A scuola per aiutare i figli disabili
del 2011-11-01
In foto: Associazione genitori
“Vogliamo anche noi, genitori di ragazzi disabili, essere preparati alle difficoltà per seguire a casa i nostri figli. Vogliamo essere parte attiva e terapisti dei nostri figli, per il difficile tragitto che ogni giorno percorriamo”.
Questo il motivo per cui nasce a Castelvetrano l’Associazione genitori:”Io comunico”, per abbattere il muro dell’indifferenza contro l’assenza d’informazione. I genitori sono stanchi di dovere attendere sempre le decisioni degli altri sul recupero dei loro figli e chiedono a gran voce alle strutture sanitarie, scuole, Enti di collaborare per migliorare la vita del disabile per arricchire le loro conoscenze terapeutiche degli stesi genitori,spesso impreparati.
L’associazione, precisa il neo presidente Maurizio Noto: ”intende occuparsi in maniera globale dei soggetti (bambini,ragazzi,adulti) con problematiche dello spettro autistico e con disabilità di ogni genere”: Secondo Fabio Greco,genitore e fondatore dell’Associazione :” manca un coordinamento fra i vari servizi rivolto all’interno ciclo di vita dei soggetti,che si manifesta con una mancanza di collaborazione tra scuola,centri terapeutici,servizi sociali che di fatto risultano operativi,ma isolati fra di loro con il risultato di escludere la famiglia dall’intervento educativo terapeutico.
La famiglia, -continua Fabio Greco,essendo di fatto esclusa dalla programmazione terapeutica,viene privata dal suo importante ruolo d’interlocutore fondamentale per la crescita dei nostri figli”: Di fatto la famiglia dopo aver portato nei centri il bambino o dopo le ore curriculari con l’insegnante di sostegno, si trova impreparata nell’affrontare la vita quotidiana nelle sue semplici applicazioni. L’associazione come primo obiettivo vuole che si realizzi il programma ABA, ( Analisi del comportamento applicato) affinchè ci sia un intervento intensivo di almeno 40 ore settimanali delle figure specializzate, il coinvolgimento massiccio delle famiglie che devono essere più protagoniste. Spesso lamentano i genitori che quando ci sono i normali incontri con l’equipe di sostegno, le figure specialistiche l’insegnante curriculare, i genitori vengono esclusi dalle riunioni se non nella fase finale, mentre sostiene Elena Pizzo:”dovremmo essere noi i destinatari in prima persona dei loro consigli.
Dovremmo essere sempre coinvolti anche dal punto di vista cognitivo per diventare noi terapisti dei nostri figli, e poi gli insegnanti di sostegno devono essere specializzati nelle varie patologie e restare per tutto il corso di studio”: L’associazione che racchiude oltre dieci famiglie e oltre 60 sostenitori ha anche un cellulare per interagire quello del vice presidente 334/9190588 Fabio Greco.