Quando per le donne l'estate era periodo di conserve tra salsa, carciofini e non solo
del 2014-07-28
L'estate è per tutti sinonimo di divertimento, relax. Tuttavia nei tempi non troppo lontani l'estate era tutt'altro. Anzi, al contrario, per molte donne, casalinghe e non, era uno dei periodi più duri dell'anno. Era infatti il periodo di fare le conserve. Le donne si “trasformavano” in delle formiche che pensavano già all'inverno e che, pertanto, si davano da fare in cucina. A essere cucinati erano i prodotti che i mariti portavano freschi dalla campagna.
Gli stessi prodotti venivano poi fatti raffreddare e posti in grandi scaffali che venivano letteralmente riempiti. Si cominciava con i carciofi sott'olio che, tagliati a grosse fette salate e messi a essiccare, servivano poi per il sugo.
C'era anche la classica “froscia di carciofi”. In questo caso si mettevano ore prima a bagno poi a scolare ed erano pronti per essere cucinati in qualsiasi modo si preferiva. Si raccoglievano e conservavano anche i capperi.
Questi servivano per i sughi e per la caponata che veniva cucinata e messa nei barattoli di vetro. Gli stessi barattoli venivano fatti bollire a bagno maria per una migliore conservazione. Non poteva mancara la preparazione della salsa che veniva conservata in bottiglie con i tappi di sughero con una legatura speciale fatta “cu lu rumaneddru” (spago).
Immancabili anche i pomodori che venivano fatti essiccare al sole.
Con le mandorle appena raccolte si pensava anche al Natale. Venivano, infatti, sbucciate e messe al sole per la seccatura e d'inverno usate per i dolci di natale. Oggi i tempi sono cambiati.
Piu' facilmente si va al supermercto ma il gusto dei prodotti e la genuinità non è la stessa. Sono rimaste poche ad oggi le famiglie che continuano la preparazione estiva delle conserve anche se con la crisi che avanza il ritorno alla natura e ai prodotti delle campagne è sempre più vicino.