L'Efebo o Dioniso Íakchos? Parola al mondo scientifico. Dal 1976 "Lu pupu" oggetto di studi
di: Filippo Siragusa - del 2014-09-05
L’Efebo di Selinunte è Dioniso Íakchos? Per gli studi effettuati da Giuseppe Camporeale e più volte pubblicati , “lu pupu” in gergo detto, è Dioniso Íakchos. In una lunga nota oltre a rispondere agli scettici, spiega le sue ragioni dissentendo su diverse valutazioni fatte sulla sua scoperta.
"A confermare –scrive Camporeale nella nota- la serietà e validità dei miei studi iconografici sarebbe sufficiente rammentare come siano rimaste definitive le precedenti mie identificazioni come Auriga della statua marmorea di Mozia e l’altra, come Satiro di Prassitele, della statua bronzea di Mazara del Vallo ,scambiata anche da Sgarbi per una raffigurazione, assolutamente improbabile, di Eolo.
Inoltre,-continua Camporeale- oppostamente a quanto fatto credere , va precisato che l’identificazione con Íakchos della celebre statua bronzea selinuntina è frutto di una lunga e impegnativa indagine avviata nel 1976 sotto gli auspici di André Parrot, Conservatore del Louvre, che ne approvò entusiasta le acquisizioni preliminari e il programma di ricerca, e condotta a termine con l’applicazione di un rigoroso metodo analitico di matrice interdisciplinare.
La mia scoperta-aggiunge Camporeale- è stata ufficialmente presentata nel convegno di studi Le Rotte dei Misteri, indetto dal Centro Europeo di Studi Economici e Sociali di Marsala e dalla Diocesi di Mazara del Vallo, e svoltosi a Mazara il 4 e il 5 novembre 2005; è stata quindi pubblicata in un volume 8 ed. Feeria, Panzano in Chianti, Firenze, 2008) e recensita sul quotidiano La Repubblica. Quindi Giuseppe Camporeale aveva già presentato i sui studi in diverse occasioni e da quasi 10 anni. A questo punto, la valutazione di merito sull’intera vicenda spetta al mondo scientifico legato al genere di studi messi in evidenza dall’iconologo Camporeale.
Se lo studioso castelvetranese ha ragione, sarà opportuno, in modo ufficiale, cambiare nome alla statuetta trovata nel lontano 1882 in contrada Ponte Galera e famosa per varie vicende giudiziarie. Anche sui siti e sulle pubblicazioni turistiche sarà appropriato avvalorare il risultato della ricerca effettuata da Camporeale e dare le giuste informazioni. Nel merito della vicenda entra anche il sindaco Errante essendo il comune, proprietario dell ‘Efebo.
In una nota il sindaco scrive : “pur essendo il dibattito interessante mi preme precisare che l’Amministrazione Civica non ha, e non deve avere, alcuna competenza di poter determinare, né l’attribuzione storica, né tanto meno la denominazione dei reperti archeologici che custodisce, compito che, invero, è affidato agli archeologi, agli studiosi ed a coloro che con competenza, passione e meticolosità si dedicano alla conoscenza del nostro passato.
Ogni valutazione storica appartiene alla comunità scientifica che, qualora dovesse riscontrare elementi di veridicità, potrà attribuire al nostro Efebo la nuova denominazione ed al professor Camporeale gli adeguati riconoscimenti. “ A questo punto il diritto di dire come stanno le cose spetta anche al mondo universitario e accademico. E' opportuno che questo avvenga a conferma di quanto dichiarato dallo studioso Camporeale , onde evitare di essere additati per ciarlatani o altro ,da parte di chi ha fatto gli studi sull'Efebo