Da Castelvetrano a Parigi. La brillante storia di Giovanni La Croce specializzando in Urologia
del 2015-06-30
Nell’ambito della rubrica “Eccellenze locali”, oggi vi proponiamo un’intervista al medico castelvetranese Giovanni La Croce. Nonostante sia ancora molto giovane, ha già alle spalle diverse esperienze lavorative con importanti specialisti, anche all’estero. Attualmente opera anche a Parigi e ben presto tornerà anche a Castelvetrano, collaborando con il centro Ginnic Club Vanico.
Giovanni che tipo di percorso studi hai seguito?
Dopo la maturità classica presso il Liceo-ginnasio “G. Pantaleo” di Castelvetrano, ho conseguito la laurea in medicina e chirurgia presso l’Università Vita Salute San Raffaele, con una tesi in ricerca di base urologica condotta, tra gli altri, con i Proff. Petter Hedlund, Francesco Montorsi, Patrizio Rigatti, Frank Strittmatter, Christian Stief e Christian Gratzke. Sempre al San Raffaele ho proseguito con la specializzazione in Urologia prossima al conseguimento.
Come sono stati gli anni della specializzazione?
Non nascondo che si sia trattato e si tratti tuttora di anni molto duri che hanno richiesto e richiedono ancora tanta dedizione, impegno ed energia.
Al San Raffaele ho avuto la possibilità di lavorare con il Prof. Patrizio Rigatti e soprattutto con il Prof. Francesco Montorsi, attuale primario del reparto di Urologia e Direttore Sientifico dell’intero Istituto nonchè capo editore fino al 2012 della rivista urologica più importante del mondo (European Urology). Entrambi professionisti di immenso spessore e maestri imparegiabili.
Dal punto di vista scientifico ho lavorato con il Professore svedese Petter Hedlund già direttore dell’Istituto Scientifico di ricerca urologica del San Raffaele (URI) e con il Prof. Andrea Salonia attuale Direttore Scientifico dello stesso Istituto oltre che Direttore Scientifico della Società Europea di Medicina Sessuale (ESSM) fino al 2013, Coeditore del Journal of Sexual Medicine e brillante Urologo e Andrologo.
Infine le esperienze formative all’estero, con l’approfondimento dell’approccio chirurgico laparoscopico e soprattutto robotico, presso l’Ospedale Cantonale di Lucerna e presso L’Institute Mutualiste Montsouris di Parigi mi hanno permesso un ampliamento degli orizzonti professionali, permettendomi di implementare le mie capacità chirurgiche, e una grande crescita scientifica e culturale.
Nel corso dei vari congressi internazionali di Urologia e Andrologia in giro per l’Europa (EAU ed ESSM) e negli Stati Uniti (AUA), oltre ad ampliare le aree di interesse con varie partecipazioni attive ho avuto la possibilità di visitare e conoscere seppure tangenzialmente realtà lavorative diverse: a Stoccolma, Istanbul, San Diego, Orlando etc..
In uno di questi viaggi ho anche avuto l’onore di vincere un Grant di ricerca di base in ambito Uro-Andrologico nel corso del congresso ESSM 2014 a Istanbul.
Queste esperienze mi hanno dato la possibilità di conoscere ricercatori e urologi provenienti da tutto il mondo e di stringere con alcuni di loro rapporti di vera e propria amicizia e collaborazione.
Cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera?
Ho scelto di intraprendere la carriera medica perché ho sempre pensato che potersi prendere cura delle persone sia un privilegio e dia grande gratificazione. Coniugare competenze professionali e umanità è la sfida personale che più mi affascina, anche se devo ammettere che non è sempre facile in termini di sacrificio e di fatica.
Come è nato l’interesse per l’Urologia e l’Andrologia?
Al termine del corso di Laurea, nel momento della scelta, sono rimasto affascinato dalle potenzialità, dalla rapida espansione e dalle numerose discipline che vengono convogliate in Urologia.
Questa specialità pur essendo una chirurgia, dal punto di vista clinico, spazia dalla neurologia all’endocrinologia, dalla nefrologia all’andrologia, dall’oncologia alla medicina di coppia.
Al San Raffaele tutto questo è rappresentato con il valore aggiunto del supporto scientifico dato dalla ricerca di base e clinica. Infine ho avuto la fortuna di essere seguito da ottimi maestri che nei momenti critici della scelta hanno sollecitato il mio interesse e stimolato la mia curiosità.
Come nasce la tua collaborazione con il prof. Andrea Salònia specialista in Urologia, Andrologia, Endocrinologia e malattie del ricambio?
Il Prof. Andrea Salònia è stato sin dall’inizio della mia esperienza in Urologia il mio mentore e tutor. La stima che da sempre ho nutrito nei Suoi confronti è stata nel tempo ricambiata e così è nato, a parte quello scientifico, un rapporto lavorativo anche al di fuori dell’Ospedale.
A breve con lui sarete presenti in una nota struttura castelvetranese. Che emozioni provi nel tornare nella tua Città natia da dove è partito il tuo percorso di vita e di studi?
Provo immensa gioia e orgoglio nel potere tornare nella mia città a lavorare. Da qualche mese abbiamo iniziato questa esperienza presso il centro Ginnic Club Vanico grazie alla disponibilità dell’Onorevole Li Causi, persona estremamente lungimirante e sempre al servizio del proprio territorio.
L’obiettivo comune, dell’Onorevole Li Causi e mio, è stato quello di aggiungere all’eccellenza in ambito fisioterapico e riabilitativo del Vanico, in continua espansione, un’eccellenza Urologica.
Con questo non voglio dire che nella Nostra zona non ci siano eccellenze in ambito Urologico. La Sicilia infatti è piena di bravi Urologi, alcuni dei quali hanno ruoli importanti sul territorio e in molti grandi centri in tutta Italia.
Quello che vogliamo offrire è un’ ulteriore possibilità di scelta a tutti i pazienti che volessero affidarsi ad una struttura di eccellenza, dotata di attrezzature all’avanguardia e con professionalità di profilo internazionale. Intendo, oltre al “Vanico”, il reparto di Urologia de San Raffaele di Milano. Per patologie rare o molto particolari l’Ospedale San Raffaele, oltre alla professionalità dei suoi Urologi, si avvale infatti di collaboratori provenienti da tutto il mondo, i maggiori esperti nei propri ambiti.
L’esperienza all’estero a Parigi cosa ti sta dando da un punto di vista umano e medico? Che ruolo occupi in particolare?
A Parigi sono giunto come fellow (svolgendo il ruolo di specializzando secondo il protocollo francese).
Ho avuto la possibilità di operare moltissimo soprattutto in ambito di chirurgia robotica, eseguendo interventi i più diversi, anche da primo operatore, cosa che mi ha consentito di imparare nuove tecniche chirurgiche.
Dal punto di vista umano sono stato accolto molto bene e sono stato subito messo a mio agio, potendo lavorare con serenità in collaborazione con altri medici provenienti da tutti i continenti.
Hai scritto articoli nel tuo campo che sono stati oggetto di pubblicazione?
Ho scritto e collaborato a diverse pubblicazioni a livello internazionale in ambito Uro-oncologico, Andrologico e di ricerca di base Urologica. Ma molti sono ancora i progetti in corso.
E per il post specializzazione che progetti hai?
Per il post specializzazione i progetti sono in divenire. Spero di poter continuare la collaborazione tanto con il San Raffaele quanto con il centro Vanico e di proseguire con le esperienze internazionali.
Pensi che un giorno di tornare a vivere in Sicilia magari aprendo uno studio tutto tuo?
Per il futuro sono aperto a tutte le possibilità: rimanere in Lombardia, tornare in Sicilia, ma anche andare a lavorare all’estero nella logica del miglioramento continuo della mia professionalità. Ovunque si possa lavorare bene e ci siano le condizioni di potere avere una vita familiare gratificante.
Sebbene la Lombardia mi abbia adottato da tanti anni, la Sicilia rimane sempre casa mia e credo che i giovani siciliani, sia che vivano in loco sia che vivano lontano, debbano, ciascuno con il proprio talento, non rinunciare a contribuire allo sviluppo e progresso della nostra Terra.
Per questo vorrei, nel mio piccolo, in un futuro, potere continuare a lavorare anche a Castelvetrano, in autonomia, continuando la collaborazione con il San Raffaele.
Sull’opportunità di aprire uno studio tutto mio non ne sento la necessità, al Vanico siamo messi nelle condizioni di sentirci a casa Nostra.
Cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di medico?
Ai giovani che vogliano intraprendere la carriera di medico consiglio di armarsi di tanta dedizione e sacrificio.
Consiglio di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà che sicuramente incontreranno durante il loro cammino e di non perdere mai l’obiettivo primario del proprio studio: diventare degli ottimi professionisti dando il massimo delle proprie potenzialità.
Consiglio di essere sempre critici con se stessi in ogni momento, di riconoscere i propri limiti e non avere paura di ammetterli, di mettersi in gioco sempre e di aprirsi al mondo scientifico internazionale.