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Da "La Plaia" al “Champ ‘80” passando per il “Marrakesch". Storia delle discoteche castelvetranesi

del 2014-12-23

Il primo locale pubblico, a memoria d’uomo, aperto nel nostro territorio e che possiamo annoverare come discoteca, risale al lontano 1967. Sto parlando de “La Giara” (di pirandelliana memoria), locale di proprietà dalla famiglia Clemente, aperta a Selinunte, da Peppe Atria, figlio dello stimato professore Atria proprietario del “Lido Azzuro” sempre di Selinunte.

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  • Nei primi anni settanta, Atria, dopo avere lasciato la gestione de “La Giara”, andò ad aprire una nuova discoteca a Castelvetrano, “La Brace”, in via Selinunte, trasformata, in seguito, in un rinomato ristorante. “La Brace”, oltre a fornire musica in vinile per fare ballare i giovani desiderosi di scatenarsi con le bombardanti note della disco-dance, era diventato luogo d’incontro di molti altri giovani che amavano anche la musica live. Spesso, infatti, vi si esibivano i migliori gruppi locali o provenienti dai paesi vicini.

    “La Giara”, negli anni che vanno dal 1976 al 1979, fu gestita dai ragazzi di “Radio Castelvetrano” che, durante il periodo estivo, la fecero funzionare da radio-discoteca. In pratica si poteva ballare, mentre gli speaker della radio trasmettevano in diretta le loro trasmissioni. “La Giara”, dopo diverse ristrutturazioni e con gestioni più o meno vincenti, riesce ancora oggi a catalizzare un vasto pubblico d’aficionados. L’ultima gestione, quella del mio amico Giuseppe (Peppe) Di Maio, l’ha fatto tornare, col nuovo nome di “Egoiste”, ai fasti degli anni sessanta. “Egoiste” è anche il locale, che più d’una discoteca è una balera con musica dal vivo, gestito sempre da Peppe a Castelvetrano in via V. Hugo, traversa di via Trapani.

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  • A Triscina un prototipo di discoteca, aperta nel lontano 1968, potrebbe essere stata il bar di lu zu Vicenzu Ingargiola “Stella Marina”, meglio noto come “Bar la bionda” per via delle tre bellissime figlie del proprietario, tutte bionde.

    A fianco la “Stella Marina” aprì anche il bar tabacchi “Boomerang” di Taddeo, suocero di Benito Errante Parrino, oggi proprietario della tabaccheria “Benito’s” di via Garibaldi a Castelvetrano gestita dal figlio Francesco. Il “Boomerang” fu, poi, venduto a Piazza di Partanna che, dopo qualche anno, lo ha trasferito dove ancora oggi funziona come “affitta camere”.

    Un altro locale che funse da discoteca, sempre a Triscina, fu “La Plaia” di Paolo Tarantino, un pescatore proveniente da Porto Palo. Nell’anno 1976, ancora a Triscina, la prima vera discoteca che cominciò a funzionare fu “La Sirenetta” del professore Zappalà. A essa, l’anno dopo, seguì l’“Alga Marina”, il “Tricheco” e l’anno dopo ancora il “Bar Alan” dove, dietro il bar, il signor Carmelo Monte di Partanna fece funzionare la discoteca “Ottagono”.

    L’anno che, però, fece segnare una svolta nel fenomeno discoteche, fu il 1980. In quell’anno, infatti, Giuseppe Frosina, meglio noto come “Peppe Badoglio”, genero del professore Salvatore Barbera di Partanna, aprì a Triscina il famoso “Champ ‘80” che, in poco tempo, divenne il luogo d’incontro di quasi tutta l’utenza discotecara di tutta la “Valle del Belìce”.

    Il suo successo fu dovuto alle mirate scelte del mio amico “Badoglio” che fece giungere al “Champ ‘80” nomi importanti della discografia nazionale di quel tempo. Quando funzionava la discoteca, alla consolle s’alternavano ragazzi davvero preparati e disinvolti nel modo di porgersi ai loro ascoltatori. Fra i disc jockey più seguiti ricordiamo: Bartolo Lombardo, Giacinto Renda e Peppe Fugallo.

    Per quanto riguarda Castelvetrano, nell’anno 1974 Giovanni Cardinale, rientrato da poco dalla Germania dov’era emigrato per problemi di lavoro e dove aveva frequentato le numerose discoteche ch’erano in funzione in quel paese, pensò bene d’aprirne una anche nella sua città. Avendo a disposizione un locale in via Selinunte, lo arredò facendosi aiutare d’alcuni amici con i quali si frequentava quali: Franco Stella, compianto estroso fotografo, Renato Adorno, Giuseppe Ancona alias “Peppi Funcia”, Marcello Romeo, Antonino Ingrasciotta, detto “Nino Vip” per via della “boutique” che ha gestito in via Crispi, oggi via Vito Lipari, quand’era ancora in vita, Leonardo Nanà Corseri, Vincenzo Chiofalo, che allora s’interessava di falegnameria e che realizzò tutto l’arredamento della nuova discoteca, Nicola Di Maio, Salvatore Abate, Ignazio Morreale, Enzo Evola, Peppe Gentile e Vincenzo Agate, detto “Tirinnanni”.

    Questo curioso soprannome Vincenzo l’ha ereditato dal nonno paterno che riparava le biciclette e che, quando gliene portavano una squilibrata, spiegava al cliente che la bicicletta non funzionava in quanto, essendo per l’appunto squilibrata, faceva “tirinnì” e “tirinnà”. Fu, quindi, grazie a quell’iniziativa di Cardinale che nacque a Castelvetrano la prima discoteca denominata “Club Music John Teschio”.

    A ogni iscritto era rilasciata una speciale tessera con l’emblema del teschio. Questo simbolo fu scelto poiché Giovanni aveva acquistato, come souvenir del periodo in cui aveva lavorato in Germania, un grosso portacenere a forma di teschio. Erano stati gli amici tedeschi che, invece di chiamarlo Giovanni, preferirono chiamarlo John, più comodo per la loro pronuncia. Nasceva, in pratica, il mito di John Teschio.

    Come già evidenziato la discoteca non era disponibile per un’utenza esterna, ma era solo un club privato, riservato esclusivamente agli amici di John. Loro non pagavano alcuna retta né contribuivano alle spese, alle quali provvedeva John.

    La discoteca funzionava tutti i sabati e, occasionalmente, anche la domenica, per trascorrere delle belle serate all’insegna dell’allegria e della spensieratezza. Verso le due di notte e fino il mattino si ritrovavano, poi, presso uno dei villini di proprietà di qualcuno di essi, a turno, dove organizzavano delle sostanziose “manciate” o “abbuffate” che dir si voglia.

    L’attività del club durò circa cinque anni, dopo di che rimase soltanto la grande amicizia che ancora oggi lega quei ragazzi, almeno per chi è rimasto di essi, poiché alcuni, come si suole dire i migliori, sono già andati via.

    Le altre discoteche che furono aperte a Castelvetrano, dopo quella di John Teschio, furono: “Trump” di Giacomo Centonze in via IV Novembre e “Black hole”, “Il buco nero” nel viale Roma dove oggi c’è “Consiglio Gomme”. Eravamo, comunque, già nel 1980. Passarono una diecina d’anni prima che le discoteche prendessero i connotati tipici d’un locale da ballo per i ragazzi.

    Dopo un lunghissimo periodo d’assenza totale di locali dove i giovani potessero riunirsi per dare sfogo alle loro legittime esigenze di movimento espresse con il ballo, nell’anno 1996 aprì a Castelvetrano la prima discoteca degli anni moderni, il “Marrakesch”, di proprietà dei fratelli Sgarlata, sita lungo la S.S. 115 svincolo A 29. In seguito fu chiamata “Aisciah”, “Luce” e dopo ancora “Tantra Discoteca” attuale “Tantra Garden Disco Pub” di Gianvito Paladino e Josè Mognarelli.

    Intanto il vecchio cinema “Cine Teatro Capitol” di via Bonsignore è trasformato anch’esso nella discoteca “Capitol club”, oggi gestita dall'Associazione Giovanile Teatrale "I Selinidi". Associazione che ha già maturato circa vent’anni d’attività teatrale e che, raccogliendo l’esperienza del maestro Accursio Di Leo prima e del grande commediografo castelvetranese Ferruccio Centonze poi, ha permesso la riapertura dello storico “Cinema Capitol”. Cinema che ricordiamo con orgoglio ha dato i natali artistici a una delle coppie più esilaranti del cinema italiano, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che già nel lontano anno 1954 iniziavano la loro carriera artistica proprio nel nostro “Cinema Capitol”

    Le attuali discoteche che funzionano nel territorio di Marinella di Selinunte oltre al “Tantra” sono il “Kairos” oggi “Malibù Summer Discotheque”, all’incrocio Triscina-Selinunte in direzione Porto Palo alla fine della via Cavallaro e il “Venus Discoglamour Selinunte”.

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