L'errore di tanti castelvetranesi: "Giardino degli Esperidi anziché delle Esperidi". Ecco perchè
di: Giacomo Moceri - del 2014-05-01
Cambiano le feste, cambiano gli eventi e cambiano pure i PR, ma a Castelvetrano l’errore rimane sempre lo stesso. Eppure non è difficile per chiunque abbia un minimo di conoscenza sulla mitologia greca sapere che a Castelvetrano quel Giardino “appartiene” a delle ninfe. Già, perché le Esperidi erano donne, non uomini. Ma dal momento che l’errore è piuttosto comune e si finisce spesso con l’invitare la gente al compleanno, al ricevimento, alla notte di Capodanno o alla serata di Carnevale presso "il Giardino degli Esperidi", è bene forse chiarire un po’ le idee.
Le Esperidi erano appunto delle ninfe, talvolta nominate come figlie della Notte, di Teti e Oceano, di Zeus e Temi, di Forco e Ceto ed anche, secondo la teoria più accreditata, di Atlante ed Esperide. Insomma, l’origine delle Esperidi non è del tutto chiara, ma quel che è certo è che, secondo la mitologia, vivevano nell'estremo Occidente del mondo, al di là dei confini allora conosciuti e trascorrevano la loro esistenza all’interno di un meraviglioso giardino contenente il prezioso albero che dava mele d'oro, dono di Gea per le nozze di Zeus con Era.
Le Esperidi avevano il compito di sorvegliare tale albero, ma per maggior sicurezza, affinché le stesse Esperidi non cogliessero le prodigiose mele, Era aveva ordinato al serpente Ladone dalle cento teste di presiedere alla guardia, stando costantemente arrotolato attorno al tronco dell'albero. Sono tante le vicende mitologiche legate alle Esperidi e ai pomi aurei prodotti dal prezioso albero, ma non è questa la sede per analizzarle.
Chiunque fosse interessato può consultare un qualunque manuale di mitologia e trovare così una risposta alle sue curiosità. Lo scopo di tale intervento era semmai chiarire una volta per tutte che le Esperidi erano donne, non uomini.