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Ricordando Pippo Stella e Mario Patermo tra scatti storici e vite dedicate alla fotografia

del 2015-08-13

Abbiamo già visto parlando di Giuseppe Cordova che, alla sua morte, la vedova Ingrassia ha affidato lo studio fotografico del marito a Pippo Stella e di come questi, dopo un po’ di tempo, avesse deciso di lasciare lo “Studio Fotografico Cordova” per aprirne uno nuovo tutto suo. Siamo verso la fine degli anni cinquanta.

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  • Affittò, quindi, i locali del signor Agate in piazza Giacomo Matteotti, proprio di fronte la chiesa di San Francesco da Paola. Stella, oltre a fornire tutti i servizi di fotografia, offriva ai suoi numerosi clienti la vendita di dischi sia a 45 giri sia a 33 giri che avevano soppiantato quelli a 78 giri molto in voga della precedente epoca. Fu il primo vero negozio a Castelvetrano che permise l’acquisto di dischi.

    Ricordo che oltre a frequentare l’azione cattolica della parrocchia di San Francesco da Paola, io e i miei amici con la passione per la musica andavamo a trascorrere qualche ora di svago in una sala giochi di fronte la chiesa. Non potevamo, quindi, ignorare la vetrina di Stella sempre piena delle ultime novità discografiche.

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  • Rimanevamo, quotidianamente, appiccicati a rubare con gli occhi le immagini dei long playing appena pubblicati con uno sfrenato desiderio di volerli acquistare. Spesso si fermavano davanti alla vetrina gruppi di ragazzi che provenivano sia da Mazara del Vallo sia dai vari paesi della Valle del Belìce. Alcuni entravano nel negozio e ne uscivano con sotto braccio un L.P. nuovo nuovo facendo l’invidia di chi, come me, non poteva permettersi di comprarne neanche uno. Pippo Stella, oltre a essere un imperterrito scapolone, era un gran fumatore.

    Egli dava come tempo per lo sviluppo delle pellicole il consumarsi d’una sigaretta. Sigarette che alla fine gli hanno causato un infarto. Fu un giorno di ottobre dell’anno 1982 che Pippo si sentì male e cadde a terra. A soccorrerlo fu il nipote Gioacchino, detto Ino, che lavorava nello studio dello zio in pratica da sempre.

    Nonostante il tempestivo ricovero presso l’Ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo e subito dopo presso una nota clinica di Palermo, un collasso cardiaco ne determinò la morte. Lo storico studio di Pippo rimase al nipote Ino anche perché lo zio l’aveva nominato suo erede universale. 

    Ino Mangiaracina rimase in quei locali di piazza Giacomo Matteotti fino al 2003, anno in cui decise di spostare lo studio di fronte la statua alata della “Vittoria Coronatrice”. Occupò i nuovi locali per dieci lunghi anni fino a quando nell’anno 2013 spostò nuovamente la sede all’inizio del viale Roma, di fronte la via Vittorio Veneto.

    Un altro maestro dell’arte fotografica castelvetranese è stato Mario Patermo. Egli ha dedicato tutta la sua vita alla fotografia.

    Mario, nell’anno in cui il terribile terremoto della Valle del Belìce costrinse diverse persone a emigrare all’estero per avere valorizzato il loro lavoro se professionisti, o la loro fatica se operai, emigrò in Svizzera. Qui aprì, nell’anno 1976, il suo primo studio fotografico al quale ne seguirono altri due. Con lui collaborò la moglie Lydia con la quale nel 1986 aprì la boutique fotografica “Da Lydia” presso il centro acquisti “Tivoli” di Spreitenbach. Oltre alla gestione del laboratorio di fotografia, vendeva attrezzature e articoli fotografici e realizzava servizi matrimoniali sia immortalati nelle foto-ricordo sia nelle riprese filmate.

    Mario si occupò anche dell’organizzazione, per i suoi clienti, della festa nuziale fornendo loro la musica poiché, nel frattempo, ha avuto modo di fare amicizia con molti noti cantanti italiani tra cui: Mino Reitano, i Ricchi e Poveri, Little Tony e altri. Mario provvedeva anche per il pranzo con l’immancabile torta a più piani. Fotografo molto raffinato, specializzato nella fotografia artistica in bianco e nero per la quale aveva già superato, giovanissimo, l’esame di qualifica professionale a Torino, organizzò nel 1990 una mostra di fotografie softer, nudo artistico.

    La ditta che lo sponsorizzò e che gli fornì anche le modelle da fotografare, tutte delle professioniste, fu una nota galleria di Spreitenbach. La stessa mostra è stata presentata, in seguito, anche nei migliori hotel e ristoranti della Svizzera.

    Per fotografare le modelle Mario non ha usato strumenti e apparecchi professionali, ma soltanto una macchina fotografica Reflex, due flash, qualche filtro e la sua grande fantasia. Mario Patermo, l’artista con la gioia di vivere come lui si autodefinisce, dopo essere ritornato nella sua amata isola e nel paese dov’è nato un bel po’ d’anni fa, ha aperto un nuovo studio fotografico, tutto suo, nella via Garibaldi dove, in bella mostra, ha tenuto sempre esposte le foto softer che l’hanno reso celebre in Svizzera.

    Da poco tempo Mario ha deciso di chiudere per sempre l’attività. Ciò gli ha permesso di ricongiungersi con i figli in Svizzera e di godersi la tanto meritata pensione accanto ai suoi amatissimi nipoti. Uno dei figli, il maschio, continua ancora oggi l’attività del padre.  

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