Ricordando la "currula". Quando il pozzo era l'unica fonte di acqua per le famiglie
di: Vito Marino - del 2015-02-11
In foto: la "Currula"
Quando l’acqua potabile del comune ancora non era arrivata in tutte le abitazioni, la provvista d’acqua giornaliera necessaria per la famiglia, si attingeva dal pozzo o dalla cisterna. Il pozzo generalmente esisteva in tutti i cortili e andava in simbiosi con “lu pilacciuni di petra” il lavatoio scavato in un blocco unico di roccia compatta, posto sempre vicino al pozzo.
Per attingere l’acqua dal pozzo o dalla cisterna era indispensabile l’uso della “ciddara” o della “currula” posta in alto alle dette fonti di approvvigionamento. Le tre scanalature della “ciddara” servivano come guida per la corda col secchio.
La “currula” era una carrucola di ferro con una sola scanalatura. Ad una cima della corda si legava un secchio (caddu) di zinco rinforzato alla base con un cerchio di ferro zincato.
La ciddrara, o la currula, veniva posizionata al centro del collo del pozzo ad un’altezza regolata in modo da facilitarne l’uso.