Castelvetrano tra cavità sotterranee scavate in passato e lunghe gallerie
di: Vito Marino - del 2015-01-31
Il territorio di Castelvetrano è composto da roccia tufacea, sfruttata da millenni per l’estrazione di mattoni di tufo, ottimi per l’edilizia. Nell’antichità i Selinuntini utilizzavano, per la costruzione delle abitazioni e dei templi, le cave di “Latomie” e delle “Cave di Cusa”. Fino agli anni ’50 l’estrazione dei conci di tufo “cantuna”, per la costruzione di edifici avveniva nelle cave a galleria scavate nel sottosuolo, come avviene nelle miniere, per seguire il filone di materiale buono.
Si dice che sotto la città di Castelvetrano esistono lunghe gallerie scavate nel passato. Dopo gli anni ’50 con l’avvento della meccanizzazione si iniziò il sistema di estrazione a “cielo aperto” sfruttando anche il cappellaccio di roccia dura di superficie ricavando ottimi “cantuna di scummogghiu”, molto note erano “li pirreri” (le cave) di Bigini.
Purtroppo, le cave a cielo aperto in uso ai giorni nostri devastano il territorio dove si lavora e perché si ruba terreno agricolo e per gli scarichi dei residui di lavorazione, che portano grave danno per l’agricoltura e l’ambiente; inoltre, dovendo recuperare soltanto il materiale buono, quello cattivo va alla discarica sul posto.
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