Crocetta, infischiandosene, gioca allo sfascio del settore, nell’intento forse di chiuderlo o ridimensionarlo.
“Le soluzioni ci sono – afferma l’esponente autonomista – il personale in surplus può essere formato ed utilizzato in altri servizi di appoggio all’emergenza territoriale. Si possono aumentare gli equipaggi mettendo due autisti soccorritori sulle ambulanze medicalizzate”.
Il parlamentare castelvetranese del Pds/Mpa, che è medico d’emergenza nella vita professionale, si sofferma sulla criticità da tempo evidenziata dal personale medico d’emergenza. “Nei casi gravi, di codice rosso – sottolinea – la presenza dell’equipe completa, composta da due autisti soccorritori, un infermiere e un medico garantisce un soccorso di qualità”.
“Su questi temi – conclude Lo Sciuto – sono pronto a confrontarmi con tutti e farò le barricate in Parlamento per impedire che anche questo settore strategico per la società siciliana non venga depotenziato e ridotto alla precarietà”.