Da Castelvetrano a docente di pianoforte in Normandia: la storia di Daniele Simanella
del 2014-08-16
Parlare di mio figlio Daniele rappresenta per me un motivo di grande orgoglio, ma nello stesso tempo di profonda delusione. Delusione non certamente verso un ragazzo che ha rinunciato alla sua normale vita di gioventù per raggiungere i suoi obiettivi, ma verso chi ha il potere di decidere della vita degli altri. Non ho alcuna voglia di cominciare tutto un discorso polemico verso i politici, ma continuare ancora a parlare di “fuga di cervelli” quando ancora nel 2014 i nostri migliori ragazzi (a Castelvetrano ce ne sono davvero tanti) sono costretti a rivolgersi a un altro Stato per avere riconosciuto il loro giusto merito, mi sembra di buttare parole al vento, retorica allo stato puro.
Parlare di meritocrazia senza avere la benché minima cognizione di cosa significhi questa parola, vuol dire mortificare la propria dignità di uomini responsabili. La cultura è la più grande risorsa d’un paese. Non per niente gli altri Stati profittano della nostra complice e silente ignoranza per rubarci quelle risorse umane che aiuterebbero il nostro “bel paese” a risolvere i tanti problemi che proprio la nostra classe politica ha peggiorato, invece di provare a risolvere.
Una nazione che vuole ancora arrogarsi l’aggettivo di grande, ma che grande non lo è più, deve credere nel proprio potenziale umano, non esserne refrattaria. Le diverse specializzazioni professionali e le capacità di particolari soggetti dotati di grande talento naturale permetterebbero a uno Stato attento un progressivo arricchimento sia tecnologico sia culturale, quindi economico.
A questo punto l’appello è: la politica faccia in modo che i giovani, che dimostrano già nei primi anni di studio particolari attitudini verso qualsiasi forma d’arte e di cultura, le cui passioni e intuizioni potrebbero in futuro essere fonte di guadagno culturale ed economico per la nazione stessa, siano aiutati a progredire dando loro delle garanzie di protezione sociale e di potenziamento umano.
Il ritorno socio-economico a tutta la collettività d’appartenenza è certo, in ogni sua forma e sostanza. Daniele, dopo avere iniziato a soli dieci anni i suoi studi musicali sotto l’attenta guida dell’amico Gaspare Sinacori, nell’anno 1998 ha conseguito il diploma di pianoforte presso il Conservatorio di Musica “V. Bellini” di Palermo con il massimo dei voti, la lode e la menzione ad honorem (riconoscimento che da ben ventidue anni non era assegnato).
Merito didattico, durante il periodo accademico, e crescita umano-spirituale vanno attribuiti al maestro Antonio Fortunato, pianista concertista e compositore. Subito dopo Daniele ha iniziato una mirabile carriera concertistica di grande livello professionale e artistico. Fra gli appuntamenti più importanti la messa in opera della “Rapsody in blue” di G. Gershwin presso il Teatro “Al Massimo” di Palermo dove, appena diciannovenne, suonò accompagnato dalla prestigiosa Orchestra di Stato di Oradea (Romania).
Dopo il diploma ha frequentato l’Accademia Musicale di Pescara, sotto la guida del maestro Bruno Mezzena, pianista concertista e allievo di Arturo Benedetti Michelangeli, per un corso triennale di alto perfezionamento pianistico. Fra le esperienze più rilevanti: la realizzazione del 3° Concerto di S. Rachmaninov, eseguito presso il Teatro di Locarno (Svizzera) e il 2° Concerto di F. Liszt, eseguito con l’Orchestra dell’Accademia Pescarese.
Nel 1998 ha seguito un corso di formazione jazz sotto la guida di Riccardo Randisi e più recentemente col jazzman Antonio Bonafede. Parallelamente ai concerti di musica classica, si è esibito nel 2003, da solista e jazz-quartet, presso il Teatro “Puccini” di Merano per un concerto di musica jazz, dal quale è stato realizzato sia un CD sia un DVD “live” dal titolo “Riflessioni in concerto”. Le musiche eseguite dal quartetto sono state composte da Fabio Schifano. Con lo stesso Schifano ha anche realizzato il CD “Ricordando Natale” del 2002 e il recentissimo “Ciao Marco”.
Daniele, dopo essersi iscritto alla S.I.A.E., ha iniziato a comporre musica del genere New Age i cui migliori brani sono contenuti in un CD autoprodotto. Ha anche composto musica liturgica per cori polifonici, coadiuvato dal teologo liturgista Don Leo Di Simone. Un altro CD “live” contiene le migliori composizioni eseguite dal coro diretto dallo stesso Don Leo. Dopo avere insegnato come docente di pianoforte presso alcune scuole a indirizzo musicale della Calabria, ha accettato un contratto annuale come concertista solista sulle navi della flotta Costa Crociere.
Nel 2008 si è trasferito, infine, in Francia, dove nuovi successi lo hanno atteso, sostenuti da un pubblico attento al suo livello tecnico e alla sua sensibilità artistica, nella chiesa di Notre-Dame de Jollouville, nel teatro del L'Archipel di Granville e nell'auditorium di Mortagne-au-Perche. Dopo avere insegnato presso il conservatorio di musica di Flers, in Normandia, dove ha anche diretto l’orchestra del conservatorio, ha continuato gli studi jazz con il jazzman Philippe Du Chemin e René Urteger, pianista di Chet Baker e Miles Davis. Oggi è uno stimato docente di pianoforte presso il conservatorio di musica di Mortagne-au-Perche, sempre in Normandia.